Soldini: “Ho attraversato l’Atlantico a emissioni zero, si può”

Giovanni Soldini affronta i venti e i mari con un trimarano full electric, nel pieno rispetto della natura. E quando non gareggia, raccoglie dati per la scienza.

Alfredo Polito
Alfredo Polito
Si occupa di copywriting, project management e comunicazione per imprese e istituzioni. Per anni ha scritto su la Repubblica ed è autore del libro "La guerra del vino". Tramite Gramsci ha fatto suo il motto di Romain Rolland: pratica il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà.
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Attraversare l’Atlantico andando solo a energia pulita? Si può, e a dimostrarlo è lo stesso Giovanni Soldini, campione indiscusso dei mari da ormai venticinque anni, con la sua barca da competizione a impatto zero. La prima al mondo.

Un’eccellenza tutta italiana dietro al successo del lupo di mare per antonomasia.

Il trimarano Maserati Multi 70

Giovanni Soldini_trimarano

Con i suoi 21,2 metri di lunghezza, 16,8 metri di larghezza e un albero di 29 metri, il trimarano Maserati Multi 70, la barca da gara con cui Giovanni Soldini ha vinto e vince numerosissime gare, porta a spasso sull’oceano, a volte letteralmente volando, un peso di oltre 6,3 tonnellate.

Ma a differenza delle sue avversarie, la Maserati Multi 70 ha un cuore e un motore green per volontà del team di Soldini, che si è impegnato a voler attraversare l’Atlantico nel massimo rispetto della natura, con impatto zero al suo passaggio.

Dotata di un impianto di pannelli solari che ricoprono le superfici libere del natante, la sfida di Soldini e del suo team è quella di produrre abbastanza energia per supplire alle esigenze della navigazione, della vita sulla barca di otto persone di equipaggio e di quella in porto.

Soldini e Maserati hanno rinunciato al motore a scoppio cercando un dispositivo che alimentasse la barca completamente a energia pulita: anche se si tratta di una barca a vela, alcune manovre devono necessariamente essere effettuate a motore, come quelle in porto o in canali di navigazione.

La forza del sole, la magia del mare

Insieme a Maserati, Giovanni Soldini ha lavorato su un motore completamente elettrico, che offra un’autonomia di 2-3 ore.

Il peso del motore a scoppio è stato sostituito con quello delle batterie di ricarica collegate all’impianto solare da 4 kw che tappezza il ponte del trimarano. In fase sperimentale anche la ricarica della struttura con condizioni meteo avverse.

Grazie al connubio tra motore e vela, la barca riesce a solcare i mari con una velocità pari a 30 nodi, tanto che a gennaio 2023 ha vinto la Transatlantic Race battendo il record di velocità del 2015, con un tempo di 5 giorni, 5 ore, 46 minuti e 26 secondi.

L’eccellenza italiana dietro al successo

Il trimarano di Soldini ha un asso nella manica: le batterie di Liber, spin-off dell’Alma Mater di Bologna, già artefice di prototipi di veicoli solari come Emilia 4.

Le batterie sono compatte e costano mediamente meno delle altre in commercio, perché secondo i ricercatori di Liber l’elettrificazione è l’unica strada percorribile per le aziende del settore trasporti.

L’idea è quella di rendere il prodotto scalabile e adattabile ai mezzi per cui è richiesto, combinando le strutture in modo variegato ma efficiente.

Una gara per la salvaguardia dell’ambiente

Ma se la Maserati Multi 70 è la prima imbarcazione da gara completamente green a sfidare gli avversari nelle competizioni sportive, la battaglia di Giovanni Soldini per la tutela dell’ambiente, specialmente quello marino, non finisce al traguardo.

Il preoccupante aumento dell’inquinamento marino e della sua spoliazione ha allarmato il velista, che spesso racconta di quanta plastica e scarti provenienti dalla pesca si sia imbattuto nei suoi viaggi e nelle sue regate, tanto da indurlo a fare qualcosa in più.

Giovanni Soldini, infatti, dedica il suo tempo libero a monitorare le acque con un progetto Unesco, trasformando il trimarano in una vera e propria stazione oceanografica dove vengono raccolti dati quali la salinità, la temperatura, l’ossigenazione e i livelli di anidride carbonica del mare.

Un modo, come dice lui, per cominciare a cambiare rotta e rispettare di più il Pianeta.

Leggi anche: Per cielo, per terra e per mare, verso la mobilità solare

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Alfredo Polito
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