Facebook sfida le banche in Europa: è l’inizio della rivoluzione economica digitale

Federica Tuseo
Federica Tuseohttp://ildigitale.it
Federica Tuseo. Classe 1994. Redattrice. Nomade digitale, alla costante ricerca di novità e sempre pronta a partire per girare il mondo, raccontando storie di vita vissuta. Una laurea triennale in Lingue e culture moderne ed una magistrale in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Web, startup e innovazione sono i suoi orizzonti di ricerca.
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L’autore William S. Burroughs diceva che quando si smette di crescere, si incomincia a morire. Dallo scandalo Cambridge Analytica, passando per l’introduzione del nuovo regolamento sulla privacy in Europa, molti hanno preannunciato una fine vicina per il social network più potente al mondo. Infatti, se i risultati del terzo trimestre del 2018 in casa Facebook registrano una crescita, con ricavi che hanno segnato il +44%, la stessa è stata inferiore alle aspettative. Gli utenti, in particolare quelli europei, sembrano aver perso interesse nella piattaforma, tant’è vero che il social network ha perso circa un milione di user mensili. Questi dati sono un forte campanello d’allarme per il team californiano, che decide di mettere in campo l’unica strategia utile alla sopravvivenza: sperimentare, dedicarsi ad attività in campi differenti, mettersi in gioco e puntare tutto sull’innovazione.

Facebook è già oltre

Da qui l’attenzione di Zuckerberg, sempre maggiore in questi mesi, verso le Storie. Un meccanismo mutuato da Snapchat e che ha visto il suo sviluppo più importante su Instagram. Ovviamente la rinascita di Facebook comprenderà la sinergia con le altre piattaforme ormai parte integrante della ‘famiglia’ come Whatsapp, Instagram e Messenger. È notizia di diverso tempo fa che WhatsApp introdurrà spazi pubblicitari all’interno dello status, spazi che potrebbero far gola a tantissimi brand. Un altro elemento work in progress è rappresentato dai Video, introducendo sia formati pubblicitari dedicati, sia contenuti più impegnativi, per attrarre l’utente e probabilmente mettere in crisi l’egemonia di YouTube in questo campo. Leggi anche: “Facebook sta invecchiando: gli adolescenti preferiscono Snapchat

Una fantasiosa carta di credito targata Facebook.

Il tuffo nel mondo finanziario

Oltre a questi esperimenti, ora l’azienda di Menlo Park vuole mettere in atto una rivoluzione economica digitale: dal 2019 sarà possibile usare il social network come una banca. Da tempo Facebook ha assunto il ruolo di banca virtuale negli Stati Uniti, perciò il passo successivo naturale è stato quello di lanciare il servizio anche nel Vecchio Continente. Attraverso Messenger e Whatsapp, grazie all’accordo con una serie di partner come PayPal e Satispay, gli utenti potranno effettuare pagamenti veloci in mobilità e non solo. Avendo ottenuto, dopo due anni di attesa, l’autorizzazione dalla Banca centrale irlandese a operare in Europa come emittente di moneta elettronica, Facebook lancia un guanto di sfida agli istituti tradizionali. In altre parole con pochi clic i clienti avranno la possibilità di trasferire soldi elettronici nei vari paesi dell’Unione europea, senza bisogno di ottenere autorizzazioni dai singoli paesi, di aprire un deposito sulla piattaforma del social network e di utilizzare il conto per fare acquisti online. Leggi anche: “Acquistare è sempre più on-line: ma che fine fanno i negozi?” Una novità interessante che porta sia un guadagno al colosso di Zuckerberg, sia a noi utenti. Il primo trova vantaggiosa l’idea di diventare una banca virtuale soprattutto per merito della pubblicità. Avere a disposizione lo storico dei pagamenti, oltre a conoscere gusti, preferenze e fasce d’età dei clienti, aiuterebbe a profilarli ancora meglio ed a creare spot mirati. Riflettendoci su, c’è una certa differenza fra un semplice ‘mi piace’ lasciato sulla pagina di un brand o di un cantante e avere la certezza che una persona sia disposta a spendere per un suo prodotto. D’altra parte il vantaggio esiste anche per gli utenti che, per compiere qualsiasi tipo di transazione, pagherebbe meno commissioni rispetto a quelle imposte attualmente dalle banche.

È la fine delle banche tradizionali?

Chi potrebbe soffrire della rivoluzione sarebbero le banche tradizionali, istituti che non sempre riescono a stare al passo con le novità digitali. Se storicamente il sistema bancario nel suo complesso è stato capace di reagire positivamente alle novità, lo stesso non vale per i singoli operatori. In particolare molte aziende e startup in ambito finanziario, già sottoposte ad una certa pressione dovuta al taglio delle commissioni interbancarie, rischiano di sparire, schiacciate da Facebook e l’immensa mole di dati personali in suo possesso. di Federica Tuseo

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Federica Tuseo. Classe 1994. Redattrice. Nomade digitale, alla costante ricerca di novità e sempre pronta a partire per girare il mondo, raccontando storie di vita vissuta. Una laurea triennale in Lingue e culture moderne ed una magistrale in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Web, startup e innovazione sono i suoi orizzonti di ricerca.
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