Ue-Astrazeneca, stretta sulle esportazioni: “Di 120 milioni di dosi, consegnate meno di 30”

Ieri la Commissione Europea ha adottato una revisione stringente del regolamento per l'esportazione dei vaccini: si inasprisce così lo scontro Ue-Astrazeneca.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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I rapporti tra Ue-AstraZeneca si fanno sempre più tesi. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi si è espresso diverse volte sui ritardi di alcune case farmaceutiche nella consegna dei vaccini, promettendo di prendere provvedimenti verso tutte quelle che non avrebbero adempito alle promesse fatte.

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, da parte sua, chiede da tempo reciprocità sull’esportazione dei vaccini, soprattutto da parte del Regno Unito riguardo il vaccino AstraZeneca.

Proprio per questo motivo, ieri la Commissione Europea ha adottato una revisione del meccanismo per l’autorizzazione all’esportazione dei vaccini, aggiungendo la “reciprocità” e la “proporzionalità” tra i criteri da valutare prima di dare il via libera: l’obiettivo è che le richieste di export non costituiscano una minaccia per l’approvigionamento di dosi nei 27 paesi dell’Ue.

La revisione del regolamento di esportazione dei vaccini adottata ieri dalla Commissione Europea

ue-astrazeneca stretta esportazione sui vaccini

Il regolamento approvato dalla Commissione Europea prevede che le domande di export siano valutate caso per caso. L’iniziativa revoca l’esenzione per 17 paesi, mentre i 92 paesi a basso e medio reddito del Covax restano esclusi dall’applicazione di tale misura. Ai 17 paesi esclusi dall’export europeo potrebbero aggiungersi con tale revisione anche Svizzera, Israele e Albania.

Stando al Regolamento approvato ieri dalla Commissione, le aziende dell’Ue hanno esportato grandi quantità di prodotti coperti dal meccanismo di autorizzazione all’esportazione verso Paesi che già hanno una grande capacità propria di produzione, mentre tali Paesi hanno invece limitato le proprie esportazioni verso l’Unione per legge o tramite accordi contrattuali conclusi con produttori di vaccini stabiliti nel loro territorio.

E tale squilibrio ha portato a carenze di approvigionamento all’interno dell’Unione: l’Ue ha infatti esportato dosi verso Paesi privi di capacità produttive ma con un tasso di vaccinazione più elevato, o in Paesi dove la situazione epidemiologica è meno grave.

L’Esecutivo comunitario ha diffuso i numeri dell’export di vaccini europeo: dall’avvio del meccanismo di autorizzazione, sono state raccolte 380 richieste di esportazione verso 33 paesi per un totale di circa 43 milioni di dosi esportate. E le principali destinazioni sono Regno Unito, Canada, Giappone, Messico e Arabia Saudita.

La Presidente dell’Esecutivo comunitario Ursula von der Leyen ha commentato:

L’Ue è l’unico grande produttore dell’Ocse che continua ad esportare vaccini su larga scala in dozzine di Paesi.

Ma le strade devono correre a doppio senso.

Questo è il motivo per cui la Commissione Europea introdurrà i principi di proporzionalità e reciprocità nel meccanismo di autorizzazione esistente nell’unione.

Dobbiamo garantire consegne tempestive e sufficienti di vaccini ai cittadini dell’Unione. Ogni giorno conta.

Guerra Ue-AstraZeneca, Dombrovskis: “Le forti inadempienze di AstraZeneca sono evidenti”

ue-astrazeneca stretta esportazione sui vaccini

L’Europa esporta vaccini, ma le case farmaceutiche non rispettano con la stessa diligenza gli impegni presi. E l’attacco è da tempo rivolto ad AstraZeneca, che non riesce a tenere fede ai contratti firmati, consegnando le dosi accordate con evidenti e dannosi ritardi.

Il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis è perciò passato all’attacco diretto dell’azienda ritardataria ed ha detto:

Le forti inadempienze di AstraZeneca sono evidenti: sulle 120 milioni di dosi da consegnare all’Ue nel primo trimestre del 2021, si è arrivati a consegnarne 30 milioni, ma non si è nemmeno vicini a questa cifra.

E riguardo le novità previste dal regolamento sull’esportazione dei vaccini anti-Covid al di fuori dell’Ue, il Vicepresidente sottolinea:

Il meccanismo sulle esportazioni non prende di mira alcun paese specifico, nell’Ue dobbiamo garantire la vaccinazione della popolazione.

E siamo in ritardo, nonostante l’Ue sia uno dei centri della pandemia, è anche il più grande esportatore di vaccini.

