Afghanistan, il portavoce dei Talebani in conferenza stampa: “Nessuno raggiungerà più l’aeroporto di Kabul”

Il portavoce dei Talebani, Zabihullah Mujahid , durante una conferenza stampa tenutasi a Kabul alcuni minuti fa ha elencato quali sono le intenzioni dei Talebani per il paese.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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I Talebani hanno finalmente parlato al mondo da Kabul in conferenza stampa. A parlare per loro è stato Zabihullah Mujahid portavoce del gruppo islamista che ormai ha in pugno l’Afghanistan.

Secondo il Pentagono, circa 16.000 persone sono state evacuate dall’Afghanistan nelle ultime 24 ore, mentre le truppe statunitensi guidano uno sforzo sempre più disperato per trasportare altre migliaia di persone prima della “linea rossa” dei talebani, affinché le forze occidentali lascino il paese.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è sotto crescente pressione per estendere la scadenza del 31 agosto per il ritiro delle forze americane, con la Gran Bretagna che ha insistito su questo punto anche durante il vertice virtuale del G7 di oggi, ma, alla fine, la deadline è stata confermata. Anche perché i Talebani sull’eventuale estensione della permanenza oltre il 31 agosto sono stati chiarissimi “non la permetteremo”.

Zabihullah Mujahid, portavoce talebano: “Impediremo agli afgani di recarsi all’aeroporto di Kabul, è pericoloso”

Zabihullah Mujahid, portavoce talebano: "Impediremo agli afgani di recarsi all'aeroporto di Kabul, è pericoloso"

La maschera i Talebani hanno provato a indossarla e non sono certo sprovveduti. Sanno che gli occhi del mondo sono puntati su Kabul e allora in una conferenza stampa di portata storica, tenutasi oggi pomeriggio nella capitale, hanno provato a lanciare all’occidente e alla popolazione afghana un messaggio di moderazione.

A parlare è Zabihullah Mujahid, uno dei due portavoce dei Talebani apparso per la prima volta nella sua vita in televisione, l’altro (non presente) è Abdul Qahar Balkhi, apparso in conferenza stampa mostrando per la prima volta il suo volto il 17 agosto scorso, dopo la caduta di Kabul e la presa del potere. Due giorni fa è stato lui, primo in assoluto nella storia del gruppo fondamentalista, a rilasciare un’intervista ufficiale a Charlotte Bellis di Al Jazeera. Durante l’intervista ha ringraziato la Nuova Zelanda per aver fornito sostegno finanziario all’Afghanistan.

Le parole di Zabihullah Mujahid

Una notizia diffusa poco prima dell’inizio della conferenza stampa rivelerebbe un incontro segreto avvenuto recentemente tra CIA e Talebani.

L’indiscrezione è stata diffusa dal Washington Post e AP (Associated Press), e sarebbe stata riportata da funzionari anonimi americani. Stando a essa, il direttore della CIA William Burns avrebbe incontrato il leader talebano Abdul Ghani Baradar a Kabul. Come riporta Associated Press, l’incontro è avvenuto nel mezzo delle evacuazioni in corso in questi giorni all’aeroporto di Kabul.

Zabihullah Mujahid riguardo all’incontro ha subito dichiarato di “non essere a conoscenza” di alcun incontro tra talebani e CIA, ma non ha negato che tale incontro abbia avuto luogo. Un funzionario afferma che lunedì il direttore dell’agenzia statunitense ha incontrato il massimo leader politico dei talebani a Kabul.

Poi, Mujahid ha descritto la situazione del paese e le intenzioni dei Talebani nel breve periodo:

Non inseguiamo nessuno, non diamo la caccia a nessuno, non ci sono stati incidenti in nessuna parte del Paese non abbiamo nessuna lista. Noi vogliamo portare pace e sicurezza nel nostro Paese.

Abbiamo chiesto agli americani di non incoraggiare gli afghani a andarsene. Abbiamo bisogno delle loro competenze.

L’Emirato islamico sta cercando di controllare la situazione, la strada verso l’aeroporto è stata chiusa, gli afghani non possono più andare lì, possono farlo gli stranieri. Abbiamo impedito ai cittadini afghani di recarsi lì perché c’è pericolo di perdere la vita a causa della calca, e gli americani stanno facendo qualcosa di diverso, quando c’è la calca sparano, e la gente muore. Sparano alla gente. Noi vogliamo che gli afghani siano al sicuro da questo.

Zabihullah Mujahid ha poi parlato sia della questione della presenza straniera sul territorio afgano, sia del ruolo che le donne avranno nel Paese.

La Sharia, con cui i Talebani intendono amministrare l’Afghanistan, è la legge islamica, cioè l’insieme di norme derivanti dal testo sacro islamico, il Corano, e dalla raccolte di detti e insegnamenti del profeta Maometto, contenuti nella Sunna, testo di riferimento comportamentale islamista.

Nella sostanza tale legge, così come viene applicata dal regime talebano, rilega la donna a un ruolo sostanzialmente di schiava senza diritti. Zabihullah Mujahid si è espresso sulla questione e sulla presenza Usa con queste parole:

Io non credo che prolungheremo la scadenza. il 31 agosto è un piano degli Stati Uniti che hanno previsto loro.

Loro hanno avuto tutte le opportunità e tutte le risorse per portare via tutte le persone che appartengono a loro. Noi non prolungheremo la scadenza per il ritiro completo degli occidentali.

Poi arrivano le parole sul ruolo della donna:

La sicurezza delle donne è una responsabilità dei talebani.

Per quanto riguarda il lavoro della donna, la procedura è temporanea.

Le forze di sicurezza al momento non sono operative e non sono addestrate nell’affrontare la donna, nel parlare con le donne e in questo momento dobbiamo fermare le donne finché non ci sarà una piena sicurezza per loro.

Quando ci sarà un sistema appropriato, potranno tornare a lavoro e quindi riprenderanno lo stipendio. Ma al momento devono restare a casa.

Una parte importante della conferenza è stata ovviamente dedicata all’esito finale della guerra: si è parlato anche dei recenti tumulti nella provincia del Panjshir, a nord-est di Kabul:

Nella provincia di Panshir c’è stato un piccolo problema e stiamo cercando di risolverlo, ne stiamo parlando.

La nostra politica è di finire la guerra in questo Paese. La guerra è conclusa, non vogliamo nessun tipo di guerra o battaglia in Afghanistan, questa è la nostra politica.

Noi cerchiamo di parlare alla popolazione del Panshir, cerchiamo di incontrarli e risolvere il problema. Ci stiamo provando in tutti i modi.

Per l’80% la situazione è sotto controllo e vi possiamo rassicurare: i fratelli che sono lì li abbracciamo, chiediamo di tornare a Kabul e convivere con noi. Non abbiate paura, abbiamo obiettivi comuni.

Intanto, si attende l’esito del G7 virtuale sull’Afghanistan tra Usa, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Giappone.

Leggi anche: Strage all’aeroporto di Kabul: donne calpestate e uccise, bambini scomparsi. I talebani: “Colpa degli Usa”

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