Tasso di natalità in Cina ai minimi storici: mai così basso dal 1978

Le statistiche ufficiali mostrano 8,5 nascite ogni 1.000 persone nel 2020, è la prima volta che accade dopo più di 40 anni

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Il Tasso di natalità in Cina è ai minimi termini. La curva delle nascite è crollata al livello più basso dal 1978 mentre il governo lotta per evitare un’incombente crisi demografica.

Crollo del tasso di natalità in Cina: il governo teme una crisi demografica

Crollo del tasso di natalità in Cina: il governo teme una crisi demografica

Crolla il tasso di natalità in Cina. I dati diffusi dall’ufficio nazionale di statistica del paese mostrano che ci sono state 8,5 nascite ogni 1.000 persone nel 2020, la prima volta in decenni che la cifra è scesa al di sotto di 10 ogni mille persone. L’annuario statistico, pubblicato nel fine settimana, ha affermato che il tasso naturale di crescita della popolazione, tenendo conto delle nascite e delle morti, era a un nuovo minimo di 1,45.

Il governo è sotto pressione per prevenire un potenziale declino della popolazione dopo decenni di politiche interventiste con la legge del figlio unico, abolita nel 2013, leggi sul parto e pressioni più recenti tra cui l’alto costo della vita.

Il Governo non è riuscito a fornire ragioni precise per il drammatico calo del tasso di natalità in Cina, anche se i demografi avevano precedentemente indicato un numero relativamente basso di donne in età fertile insieme l’aumento dei costi per allevare una famiglia.

L’annuario statistico del paese ha riportato un calo della spesa pro capite per i costi educativi, culturali, ricreativi e per servizi sanitari e medici nonché un aumento del reddito familiare. Anche i costi delle case sono aumentati.

I problemi della popolazione cinese sono in gran parte guidati dalle conseguenze della politica del figlio unico che è stata attuata nel 1980 e ed è poi durata per 40 anni.

I governi e le autorità locali hanno introdotto una serie di politiche che cercano di invertire la tendenza, dall’allentare i limiti nell’avere figli, all’allentare i costi associati all’istruzione e all’educazione dei figli e per ultimo che è forse la cosa più inconsueta: introdurre periodi di ripensamento, i quali sono obbligatori, per i divorzi.

L’annuario cinese ha rivelato un calo dei divorzi per la prima volta almeno dal 1985, a circa 4,3 milioni, anche se ci sono stati anche meno matrimoni, 8,14 milioni, rispetto ai 9,27 milioni dell’anno prima.

Ma sembra che le politiche del governo finora non siano riuscite ad affrontare adeguatamente le preoccupazioni dei giovani sui costi associati all’avere figli.

Ciò che sta facendo il governo cinese è già stato fatto dal governo giapponese, e il primo non è ricco come il secondo – ha affermato Yi Fuxian, scienziato senior in ostetricia e ginecologia presso l’Università del Wisconsin-Madison.

Il Giappone può fornire assistenza sanitaria e istruzione gratuite, ma la Cina no.

Yi, l’autore di Big Country With an Empty Nest, ha affermato che ci sono state molte influenze sociali e sul basso tasso di natalità in Cina e che anche le politiche interventiste sulla riproduzione hanno plasmato il sentimento pubblico.

La maggior parte delle persone vuole solo un figlio, come è stato promosso dal governo, e si sono abituate ad avere un solo figlio. Non vogliono un secondo o un terzo nonostante i cambiamenti di politica – ha detto Yi.

Come si risolve dunque il crollo del tasso di natalità in Cina? Per il prossimo futuro il governo cinese non può fare molto, perché il Giappone, sul cui modello la Cina si è spesso basata, ha fatto tutto il possibile e deve considerare la sua società e la sua economia per apportare cambiamenti fondamentali. 

Yao Meixiong, esperto di demografia e professore a contratto presso la scuola di economia e finanza dell’Università di Huaqiao, rispetto al crollo del tasso di natalità in Cina ha dichiarato al quotidiano locale Jiemian che:

I bassi livelli di desiderio di avere figli sono un campanello d’allarme per lo sviluppo della Cina. La risposta alla crisi demografica è una corsa contro il tempo e le misure per incoraggiare il parto devono essere accelerate.

Leggi anche: Stretta sugli aborti in Cina per evitare calo della natalità. Cosa succede nel resto del mondo?

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Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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