E fa l’esempio del Regno Unito: l’Ue ha esportato qui 10 milioni di dosi, ma da lì ne sono ritornate zero al blocco.

Leegi anche: L’Ema dà il via libera al vaccino Astrazeneca: “È sicuro ed efficace”

Guerra Ue-AstraZeneca: 29 milioni di dosi trovate ad Anagni

ue-astrazeneca stretta esportazione sui vaccini

A far indignare gli esponenti dell’Unione Europea ha contribuito il ritrovamento avvenuto ieri alla Catalent di Anagni, in provincia di Frosinone, di 29 milioni di dosi AstraZeneca. L’enorme quantitativo si torvava nello stabilimento laziale, già pronto per la somministrazione: inizialmente si pensava che fosse diretto al Regno Unito. Il presidente del gruppo Ppe al Parlamento europeo Manfred Weber era allora immediatamente intervenuto su Twitter esternando la propria rabbia:

Spiegazioni necessarie e con urgenza! AstraZeneca sta immagazzinando decine di milioni di dosi pur non rispettando il contratto europeo. Questo non è accettabile. L’urgenza è enorme. Dovremmo rifiutare qualsiasi esportazione di AstraZeneca prodotta in Europa.

Il comportamento della casa farmaceutica produttrice del vaccino anglo-svedese sapeva molto di presa in giro: le dosi non c’erano per l’Europa, ma sembravano esserci per altri Paesi. Il Vicepresidente Dombrovskis si era così espresso sui vaccini pronti all’utilizzo ritrovati ad Anagni:

Sta alla compagnia chiarire quali intenzioni ha.

Da parte nostra possiamo solo dire che AstraZeneca è molto lontana dal rispettare gli impegni previsti nel contratto.

La Commissione Europea, spiega una nota di Palazzo Chigi, ha chiesto sabato 20 marzo al Presidente del Consiglio Mario Draghi di verificare i lotti di vaccini presenti ad Anagni. Così il ministro della Salute Roberto Speranza ha disposto immediatamente un’ispezione, dalla quale è risultato che i lotti erano destinati al Belgio.

Guerra Ue-Astrazeneca: la risposta della casa farmaceutica al ritrovamento delle dosi ad Anagni

ue-astrazeneca stretta esportazione sui vaccini

AstraZeneca ha dichiarato che 13 milioni delle dosi ritrovate alla Catalent di Anagni sono destinate al programma CoVax dell’Onu, che distribuisce il vaccino ai Paesi a basso reddito. Le altre 16 milioni sarebbero invece in attesa del rilascio del controllo di qualità e destinate all’Europa.

Le istituzioni europee hanno evidenziato che, qualora AstraZeneca voglia esportare le dosi fuori dall’Ue, dovrà presentare una richiesta di autorizzazione alle autorità italiane.

Il dubbio dei vertici Ue e degli inquirenti era che le dosi AstraZeneca non dichiarate fossero destinate al Regno Unito o ad altri Paesi fuori dall’Ue. Tuttavia l’azienda anglo-svedese ha sottolineato che quella trovata ad Anagni non fosse una scorta di vaccino anti-Covid, ma solo lotti in attesa dell’autorizzazione del controllo qualità, che sarebbe avvenuto a seguito del riempimento delle fiale.

Guerra Ue-AstraZeneca: atteso l’intervento del Presidente Usa Joe Biden al Consiglio Europeo

Biden

Il giro di vite della Commissione Europea sull’export di vaccini dovuto alla mancanza di trasparenza di AstraZenca non è apprezzato da tutti nell’Ue. Kathleen von Brempt, del gruppo S&D al Parlamento europeo, ha invitato i capi di stato e di governo dei 27 Paesi a rifiutare la proposta della Commissione al Consiglio europeo di oggi, e ha chiarito:

L’Ue prende il 70% degli ingredienti da altri paesi che producono vaccini.

Abbiamo calcolato il prezzo di questa guerra?

Non rimane che sperare in Joe Biden. Il Presidente Usa interverrà per circa mezz’ora al Consiglio Europeo di stasera, una mossa non troppo comune per un Presidente degli Stati Uniti.

La speranza è che gli Usa si impegnino ad uscire dal blocco delle esportazioni, invocato in base ad un dispositivo militare, per fornire dosi di vaccino agli europei a fine maggio, quando loro saranno in eccedenza di dosi. E quando noi, probabilmente, ne avremo ancora estremo bisogno.

Leegi anche: Arriva in Italia il vaccino russo Sputnik V: 10 milioni di dosi entro la fine dell’anno

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