Un dipendente pubblico può aprire partita IVA e svolgere altre attività? Cosa dice la legge e quali sanzioni

Ecco cosa deve fare un dipendente pubblico se volesse accettare incarichi esterni al di fuori del proprio orario di lavoro: aprire la partita IVA può essere la soluzione?

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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È possibile per un dipendente pubblico aprire la partita IVA? Questa è una domanda che moltissime persone si pongono, specialmente se si possa condurre una seconda attività lavorativa fuori dall’orario lavorativo pattuito, sia per dare sfogo alle proprie passioni sia per aggiungere dei guadagni extra al proprio stipendio mensile.

I dipendenti privati possono aprire una partita IVA per svolgere, in parallelo, altre attività al fianco di quella principale, seppur rispettando determinate condizioni, e cosa cambia, invece, per i dipendenti pubblici, quindi tutti coloro che operano nel campo della Pubblica Amministrazione?

Per rispondere al quesito, i lavoratori nella PA in generale non possono avere una partita IVA, né se abbiano un contratto a tempo determinato e né se si trovano in un periodo di aspettativa. Tale condizione, però, non è limitante: non pone loro nessun veto di ottenere e svolgere incarichi esterni, purché le attività extra non combacino né con gli orari di lavoro e con il ruolo svolto giornalmente e non creino conflitti di interesse con le normali funzioni svolte, come riporta “Partitaiva.it”.

Ecco a chi si riferisce tale questione:

  • Insegnanti
  • Dipendenti pubblici part-time, che lavorano, di norma, 18 ore
  • Casi particolari da stabilire di volta in volta

Cosa bisogna fare per svolgere un secondo lavoro se si è dipendente pubblico nella PA?

Qualora un dipendente pubblico della PA decidesse di assumere incarichi al di fuori del proprio orario di lavoro, dovrà, dapprima, avvertire la propria amministrazione di appartenenza. Non solo, dovrà, inoltre, dichiarare quale sia l’attività che prenderà in carico, specificando tutti i dettagli, come prevede il d.P.R. 445/2000, per non incorrere in sanzioni gravi, tra cui il licenziamento.

Ecco quali sono le informazioni che dovranno essere fornite dal dipendente:

  • La data di inizio e di fine dell’incarico, quest’ultima anche se non ancora definitiva, nonché eventuali cambiamenti decisi in corso d’opera
  • L’ente o l’azienda presso cui si svolgerà tale incarico
  • Dovrà essere garantita la conferma che l’attività presa in carico non crei conflitti di interesse con la PA e che sarà svolta in orari fuori da quelli pattuiti come da contratto da dipendente pubblico
  • Dovrà, inoltre, essere specificato che tale incarico sarà di natura occasionale e non continuativa
  • Il compenso che si riceverà o che si pensa di ricevere alla consegna

Successivamente, l’amministrazione di appartenenza valuterà tutte le specifiche del caso, soprattutto che non vi siano conflitti di interesse, come già accennato, e che tale attività non ponga concorrenza al ruolo del dipendente pubblico svolto regolarmente, come previsto da contratto.

Cosa succede se l’amministrazione di appartenenza non concede l’autorizzazione?

Se un dipendente pubblico svolge un incarico senza aver ottenuto la previa autorizzazione dall’amministrazione di competenza può incorrere in alcune sanzioni, tra cui pagare il compenso ricevuto a quest’ultima.

Nel caso in cui un’organizzazione pubblica oppure un ente privato assegnino l’incarico senza aver avuto il precedente beneplacito, saranno sanzionati con una multa per due volte superiore al compenso elargito al dipendente pubblico.

Infine, se quest’ultimo svolgesse o avesse svolto incarichi che creino concorrenza nell’ambito della PA presso cui lavora e persevera in tali attività, dopo essere stato ammonito dalla propria amministrazione di competenza, potrebbe rischiare di perdere il proprio posto di lavoro.

Leggi anche: Che cos’è quota 97,6, come funziona, chi può richiederla ed entro quando fare domanda

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Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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