Tik Tok, il nuovo social network cinese che vuole sfidare Zuckerberg

Alessandro Isidoro Re
Alessandro Isidoro Re
Alessandro Isidoro Re. Classe 1990, "Umanista 4.0", è autore e redattore per Triwù, società di comunicazione scientifica, dove si occupa di tecnologia e filosofia. Scrive online su riviste tra cui Linkiesta, Il Tascabile, L’indiscreto e Quaderni d’Altri tempi. È Presidente fondatore dell’associazione CON.CRE.TO., impegnata nell’organizzazione di eventi culturali e interdisciplinari nella città di Milano.
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Era già successo con Alibaba, l’anti Amazon. Potrebbe ripetersi con TikTok, papabile nemesi di Facebook. Si tratta del nuovo social network made in China, sviluppato dalla Startup tecnologica ByteDance, valutata oltre 75 miliardi di dollari: una piattaforma che unisce le potenzialità delle stories di Instagram e Snapchat all’atmosfera di community di YouTube, aggiungendo l’elemento dell’eternità. Le storie, infatti, rimangono eterne e non si cancellano. Mi spiego: le famose stories sono nate per morire – a meno che qualcuno non le salvi appositamente – e questo era anche il loro esotico tratto di successo. Ora arriva dalla Cina TikTok, che perpetua le nostre ludiche stories unendo all’interazione con esse una piattaforma simile a YouTube. Il claim di TikTok, infatti, parla chiaro: “Real Short Stories” – storie brevi, divertenti e reali che permangono nell’etere, consultabili e riproducibili sempre e comunque. L’enjoyment di Instagram e Snapchat, lo sappiamo, deriva proprio dalla loro velocità, immediatezza e dinamismo. Statico è invece YouTube. Uniamoli e il gioco è fatto: nasce TikTok.

Micro cortometraggi in poco tempo

Si ma cosa fa nella pratica? Sintetizzando, permette di assemblare e montare brevi video – fino a 6o secondi – applicando una colonna sonora a scelta dell’utente oppure effetti sonori di vario tipo. Naturalmente vanno forte le clip particolari, quelle che stupiscono, che giocano con le illusioni ottiche. Insomma, l’elemento esotico e catchy è sempre la chiave di lettura del successo di questo nuovo social. Disponibile in 150 paesi, TikTok è già stato scaricato un miliardo di volte e conta più di 500 milioni di utenti attivi. Il risultato è fresco e frizzante: micro cortometraggi d’autore, in perfetta salsa prosumer – produttore/consumatore. Leggi anche: Se non stai pagando, il prodotto sei tu

La chiave del successo: catturare il target

Ma come mai questo social ha riscosso così tanto successo? E come mai non solo nel mercato orientale? Una delle ragioni principali è che TikTok è riuscito nell’impresa di conquistare il giovane pubblico di Musical.ly – un altro social network che abbina playlist a brevissimi video – da qualche tempo in calo in termini di download, hype e utilizzo. L’operazione si è conclusa con l’acquisizione da parte del colosso cinese del social americano, inglobando così tutto quel pubblico di nativi digitali occidentali – la Generazione Z dei teenagers americani ed europei, nati dopo l’A.D. 2.000 – un po’ annoiati dalla poca libertà che Musical.ly garantiva loro. Un balzo che ha dato i suoi frutti: negli scorsi settembre e ottobre, infatti, TikTok ha accumulato più followers di Facebook, Youtube e Instagram Leggi anche: Mark Zuckerberg: “Vi presento il futuro dei Social” Forse è comunque presto per impensierire Facebook, ma noi siamo sicuri che Zuckerberg sia già pronto per cercare una strategia egualmente valida in modo da contrastare l’avanzata apparentemente inarrestabile di questo tech giant cinese.   di Alessandro Isidoro Re

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