Victim Blaming: cos’è e come riconoscerlo

Il victim blaming è un fenomeno che tende a colpevolizzare le donne vittime di violenza. Vediamo come riconoscere questa condizione e perché accade.

Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.
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Victim blaming è un termine che viene utilizzato per indicare la pratica di colpevolizzare, sminuire e ridimensionare le vittime di violenza sessuale o domestica, ritenendole irragionevolmente responsabili di quanto accaduto.

Questo fenomeno inverte i ruoli di vittima e colpevole: l’oppresso diventa oppressore e la responsabilità del fatto viene attribuita unicamente al soggetto che subisce.

L’espressione viene quindi utilizzata per descrivere tutte quelle volte in cui un individuo che subisce una violenza viene ritenuto responsabile.

Victim blaming: che cos’è

Il termine victim blaming venne utilizzato per la prima volta nel 1976 dallo psicologo William Ryan, nell’opera “Incolpare la vittima” per rispondere a chi credeva che lo status sociale potesse in qualche modo giustificare l’eventuale atteggiamento degli individui.

La tendenza a considerare colpevole chi subisce un certo comportamento, come nel caso di una violenza sessuale è un meccanismo di pensiero che ancora oggi, purtroppo, trova spazio nella società moderna.

Le parole del medico criticavano infatti la mentalità del tempo che portava le persone comuni a incolpare i poveri per la loro condizione economica.

Da un punto di vista esterno, incolpare le vittime per la situazione in cui si trovano è un modo semplice per affrontare situazioni difficili, permette ad esempio di ignorare il problema in quanto è responsabilità della vittima trovare il modo di risolverlo o imparare a conviverci.

Victim blaming e violenza contro le donne

In generale, davanti ad una certa notizia a sfondo sessuale, tendiamo sempre, guidati dalla società e dal pensiero comune, a porre l’attenzione su caratteristiche che crediamo siano rilevanti.

Quante volte abbiamo sentito dire o pronunciare queste parole: “Chissà come era vestita la vittima, probabilmente non è stata in grado di dire no, avrà sicuramente provocato quella persona, non doveva bere”.

Questa condizione di colpevolizzazione prende di mira soprattutto le donne che subiscono una doppia violenza: da parte dello stupratore e da parte della collettività.

L’opera di vittimizzazione causa dei danni tremendi che possono sfociare nella depressione, ansia, mancanza di autostima, difficoltà nelle relazioni, autolesionismo, disturbi del sonno e nei casi più gravi nel suicidio. Molto spesso il senso di colpa genera nella donna che ha subito violenza una sorta di senso di colpa che la conduce sulla via della non denuncia.

Proprio per paura di non essere creduta, la vittima preferisce rimanere in silenzio, vergognarsi e dubitare di ciò che ha vissuto.

Victim blaming: perché accade

La tendenza a colpevolizzare una persona che ha subito uno stupro accade per due ragioni:

  1. Le istituzioni non riconoscono e non tutelano le donne che subiscono violenza. Spesso, quando viene denunciato un abuso, lo stato minimizza e ridimensiona quelli che sono i segnali di un atto brutale. Si preferisce manipolare la situazione e far credere che il comportamento di chi ha subito abbia influenzato il sopruso.
  2. Il concetto di errore fondamentale di attribuzione: il processo di victim blaming viene condotto mediante lo scarico delle responsabilità. Si sottovalutano i fattori esterni, indipendenti dalla volontà della vittima. Quando poniamo l’attenzione su un evento negativo, tendiamo ad escludere gli aspetti situazionali e sociali di un dato fenomeno.

Gard Lerner, gionalista libanese, ha ipotizzato l’esistenza di un mondo giusto, in cui chiunque riceve ciò che merita. Questo spiegherebbe il processo psicologico del victim blaming.

Come riconoscere la colpevolizzazione di una vittima

Il victim blaming passa innanzitutto per delle convinzioni errate che possono fortificare e rafforzare l’effetto della colpevolizzazione. Le frasi che vengono spesso pronunciate nei confronti di chi ha subito violenza sono:

  • Smettila di fare la vittima
  • Devi perdonare chi ti ha fatto male
  • Impara a guardare il tuo carnefice
  • Giustifica il colpevole
  • Vai avanti e lasciati tutto alle spalle

Purtroppo l’origine di questa mancanza di tutele è causata dalla scarsa sensibilizzazione sul tema e dall’impreparazione delle istituzioni, ma soprattutto dei media che tendono ancora e ancora ad incrementare il senso di colpevolizzazione della vittima.

Leggi anche: Perché nel 2022 ci sono ancora vittime di stupro?

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