Strage di Erba, condannato Azouz Marzouk: “Brutale campagna denigratoria contro fratelli Castagna”

Oggi il giudice di Como, Veronica Del Pozzo, ha condannato Azouz Marzouk a due anni e mezzo per diffamazione aggravata ai danni degli ex cognati, Beppe e Pietro Castagna.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Ci sono novità relative alla strage di Erba. Oggi il giudice di Como, Veronica Del Pozzo, ha condannato Azouz Marzouk a due anni e mezzo per diffamazione aggravata ai danni degli ex cognati, Beppe e Pietro Castagna.

Il giudice ha quindi raddoppiato la richiesta del pm, che voleva inizialmente la condanna a 1 anno e sei mesi per l’uomo, marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef, entrambi morti quel terribile 11 dicembre del 2006.

Strage di Erba, Azouz Marzouk condannato per diffamazione: “Accuse infondate”

All’interno delle motivazioni della sentenza, pubblicate oggi da Il Giorno, si legge che, secondo il giudice, Azouz Marzouk si è reso protagonista di una condotta diffamatoria ritenuta “di gravità estrema, visto che le sue insinuazioni hanno alimentato la corrente innocentista che, ancora oggi, sostiene che dietro la strage di Erba non ci siano Rosa Bazzi e Olindo Romano.

Le parole di Marzouk hanno di fatto denigrato le parti offese “già una prima volta stravolte dall’efferato omicidio dei loro familiari, e nuovamente travolte dalla impressionante risonanza mediatica delle infondate accuse a loro rivolte”.

Strage di Erba: i motivi della condanna per diffamazione a Azouz Marzouk

La sentenza di oggi fa riferimento a quanto affermato da Azouz Marzouk nei giorni successivi alla strage di Erba. Nello specifico, l’uomo di origini tunisine aveva rilasciato dichiarazioni piuttosto ambigue in merito alla possibilità che dietro l’eccidio ci fossero motivi di natura economica.

Aveva detto: “Indagate sulla famiglia, mio figlio Youssef conosceva l’assassino… Lo ha ucciso qualcuno vicino a mia moglie. Basta leggersi le carte per capire che qualcuno voleva l’eredità di mia moglie”.

Il giudice Veronica Del Pozzo, che ha letto in quelle parole un chiaro riferimento alla presunta responsabilità della famiglia delle vittime, spiegando i motivi per i quali ha deciso di raddoppiare la richiesta del pm, ha sottolineato lo “speciale disvalore” delle insinuazioni di Marzouk sotto almeno due profili.

Non solo che l’accusa provenisse da loro stesso cognato – ha scritto il giudice – ma anche e soprattutto che si sia inserita nel fluire di una corrente innocentista e revisionista del processo, risolvendosi in una vera e propria campagna di disinformazione, fatta di sibilline allusioni ed eclatanti denigrazioni, brutalmente lesiva della reputazione dei fratelli Castagna”. Un condotta compiuta “nella consapevolezza della falsità delle accuse loro rivolte”.

Strage di Erba: quella corrente innocentista che sopravvive a distanza di anni

Anche perché la corrente innocentista che si è sviluppata attorno alla strage di Erba ha spesso e volentieri messo in discussione le responsabilità di Rosa e Olindo, almeno da un punto di vista mediatico (visto pure l’ampio sostegno dato dal programma Le Iene a quelle tesi). E le parole di Marzouk avevano contribuito ad alimentare quel filone.

Filone che ancora sopravvive a distanza di anni. Basti pensare che il dibattito si è riaperto proprio qualche giorno fa a seguito della diffusione della notizia di una possibile revisione del processo, voluta dal sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser.

Il sostituto procuratore generale ha depositato al pg Francesca Nanni e all’avvocato generale Lucilla Tontodonati una relazione, redatta sulla base di elementi inediti, per la riapertura del caso. E toccherà a loro decidere se unire la richiesta all’istanza di revisione del processo dei difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi, entrambi condannati in via definitiva all’ergastolo.

Leggi anche: Strage di Erba, potrebbe riaprirsi il processo a Rosa e Olindo: “Nuove testimonianze e intercettazioni”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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