Vaticano: tre guardie svizzere rifiutano il vaccino e si dimettono

Dal 1 ottobre anche il Vaticano ha inserito l'obbligo del Green Pass o in alternativa un tampone molecolare o antigenico a spese del diretto interessato.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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In Vaticano giuramento delle guardie svizzere è talmente solenne da essere quasi irreversibile. Eppure questo non ha impedito a 3 membri di uno dei più antichi corpi di sicurezza del mondo di rifiutare il vaccino e dimettersi dal proprio ruolo.

“No vax” anche in Vaticano: tre guardie svizzere hanno preferito dimettersi piuttosto che vaccinarsi

“Giuro di servire fedelmente, lealmente e onorevolmente il Pontefice regnante e i suoi legittimi successori, di dedicarmi a loro con tutte le forze, sacrificando, se necessario, anche la mia vita in loro difesa”. Recita così il giuramento delle guardie svizzere quando prestano fedeltà al Vaticano, una fedeltà che stando alle parole pronunciate non dovrebbe essere scalfita da nulla, eppure l’ideologia no vax pare aver “contagiato” anche la guardia personale del Papa, il più antico e piccolo corpo militare del mondo, nato sotto Giulio II nel 1506 con la missione appunto di proteggere il pontefice in pectore.

La notizia delle tre guardie svizzere che hanno rifiutato il vaccino rassegnando in seguito le proprie dimissione è stata data per prima dal quotidiano svizzero La Tribune de Genève.

Dal 1 ottobre anche in Vaticano è scattato l’obbligo di Green Pass l’alternativo al vaccino che concederebbero in automatico la certificazione verde, l’alternativa, come su suolo italiano, è un tampone molecolare o antigenico a spese del diretto interessato. Questo è il “decreto generale” sancito e firmato dal Segretario di Stato, Pietro Parolin, che ha inderogabilmente stabilito che “il personale sprovvisto delle necessarie certificazioni non può accedere al posto di lavoro e dovrà essere considerato assente ingiustificato”.

In Vaticano il numero delle guardie svizzere pontificie è di 135 uomini. Tra queste solo 6 membri ancora non avevano ricevuto il vaccino. Il portavoce delle Guardie svizzere Urs Breitenmoser, confermando la notizia, ha detto che tre alabardieri hanno lasciato il loro servizio “liberamente”, mentre altri tre sono sospesi dalle loro funzioni fino a quando non avranno completato il ciclo vaccinale.:

E’ una misura che si adegua a quella di altri corpi d’armata nel mondoprecisa il portavoce dell’esercito del Papa

Comunque nello specifico caso delle Guardie svizzere, a differenza di tutti gli altri dipendenti, il Vaticano ha ritenuto che il tampone antigenico non potesse bastare e fosse obbligatoria la vaccinazione data la loro costante vicinanza al papa.

Le guardi svizzere inoltre vivono assieme in una caserma nel territorio del Vaticano, sorvegliano gli ingressi e sono sempre a contatto con il Papa, oltre ovviamente ai suoi ospiti, ciò significa che un test realizzato nelle ultime 48 ore non sarebbe affidabile al 100% poi non sarebbe ovviamente in grado di rivelare se un contagio avvenisse nelle 48 ore successive al tampone, insomma il vaccino è più sicuro.

Di ritorno dalla Slovacchia, lo scorso 15 settembre, lo stesso Papa Francesco vaccinatosi con la prima dose di Pfizer il 13 gennaio e con la seconda il 3 febbraio, aveva spiegato ai giornalisti che:

In Vaticano sono tutti vaccinati, tranne un piccolo gruppetto che si sta studiando come aiutare, anche se nel collegio cardinalizio ci sono alcuni negazionisti. Hanno paura, bisogna chiarire con serenità.

Leggi anche: Vaticano: Papa Bergoglio rivede la legge sugli abusi sessuali

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