Professione social media manager, l’intervista a Riccardo Pirrone

Nel mondo sempre più connesso dei media digitali, il ruolo del social media manager è diventato cruciale per aziende, brand e professionisti che vogliono emergere e avere successo online. Abbiamo dialogato con Riccardo Pirrone sull'importanza di una formazione certificata.

Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.
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Facciamo il punto su una nuova professione, quella del social media manager. Ormai è arrivato il momento di legittimarla e definirla tale. Ma come si diventa un esperto in questo campo in continua evoluzione? E soprattutto, come si accede a una formazione adeguata per padroneggiare l’arte della gestione dei social media?

Abbiamo intervistato Riccardo Pirrone, divenuto celebre per la conduzione di successo dei canali social di Taffo Funeral Services, nonché Presidente dell’Associazione Nazionale Social Media Manager, responsabile della Comunicazione presso kirweb e formatore presso kiracademy. Abbiamo dialogato sulle tematiche più urgenti del momento e su come ottenere competenze aggiornate per chi voglia intraprendere questa particolare carriera.

L’intervista a Riccardo Pirrone

Quanto è importante oggi una formazione social aggiornata, anche alla luce di ciò che accade nell’attualità per prepararsi su aspetti etici e nuove strategie post pandoro-gate?

Il caso Ferragni è uno spartiacque, finalmente si è capito che il mondo social può avere delle conseguenze sia a livello di business sia a livello personale. Dobbiamo necessariamente dotarci di un decalogo di regole che un social media manager deve rispettare.

Questo di base già lo facciamo con l’associazione nazionale social media manager, di cui sono il presidente e con cui siamo mille soci che collaborano per aggiornarsi, per fare affermare la professione di social media manager, per darci delle autoregole di condotta, per riuscire ad avere una convivenza online che sia quanto più utile sia all’utente finale sia alle aziende con le quali andiamo a collaborare.

Finalmente anche lo Stato ha capito che c’è bisogno di una regolamentazione degli influencer, ma dato che i social media manager lavorano con gli influencer, va a toccare anche noi. Con l’associazione pratichiamo una sorta di attivismo al fine di far riconoscere la professione di social media manager come una vera e propria professione, manca ancora una cultura su questo.

Leggi anche: Chiara Ferragni, la nuova strategia è puntare sull’ADV, nessuna traccia dei vecchi brand

Come Kiracademy si prepara a fronteggiare questo cambiamento epocale, non solo per i brand seguiti, ma anche nell’offerta formativa?

Il mondo dei social si evolve ed è in continua evoluzione, sia a livello numerico, perché nascono nuovi social sia a livello tecnico, un social media manager ha oggi bisogno di conoscere tutti questi cambiamenti e necessita di corsi aggiornati sulle nuove piattaforme. Questo per rimanere aggionati e per dare il meglio ai propri clienti, se siamo freelance o all’azienda per cui lavoriamo. L’aggiornamento costante fa parte proprio del lavoro del social media manager.

Come un social media manager può conciliare aspetti etici e marketing?

Ad esempio andando a realizzare azioni di brand activism che servono proprio ad aiutare il consumatore sui suoi problemi che sono oltre quello che è il bisogno di acquisto, sono proprio problemi di vita. E quindi le persone vogliono aziende impegnate nella sostenibilità, nel sociale, nelle politiche di uguaglianza. E molte aziende già lo stanno facendo e lo faceva anche la Ferragni, evidentemente però in modo non perfetto, perché è stata multata dall’Antitrust. Ma non c’è da restare scandalizzati, poiché solo nel 2021 e nel 2022 l’Antitrust ha multato per 1,4 miliardi altre aziende. Non è una cosa così inusuale che succeda, l’Antitrust ha proprio la funzione di controllare pratiche scorrette.

Recentissimamente hai suggerito una strategia di sopravvivenza per il brand Chiara Ferragni? Ce la riassumi?

È una stretegia per galleggiare, è la strategia Berlusconi, è la strategia Trump, che oggi sta sfruttando i suoi processi per comparire in tv sorridente, per avviare così la campagna pubblicitaria in vista delle elezioni. Al contrario di quella di Chiara, che è altresì una strategia, ma vittimistica e quindi inefficace, scegliendo di donare quello che avrebbe dovuto donare prima.

Aderendo al tuo progetto di formazione, si accede a un corso di social media certificato, in cosa consiste?

Immagina un corso che non solo ti dia le basi fondamentali, ma ti prepari in modo completo, rendendoti autonomo nella gestione dei canali social. In tal modo offriamo una certificazione completa per diventare un Social Media Manager competente e professionale. Il panorama dei social media è in continua evoluzione. Le tendenze cambiano rapidamente e comprendere e adattarsi a questi cambiamenti è essenziale per il successo. Per ciò forniamo anche gli strumenti per monitorare le tendenze emergenti e per adattare strategie, rimanendo sempre al passo con l’evoluzione digitale.

Su quali competenze si deve scommettere oggi?

Nel nostro corso abbiamo deciso di spaziare dalle lezioni approfondite su Facebook, Instagram, Twitter, LinkedIn, TikTok fino all’integrazione dell’Instant Messaging nelle strategie di sponsorizzazione.

E alla luce degli ultimi cambiamenti in Meta, che alla fine dell’anno scorso ha cambiato tutta la Business Suite, abbiamo incluso lezioni avanzate sull’Advertising, trasferendo le competenze per sponsorizzare post e creare pubblici mirati per massimizzare l’impatto delle campagne.

Il vostro progetto di formazione, non potendone prescindere, include anche lezioni di marketing?

Esatto. Non ci fermiamo alla gestione dei social. Abbiamo incluso lezioni di marketing di base e persino di psicologia sociale, fornendo una panoramica completa del mondo digitale. Questo aiuta a comprendere e moderare comunità online in modo efficace. Inoltre non trascuriamo il mondo dell’Influencer Marketing, poiché è fondamenale, di pari passo, collaborare con gli influencer, imparare a identificarli e utilizzare al meglio le loro capacità per promuovere prodotti e servizi.

Riccardo, quanto conta l’ingrediente creatività per il successo di un social media manager?

Moltissimo, un aspetto cruciale nel dominare l’universo dei social media è senz’altro la capacità di pensare in modo creativo e innovativo. Per questo, alleniamo i nostri iscritti a sviluppare anche la creatività.

La creazione di contenuti coinvolgenti e originali è ciò che fa la differenza tra un social media manager mediocre e uno eccezionale. Catturare l’attenzione del pubblico, elaborare uno storytelling coinvolgente e garantire una produzione di video accattivanti e immagini che si distinguono è una prerogativa importante di questa nuova professione.

Lavorando sulla creatività e sull’innovazione, non solo si acquisiscono competenze pratiche per dominare i social media, ma ci si distingue nel panorama sempre più affollato della comunicazione online. La creatività è indubbiamente il motore trainante di una strategia di successo sui social media, se si desidera lasciare un’impronta duratura nella mente del pubblico.

Ringraziamo Riccardo Pirrone, e qui si possono trovare maggiori informazioni sulla formazione certificata: Corso di social media manager.

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