Vi ricordate Spelacchio? Dimenticatelo, sarà Netflix a fare l’albero di Natale a Roma

Valentina Cuppone
Valentina Cuppone
Valentina Cuppone, classe 1982. Caporedattore de Il Digitale. Formazione umanistica, una laurea in Lettere Moderne e una specializzazione in Comunicazione della cultura e dello spettacolo all’Università di Catania. Curiosa e appassionata di ogni cosa d’arte, si nutre di libri, mostre e spettacoli. Affascinata dal mondo della comunicazione web, il suo nuovo orizzonte di ricerca è l''innovazione.
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Accordo siglato con l’agenzia di comunicazione Igp Decaux che ha fatto da intermediaria tra Netflix e il Comune di Roma. In queste settimane di festa che si avvicinano sempre più inesorabilmente, dall’8 dicembre alla prima settimana di gennaio 2019, i protagonisti di Netflix non ci faranno compagnia solo la sera, ognuno davanti al proprio device. No. Quei visi riconosciuti e riconoscibili addobberanno il tradizionale albero di Natale che ogni anno viene posto nella grande aiuola di piazza Venezia. La piattaforma di video online sarà sponsor del Natale romano. L’anno scorso, uno sfavillante abete agghindava Milano. Era sponsorizzato da Sky, assolutamente lontano di ciò che potevamo ammirare a ridosso dell’Altare della Patria. Dove svettava la spoglia figura di Spelacchio. Sulla scia del modello meneghino, per Roma è previsto un maestoso, sano e opulento abete, alto circa 20 metri, decorato con circa 500 palle, con 60 mila luci a Led, badate però, a basso consumo energetico e a luce calda, con la possibilità di personalizzare le decorazioni, e, udite udite, probabilmente anche con una parte predisposta e pensata per fare selfie. Un modo per trasportare la mania social targata XXI secolo nella festa più “sociale” di tutto l’anno. La festa dove ci si riunisce con parenti e amici, immersi in un’atmosfera di unione. È questo il Natale no? Leggi anche: Netflix Party – un’esperienza senza precedenti

Spelacchio vs Netflix Christmas tree

L’abete romano 2018 è lo specchio dei tempi che viviamo. Di gran moda, e ancor di più con Netflix e i suoi personaggi. Ma vogliamo ricordare la storia di Spelacchio. Se n’è parlato tanto. La sua immagine è diventata virale. Per settimane sul web impazzava il conclamato sarcasmo capitolino sulle sventure legate allo smagrito e moribondo abete rosso. Diventò una star, ai suoi rami venivano appesi bigliettini di ogni tipo, su Twitter l’hastag con il nomignolo affibiatogli fu un tormentone. I giornali hanno addirittura raccontavano le sue vicissitudini inventando storie a fumetti. La fama di Spelacchio supera i confini italiani, se ne parla anche all’estero. Non importa ora valutare e ragionare su tutte le polemiche che hanno circondato la sua breve esistenza su suolo romano. Ma sicuramente, brutto o bello che sia stato, Spelacchio per quelle settimane è diventato un divo. Tanto che ancora se ne parla. Criticare, ironizzare, sbeffeggiare ma al centro del dibattito. La sfida più ardua non sarà tanto essere più elegante, sfarzoso, sano, ricco e abbondante del logoro abete, per quello ci vuol davvero poco. Ma per l’albero di Netflix riuscirà ad avere la stessa fama? Perché i romani a quell’abete ci si sono affezionati. Per tenerezza, ironia, sane risate e prese in giro. D’altra parte, de gustibus non est disputandum. Leggi anche: Ho l’impressione che internet stia diventando un posto migliore

Il Natale firmato Netflix è già polemica

Verrà acceso ufficialmente, come da tradizione, l’8 dicembre e resterà illuminato 24 ore su 24. L’albero da poco meno di 400 mila euro firmato Netflix, vedrà sui suoi rami, almeno in parte, i volti noti delle sue popolari fiction. Dai protagonisti di Narcos a quelli de La casa di carta, da Suburra alle futuribili atmosfere di Black Mirror, i presupposti per diventare simbolo di questo Natale ci sono tutti. In più, spazio dedicato ai selfie con un’inquadratura standardizzata. E che la selfie-manie trovi il suo sfogo, con relativa pioggia di tag e hastag. Gli ingredienti per dimenticare Spelacchio ci sono tutti. Anche se forse resterà ancora a lungo nel nostro immaginatio come mascotte romana del Natale. Nonostante l’affare concluso da poco, già da subito non si fanno attendere le polemiche. Che manchino è impossibile. Per ora le critiche si sono mosse dal versante degli ambientalisti e dei Verdi. Si chiede di piantare, far crescere e curare un abete vivo, da addobbare di anno in anno, che sia ecologico, essenziale e sobrio. Alcuni si dicono indignati dalla cospicua spesa dello sponsor a fronte di un periodo in cui le famiglie italiane si trovano ad affrontare diverse difficoltà. Si suggerisce di evolvere il ricavato di tale operazione nella creazione e manutenzione di parchi per bambini. E sicuramente più ci avviciniamo all’inaugurazione, più le critiche diventeranno vox populi. Questo Natale è ancora tutto da scrivere. Leggi anche: Green economy: l’emergenza ambientale porterà oltre 3 milioni di posti di lavoro di Valentina Cuppone

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Valentina Cuppone, classe 1982. Caporedattore de Il Digitale. Formazione umanistica, una laurea in Lettere Moderne e una specializzazione in Comunicazione della cultura e dello spettacolo all’Università di Catania. Curiosa e appassionata di ogni cosa d’arte, si nutre di libri, mostre e spettacoli. Affascinata dal mondo della comunicazione web, il suo nuovo orizzonte di ricerca è l''innovazione.
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