Tecnica Nishida: chirurgia “soft” curerà lo sdoppiamento della vista

Vedere un’immagine sdoppiarsi è un fenomeno abbastanza frequente. È un difetto della vista che si chiama diplopia ed è sempre più comune tra le persone che fanno un uso eccessivo di smartphone e computer.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Vedere un’immagine sdoppiarsi è un fenomeno abbastanza frequente. Generalmente siamo inclini ad attribuire questo sdoppiamento della vista a eccessiva stanchezza o debolezza. Ma le cause possono essere diverse e ben più serie. Tra queste, l’eccessivo uso di smartphone e computer che costringono l’occhio a guardare a lungo un punto fisso. Il fenomeno è conosciuto come diplopia e colpisce molti tra adolescenti e adulti, provocando reali disagi nella vita quotidiana. Quando lo sguardo converge forzatamente su un punto ravvicinato e per un tempo prolungato, a lungo andare si crea un difetto di collaborazione tra i due occhi e per correggerlo è necessario ricorrere alla chirurgia. Proprio di recente è stata messa a punto una tecnica chirurgica “soft”, ovvero poco invasiva, detta tecnica Nishida.

Diplopia o sdoppiamento della vista

Trascorrere tanto tempo focalizzando gli occhi su un punto molto vicino, come accade quando utilizziamo computer e smartphone, ha delle serie controindicazioni. Spiega Paolo Nucci, docente di oftalmologia dell’università di Milano:

Di norma le immagini che arrivano sulle due retine vengono ‘fuse’ in un’unica immagine grazie a un meccanismo complesso di ‘collaborazione’ fra i due occhi; quando non succede si ha la visione doppia, o diplopia.

Il problema è molto diffuso tra adolescenti e adulti, mentre risparmia i bambini. Questo perché nei piccoli, in caso di problemi di convergenza oculare, c’è un adattamento molto rapido che non consente di percepire la doppia immagine. Quando invece il fenomeno insorge tra adolescenti o da adulti, gli occhi non riescono a adattarsi facilmente e la vista ne risente enormemente. Dice l’oftalmologo:

Il disagio che deriva dalla diplopia è notevole: per capire che cosa si prova basta fare pressione con un dito sulla palpebra inferiore. La diplopia causa un peggioramento evidente della qualità di vita, perché leggere o guidare può diventare pressoché impossibile.

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Tecnica Nishida

Un oculista riesce a riconosce agilmente una diplopia. Essa si manifesta generalmente in casi di miopia consistente o come già accennato, a causa di “perdita di collaborazione” tra gli occhi. Tuttavia, per formulare una diagnosi è necessario che l’oculista sottoponga il paziente a risonanza magnetica, poiché tra le cause da indagare potrebbero emergere problemi del sistema centrale. Ha spiegato Paolo Nucci:

Per la diagnosi serve la risonanza magnetica, perché esistono anche cause neurologiche da indagare, come una lesione che si espande e preme sulle aree della corteccia e del tronco encefalico che regolano il movimento oculare oppure problemi circolatori in queste stesse aree.

Una volta individuato il problema, e se esso non è di origine neurologica, si può intervenire sugli occhi. Per alleviare il disagio, si può temporaneamente bendarne uno dei due per impedire lo sdoppiamento dell’immagine. O usare lenti prismatiche che aiutino a correggerla. Ma in nessuno dei due casi si risolve il problema. Per curare realmente lo sdoppiamento della vista è necessario ricorrere alla chirurgia. Dice l’oftalmologo Nucci:

La chirurgia di recente è diventata molto meno invasiva: grazie a una metodica messa a punto di recente, chiamata tecnica di Nishida, è possibile infatti trasporre una parte di muscolo oculare ben funzionante vicino al muscolo che non funziona, ovvero ‘paralizzato’ e che quindi impedisce il corretto allineamento. Se tale paralisi è consistente, il risultato non arriva al 100%. Tuttavia, l’intervento, che deve essere gestito da mani esperte, è poco traumatico e dà buoni risultati in un’ampia fetta di pazienti.

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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