Turista danneggia una statua del Canova per un selfie

Al museo Canova di Possagno, in provincia di Treviso, un turista austriaco ha spezzato le dita del piede di Paolina Borghese del Canova, il tutto per un selfie.

Luca Tartaglia
Luca Tartaglia
Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
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Ci sono cose che rovinano la cultura. Cose astratte, come la mancanza di educazione alle arti o anche la mancanza di stimoli sociali che diano alla cultura il giusto rilievo che dovrebbe ricoprire oggi. Poi ci sono cose molto più banali e concrete che danneggiano la cultura, in questo caso l’inciviltà di un turista austriaco. A comunicarcelo è Vittorio Sgarbi con un post su Facebook. La scultura danneggiata è la Paolina Borghese di Antonio Canova, in particolare il gesso originale eseguito nei primi dell’800, e dal 1829 al museo Canova di Possagno in provincia di Treviso, che è anche una gipsoteca (dal greco “raccolta di gessi”).

Il danno alla statua del Canova

Un dito spezzato e altre due lesionate, il tutto per farsi un selfie, selfie che ha richiesto a quanto pare la necessità di appoggiarsi sui piedi della statua. Il “vandalo” verrà identificato poche ore dopo dalle telecamere di sicurezza e della prenotazione del biglietto online. Un turista austriaco, che si era già allontanato da Treviso forse ignaro del danno arrecato all’opera del Canova, è stato identificato dai carabinieri della stazione di Pieve del Grappa. Una statua che è sopravvissuta (anche se gravemente danneggiata) ai bombardamenti della battaglia del Monte Grappa del dicembre del 1917, durante la Prima Guerra Mondiale, e che oggi si vede “colpita” da un altro tipo di attacco.

Museo Gipsoteca Canova Possagno
Una fotografia della Gipsoteca del Canova a Possagno.

Leggi anche: La cultura ha bisogno della Ferragni?

L’ira di Sgarbi e la necessità di maggiore responsabilità

A far partire l’indagine è stato il deputato del gruppo misto nonché critico d’arte Vittorio Sgarbi. Il parlamentare ha invitato chi di dovere a infliggere una “pena esemplare” al “barbaro visigoto”, riaccendendo una discussione sempre attuale come quella intorno alla tutela del nostro patrimonio storico-culturale e della sicurezza che dovrebbe caratterizzare tali opere. Non bisogna scordare che come prima barriera di difesa abbiamo sempre l’educazione civica personale e il rispetto verso queste ricchezze culturali. La statua del Canova, come altre decine di migliaia di opere e manufatti, appartiene al bene collettivo e alla memoria storica di una società, e in quanto tale andrebbe tutelata in tutti i modi possibili. Ma se alla base non c’è il senso civico di ognuno di noi e poi dell’intera comunità, c’è poco da fare, perché la ricchezza artistica è responsabilità di tutti. Come ha detto anche il sindaco di Possagno Valerio Favero:

Contro gli incivili nessuna misura può veramente salvare le opere d’arte. Il museo ha tutte le norme di sicurezza necessarie per garantire i nostri capolavori. E noi per primi teniamo al loro stato di conservazione. Inscatolare le sculture del Canova non è la soluzione: il visitatore perderebbe completamente l’emozione delle linee dei giochi di luce. Questo immenso patrimonio deve rimanere fruibile in maniera diretta.

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