100 anni fa nasceva Italo Calvino: “Profeta del nuovo millennio”

Celebriamo i 100 anni di Italo Calvino, spiegando perché del nuovo millennio è profeta.

Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.

Italo Calvino nasce a L’Avana il 15 ottobre 1923, una parabola esistenziale spiccatamente singolare lo vedrà dapprima partigiano, simbolo di una letteratura militante, a partire da Il sentiero dei nidi di ragno, per poi nel corso di 40 anni di indagine saggistica, scandita dalla raccolta Una pietra sopra, personaggio in formazione sul cammino di una sola consapevolezza: nonostante la complessità dei “vari livelli di realtà” la letteratura sopravviverà, “perché ci sono cose che solo essa può offrire“.

Italo Calvino è una delle personalità più versatili del panorama letterario del secondo ‘900: le sue opere non sono solo picchi altissimi di brezze creative, ma delle vere e proprie indagini nella dimensione del linguaggio e nella funzione tout court della letteratura verso gli orizzonti del futuro.

Piero Citati su Italo Calvino: “Nel suo studio aveva tre scrivanie”

italo calvino

E chi meglio di Italo Calvino può indagare la dimensione letteratura, esperto di linguaggi a tutto tondo: romanziere, saggista, editore, critico, traduttore? Come testimonia Piero Citati, lo scrittore aveva nel suo studio tre scrivanie, “una per i saggi, una per i romanzi e una per gli articoli di giornale” e, sin dagli inizi del suo percorso, si è spontaneamente interrogato sul ruolo della letteratura, sgretolando nel corso dei decenni vecchie consapevolezze, per edificarne via via di nuove.

Se nel ’55 nel saggio Il midollo del leone, Calvino configura le caratteristiche di una letteratura militante simbolo della resistenza, nei decenni successivi, vedremo come la prospettiva cambia: già con Cibernertica e fantasmi emerge una riflessione sulla combinatorietà della letteratura (c’è chi vede in questo intuizioni sulla nascita della Intelligenza Artificiale e di strumenti come ChatGPT), che poi di fatto si materializzerà nell’opzione del “finale aperto” di Se una notte di inverno un viaggiatore, in cui al centro del destino dell’opera c’è il lettore, per poi approdare, via via, già con la Sfida al labirinto a un’idea più contemporanea della letteratura, che, scontrandosi con i media e le tecnologie, si vedrà sempre più in balìa di un’esposizione all'”entropia” e avrà davanti a sé missioni nuove e ancor più sfidanti.

Come sopravvive la letteratura alla fine del millennio del libro, che per il libro è stato una culla? Già nel 1984 Calvino aveva intuito l’impatto che le tecnologie avrebbero avuto sulla letteratura, e del suo primo veicolo, la dimensione scrittura, costringendola a rivedere le sue strategie di sopravvivenza.

Come sopravvive la letteratura al nuovo millennio?

Proprio in quell’anno Calvino era stato invitato all’Università di Harvard per tenere sei conferenze, il titolo in inglese dice tanto sul senso delle stesse: Six Memos for the Next Millennium.

Nascono così le Lezioni americane, come dei post-it da attaccarsi addosso, il cui volume è la messa insieme di appunti degli studenti, a cura della moglie Esther, poi uscito postumo, perché Calvino muore nel settembre del 1985 e non fa neanche in tempo a tenere l’ultima conferenza, dedicata alla Coerenza. Però ha tenuto in maniera super memorabile le prime cinque Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità.

E se queste fossero delle vere e proprie bussole attraverso le quali la letteratura si orienterà nell’era digitale? Il primo a dirlo è stato il linguista Alessandro Lucchini, che nel suo libro Content Management ci ha dedicato un capitolo intero, intitolato Calvino e la profezia del web.

Queste caratteristiche le abbiamo approfondite nel nuovo numero di Tesi, l’iniziativa editoriale congiunta del Centro Studi Tagliacarne e di Università Mercatorum. Il paper dal titolo La scrittura nell’ipertesto della rete, realizzato per i 100 anni dalla nascita di Italo Calvino e ispirato alle Lezioni americane, è un’occasione di riflessione per intravedere gli orizzonti della letteratura digitale del futuro. 

  • Cos’è la Leggerezza, la famosa operazione del togliere peso di Italo Calvino, se non tagliare il 50% della prima stesura in un testo web? Lo diceva bene anche Orwell: “Se puoi tagliare una parola, tagliala sempre
  • Cos’è la Rapidità, “quel perdere il filo cento volte e ritrovarlo dopo cento giravolte“, se non la propedeuticità dei contenuti nei vasi comunicanti del web, meglio conosciuti come links?
  • Cos’è l’Esattezza, se non la concisione che la dimensione digitale oggi con urgenza ci richiede? Italo Calvino accusava già i media di allora della “pestilenza del linguaggio” e i media attuali, per via delle problematiche connaturate di information overload e di “serendipidità”, ne amplificano il problema
  • Cos’è la Visibilità, se non il parlare attraverso le immagini, che oggi sono le fondamenta della narrazione digitale?
  • Cos’è la Molteplicità, se non la consapevolezza che il sapere non è più univoco? Pensiamo all’enciclopedia aperta Wikipedia, ma pensiamo anche al romanzo aperto di Michela Murgia, Chirú, che sulla sua pagina Facebook, profilo dello stesso personaggio, dialoga con i suoi lettori, come fossero amici
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Italo Calvino: “La letteratura sopravviverà, perché ci sono cose che solo essa può offrire”

Grazie a Calvino navighiamo nella dimensione scrittura/letteratura del nuovo millennio con una consapevolezza importante: mai perdere di vista la sfida dell’Esattezza, mai perdere la credibilità letteraria che è Coerenza, mai permettere ai nuovi media di farci cadere in un impoverimento sostanziale e di stile.

La vera sfida è una trasposizione qualificante dell’atto di fare letteratura, passando da un mezzo a un altro, o meglio, integrando i media tradizionali ai più innovativi, senza mai sacrificarne la qualità: questa, al giorno d’oggi, è una sfida che richiederà non pochi sforzi. Ma come affermava lo stesso Calvino all’inizio di Lezioni americane una certezza resta granitica:

La fiducia nel futuro della letteratura e nella sua indiscutibile
sopravvivenza consiste nel sapere che ci sono cose che solo essa può offrire.

Eccola l’immensa eredità di Italo Calvino: lo sguardo propositivo verso l’orizzonte del futuro, nonostante tutto.

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Silvia Buffo
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Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.
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