Zucchero sulle alluvioni in Emilia: “Alla mia terra ho dedicato una strofa”

Zucchero ha iniziato il World Wide Tour in Italia con un concerto alle Terme di Caracalla, dove ha parlato degli alluvioni che hanno colpito la sua terra d’origine. Vediamo insieme cosa ha detto.

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Zucchero ha cominciato il suo World Wide Tour lo scorso aprile in Nuova Zelanda, mentre ora è alla volta dell’Italia, dalle Terme di Caracalla, il 30 maggio e dal 2 giugno a oggi per oltre due ore e mezzo di concerto, a piazza Unità d’Italia a Trieste, dalla Valle dei Templi di Agrigento alla Reggia di Caserta.

Partendo da Roma, Zucchero ripercorrerà i suoi 40 anni di carriera, cantando i suoi più grandi successi, tra cui e “Così celeste” e “Diamante”, cantate con il coro gospel, “Diavolo in me”, “Spirito nel buio”, “13 buone ragioni”, e “Miserere” con cui ha voluto ricordare l’amico Luciano Pavarotti, indossando un foulard che proprio quest’ultimo gli aveva regalato. Con la sua band ha poi fatto un omaggio a Tina Turner, scomparsa lo scorso 24 maggio, e al Maestro Ennio Morricone.

Zucchero: “In Romagna non vedo ancora la primavera, spero arrivi presto”

Zucchero ha rivolto anche un pensiero alla sua terra, l’Emilia, cantando “Let It Shine”, scritta nel 2005 dopo l’uragano Katrina, tra i più gravi della storia in cui ha cambiato un verso. A tal proposito, il cantante, rivolgendosi alla Romagna durante la conferenza stampa dopo il concerto, ha così rivelato:

Succedono troppe cose brutte e poche belle, ovviamente spero sempre in un raggio di luce.

Ci sono delle forze oscure, come le pesanti disarmonie del mondo ancora che aleggiano.

E ovviamente i disastri della Romagna che fanno riflettere.

In “Let it Shine”, che era dedicata a New Orleans, la mia seconda città del cuore, ho cambiato il testo e ho detto ‘Ho visto la mia terra’ invece del ‘Mississippi‘.

Zucchero al concerto benefico “Italy Loves Romagna”

Proprio per celebrare i 40 anni di successi, il 9 e 10 giugno alla RFC Arena di Campovolo ci saranno due tappe a Reggio Emilia, cara a Zucchero, in quanto è nato a Roncocesi che si trova proprio in questa provincia. Inoltre, tornerà lì anche il 24 giugno per il concerto evento di beneficenza i cui ricavi andranno agli abitanti emiliani colpite dall’alluvione, “Italy Loves Romagna”:

Non potevo dire di no. La sera prima sarò a Sofia e poi tornerò a Bucarest, ma lo faccio super volentieri, come fai a non esserci?

Ferdinando Salzano di Friends&Partner, che organizza il concerto evento, ha raccontato:

L’emergenza dell’alluvione è differente da quella del terremoto.

Quando arriva il sole, pensi che in quel momento l’emergenza non ci sia più. E invece no.

L’Arena di Campovolo è modulabile, in questo momento siamo partiti bene. Noi useremo il palco di Zucchero, questo è un plauso a lui.

Zucchero su Salmo: “Non volevo cantare coi rapper, ma mi è piaciuto molto a Sanremo”

Gli altri artisti presenti il 24 giugno sono Blanco, Elisa, Fiorella Mannoia, Gianni Morandi, Giorgia, Laura Pausini, Ligabue, Madame, Max Pezzali, Negramaro, Tananai e Salmo. Quest’ultimo è stato invitato dallo stesso Zucchero nelle date del 9 e 10 giugno in quanto impressionato dalla sua versione di “Diavolo in me”, portata a Sanremo nella serata delle cover con Shari:

Rispetto al resto del tour sarà una festa un po’ più lunga e che parlerà di più delle mie radici. Amore e radici…

Ospiti? Ci ho pensato ma mi sono detto: “Vorrei fare a casa mia un concerto mio”. E ho invitato Salmo: erano tre o quattro anni che mi dicevano di fare qualcosa con i giovani, rapper e trapper.

Ma io non avevo mai individuato nessuno e soprattutto non ci riesco, perché concepisco la musica come melodia, come spazi aperti.

Invece Salmo mi ha colpito con la sua versione di “Diavolo in me” al Festival di Sanremo.

Pur facendo il suo suono, ha un grande bagaglio musicale. E siamo diventati amici.

Con lui si può pensare anche di fare qualcosa a livello discografico che sia credibile.

Leggi anche: Marco Morricone, figlio di Ennio: “Mio padre era un fuoriclasse, ma non si sentiva all’altezza”

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