Vittorio Emanuele di Savoia, primo re d’Italia che non è riuscito mai a salire sul trono, è scomparso oggi all’età di 86 anni. Padre di Vittorio Emanuele di Savoia e figlio di Umberto II, ultimo re d’Italia, e di Maria José, ha trascorso gran parte della sua vita in esilio, dopo che, con l’entrata in vigore della Costituzione nel 1948, ai discendenti e alle consorti di Savoia è stato vietato l’ingresso in Italia.
Figura controversa, a causa di alcuni scandali legati a vicende giudiziarie che hanno contrassegnato la sua vita, è sempre stato prosciolto dalle accuse più gravi. Nel 2002, in seguito all’abolizione della norma che obbligava all’esilio gli eredi di casa Savoia, è potuto rientrare in Italia, giurando per iscritto, insieme al figlio, fedeltà alla Costituzione repubblicana e al presidente della Repubblica.
Vittorio Emanuele di Savoia: il patrimonio e gli eredi
Vittorio Emanuele di Savoia per tutta la sua vita ha potuto godere di un consistente patrimonio, vivendo nell’agiatezza. Nonostante la fine della monarchia e l’esilio la famiglia Savoia ha mantenuto un certo tenore di vita, anche se nello specifico non si conosce a quanto ammonta il suo patrimonio, al cui riguardo ha sempre mantenuto un certo riserbo. Stesso discorso vale per il numero di proprietà. Oltre alla villa nella quale risiedeva a Ginevra, pare avesse abitazioni anche in Corsica, a Roma, in Portogallo e a Gstaad.
Secondo la rivista svizzera Swissinfo.ch il patrimonio di Vittorio Emanuele si aggirerebbe intorno ai a 1,4 milioni di franchi.
Tutto il patrimonio e le proprietà dovrebbero andare ad un unico erede: Emanuele Filiberto, nato nel 1972 dall’unione tra Vittorio Emanuele e Marina Ricolfi Doria, ex sciatrice nautica. Nonostante il loro matrimonio non sia stato mai approvato dall’ultimo re d’Italia Umberto II, nonno di Emanuele, Marina è rimasta fedele al marito, al suo fianco fino al giorno della sua morte.
L’ultima battaglia di Vittorio Emanuele di Savoia
Una delle ultime battaglie di Vittorio Emanuele II riguarda la causa per riavere i gioielli della Corona, intentata contro lo Stato italiano. Si tratta di un tesoro di oltre 6mila brillanti e 2mila perle, facente parte dei gioielli della Corona, ora custoditi dentro uno scrigno in un caveau della Banca d’Italia, dal giugno del 1946.
Questo tesoro, alla fine della monarchia, è stato confiscato ai Savoia e divenuto di proprietà dello Stato italiano. Di fatto non è stato considerato di proprietà della famiglia reale, a differenza degli altri suoi possedimenti. La richiesta ufficiale di restituzione dei gioielli è stata inviata il 29 novembre del 2021 alle tre istituzioni individuate come interlocutrici della mediazione.
La risposta non si è fatta attende. Il giorno successivo, 30 novembre, gli avvocati Marco Di Pietropaolo e Olina Capolino, per conto della Banca d’Italia, hanno scritto così, come riportato da Il Gazzettino:
La restituzione non può essere accolta, tenuto contro delle responsabilità del depositario.
Pur non essendo riuscito a recuperare i gioielli di famiglia Vittorio Emanuele di Savoia, come abbiamo detto, ha vissuto nel benessere, sempre vicino ai suoi affetti più cari, la moglie Marina Ricolfi Doria e il figlio Emanuele Filiberto, suo tesoro più prezioso.
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