Vicenza, un milione di euro nella fotocopiatrice al macero: “Erano i risparmi di una vita”

Una storia ai limiti dell'incredibile arriva da Vicenza, dove nei giorni scorsi più di un milione di euro è andato in frantumi per l'errore di un pensionato. Ecco cosa è successo.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Un milione di euro nella fotocopiatrice: una storia ai limiti dell’incredibile arriva da Vicenza, dove nei giorni scorsi più di un milione di euro è andato in frantumi per l’errore di un pensionato, che adesso non si dà pace. Il tutto è avvenuto nell’azienda Romano d’Ezzelino, specializzata nello smaltimento di rifiuti: gli operatori dell’ecocentro hanno confermato quanto avvenuto e lo hanno raccontato al Giornale di Vicenza.

In breve, container di materiali e dispositivi provenienti da vari ecocentri del Veneto sono giunti nell’azienda Romano d’Ezzelino per lo smistamento e per la successiva distruzione nel macchinario tritatutto. Proprio all’interno di uno dei conteiner si trovava una vecchia fotocopiatrice da rottamare che, dentro i cassetti della carta, nascondeva centinaia di banconote da 50, 100 e 500 euro, per una cifra totale pari almeno al milione.

Triturato un milione di euro nella fotocopiatrice, ma c’è chi parla di una cifra più alta

Vicenza, un milione di euro nella fotocopiatrice al macero: "Erano i risparmi di una vita"

Un milione di euro nella fotocopiatrice: gli operatori dell’ecocentro di Vicenza si sono accorti dell’enorme cifra di denaro che andava in fumo quando ormai era troppo tardi. La fotocopiatrice, infatti, era già nel tritatutto e recuperarla avrebbe significato rischiare la vita. I dipendenti della Sea di Romano d’Ezzelino hanno raccontato che l’enorme cifra di denaro era riposta nei vani destinati alle risme di carta e che, una volta terminata l’operazione del tritatutto, di quei soldi non siano rimasti che brandelli.

C’erano banconote da 200 e 500 euro e alcuni testimoni sono pronti a scommettere che la cifra reale andata in frantumi sia in realtà indeterminabile: c’è chi parla di addirittura due milioni di euro. Le banconote che sono rimaste incastrate nel filtro del trituratore sono adesso conservate da Giuseppe Ziliani, amministratore delegato della Sea. A quanto pare, la fotocopiatrice milionaria era stata classificata come “rifiuto speciale” da smaltire da un comune dell’Altovicentino.

Un milione di euro nella fotocopiatrice: la disperazione del pensionato 70enne

Un milione di euro nella fotocopiatrice: a quanto pare, l’apparecchio in questione era stato consegnato all’ecocentro da un pensionato di 70 anni, di cui ancora non si conosce l’identità, ma ci sarebbero indagini in corso. L’ecocentro che ha ricevuto l’apparecchio è quello di via Castiglione ed è gestito dalla società “Agno-Chiampo Ambiente”, ma è subappaltato a una cooperativa vicentina. Quei soldi altro non sarebbero che i risparmi di una vita e parte della pensione del 70enne. Il sindaco di Chiampo, Matteo Macilotti, ha detto:

Non sappiamo il nome del concittadino. Una mattina l’ho visto, molto agitato, voleva rientrare in possesso del macchinario che egli stesso aveva conferito all’ecocentro pochi giorni prima. Il Comune si è premurato di contattare subito la Sea e i dipendenti hanno chiesto all’azienda se il macchinario fosse già stato distrutto.

Ci sono state alcune telefonate di verifica, e alla fine l’esito è stato confermato. Ma davvero non avevamo idea che contenesse un tesoro simile, il pensionato non ne aveva fatto parola.

Un milione di euro nella fotocopiatrice, la Sea: “Nessuno apre i cassetti della carta”

In merito alla sfortunata vicenda dell’anziano, la Sea ha precisato: “Quando arrivano rifiuti Raee come le fotocopiatrici i dipendenti controllano solo che all’interno non vi siano i toner. Nel caso di quella, erano già stati tolti. Nessuno apre mai i cassetti della carta. È stato l’operaio addetto a quella lavorazione che ha visto il rullo riempirsi di coriandoli bianchi e viola, ha capito che erano banconote e lo ha segnalato. Ma ormai era troppo tardi: di quei soldi non è rimasto che materiale con la consistenza della sabbia. Lo abbiamo tenuto da parte, nel caso qualcuno eventualmente ce lo chieda”.

Leggi anche: Escherichia Coli, stop alla balneazione in Riviera: cos’è, sintomi e rischi

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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