Sigfrido Ranucci: un giornalista che fa paura al potere

Per 20 anni le sue indagini su mafia, appalti, politica e traffico di rifiuti hanno fatto luce su dinamiche occulte. A causa delle minacce subite, dovute al suo lavoro investigativo, il conduttore di Report vive sotto scorta dal 2009.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Sigfrido Ranucci ancora sotto accusa. Dopo tanti anni di minacce e tentativi di screditare il lavoro di giornalista investigativo, il conduttore di Report è finito nuovamente nell’occhio del ciclone della cosiddetta “macchina del fango”.

Dalla primavera 2017 è il nuovo conduttore di Report al posto di Milena Gabanelli, per il quale ha ricevuto quest’anno, il premio Flaiano di televisione. Da giugno 2020 viene scelto dal direttore di Rai 3 Franco Di Mare come suo vice.

Chi è Sigfrido Ranucci e perché le sue inchieste sono sempre state scomode

Sigfrido Ranucci nella sua carriera ventennale ha dato vita a numerose inchieste ad alto impatto. A partire da quelle sul traffico illecito di rifiuti, passando per le importantissime indagini sulla mafia fino alle inchieste sull’uso di armi non convenzionali come l’uso di l’uranio impoverito.

Inchieste che lo hanno reso un personaggio scomodo anche all’estero. Sigfrido Ranucci grazie al coraggio del suo lavoro ha denunciato l’uso, da parte dell’esercito americano, dell’agente chimico fosforo bianco durante i combattimenti a Falluja, in Iraq, un caso di cui hanno parlato i più importanti media globali.

Le inchieste sulla mafia

Nel 2001, nel corso di un’inchiesta sulle stragi di mafia, ha trovato e trasmesso l’ultima intervista, rimasta a lungo inedita, del giudice Paolo Borsellino, nella quale il magistrato, poche ore prima della strage di Capaci, parlava per la prima volta dei rapporti tra Marcello Dell’Utri, il boss di Cosa nostra Vittorio Mangano e Silvio Berlusconi, un’intervista che ha suscitato numerose polemiche.

Nel gennaio 2009 ha pubblicato il libro Il patto: da Ciancimino a Dell’Utri, la trattativa Stato-mafia nel racconto inedito di un infiltrato. Sigfrido Ranucci negli anni ha ricevuto diverse minacce di morte, per le quali proprio dal 2009 vive sotto scorta, raccontate nel suo stesso programma.

Nella puntata del 4 gennaio, il pregiudicato Francesco Pennino aveva rivelato che il giornalista era stato bersaglio di minacce già nel 2010 da ambienti vicini al boss Beppe Madonia, proprio dopo la pubblicazione del libro “Il Patto”, scritto con Nicola Biondo.

Lo scorso ottobre il livello di sicurezza intorno al conduttore di Report è stato intensificato, come da lui stesso raccontato. Un boss legato alla ‘ndrangheta avrebbe ingaggiato due killer per far fuori proprio Ranucci e per questo motivo, il vicedirettore di Rai3 si è visto alzare la scorta di livello “H24” e cioè 24 ore al giorno.

L’annuncio lo aveva dato a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora: “C’è un buontempone che dal carcere avrebbe incaricato due killer stranieri di uccidermi”.

Ranucci e Report negli ultimi mesi sono stati bersagliati a seguito delle varie scomode inchieste mandate in onda, soprattutto a partire dal servizio dello scorso 3 maggio dal titolo “Babbi e spie” in cui viene trasmesso per la prima volta un incontro che ha avuto luogo in un autogrill fuori Roma il 23 dicembre 2020 tra Matteo Renzi e un agente dei servizi segreti, Marco Mancini, quest’ultimo  da tempo in lizza per una nomina di peso all’interno degli apparati di intelligence.

Un incontro avvenuto nel pieno della crisi del governo Conte, quando il tema dei servizi segreti è una delle questioni di attrito principali all’interno della maggioranza.

Leggi anche: Trattativa Stato Mafia: cadono in appello quasi tutte le condanne, non per Leoluca Bagarella e Antonino Cinà

Sigfrido Ranucci accusato di ricatti sessuali risponde: “Calunnie per colpire Report”

Sigfrido Ranucci, recentemente accusato di ricatti sessuali, ha subito replicato alle voci screditanti sul suo conto: “Calunnie per colpire Report”. Continuano gli attacchi alla nota trasmissione e al suo conduttore.

Ancora un attacco all’indirizzo di Report e del suo conduttore Sigfrido Ranucci. Nelle ultime ore è spuntato fuori un dossier anonimo contro Sigfrido Ranucci, con accuse di ricatti sessuali e di mobbing all’interno della redazione di Report.

Il caso è stato sollevato in commissione di Vigilanza da Davide Faraone (IV) e da Andrea Ruggeri (FI), rappresentanze politiche non esattamente simpatizzanti della trasmissione di Rai3. La questione è stata portata all’attenzione proprio durante l’ultima audizione dell’ad Rai Carlo Fuortes, che ha spiegato di non avere agli atti nessun tipo di denuncia formale o informale, ma si è impegnato a fare chiarezza sulla vicenda.

La questione, a quanto si apprende, sarebbe ora all’attenzione dell’Audit di Viale Mazzini che dovrà valutare se avviare un’indagine interna, ma intanto Ranucci fa sapere che sul dossier, che a ogni modo pare circoli da luglio, come lui stesso ha dichiarato, ha già presentato denuncia alla procura della Repubblica il 5 agosto. La redazione di Report si è subito unita in difesa del proprio conduttore:

Non possiamo tacere sul fango che sta circolando sul programma a cui collaboriamo da anni, alcune e alcuni di noi da decenni. A difesa della nostra professionalità.

Consideriamo ridicole e offensive le parole riportate in pubblico tratte da una lettera anonima che mettono in discussione la professionalità di colleghi e colleghe.

Ci spiace constatare che queste calunnie abbiano trovato eco all’interno dell’Organo di Vigilanza sul Servizio pubblico radiotelevisivo, in una interrogazione che getta ombre sulla correttezza dell’intero nostro lavoro.

Da quando è iniziata la sua storia, quasi 25 anni fa, Report ha sempre avuto una sola linea: trovare e approfondire le notizie, verificarle oltre ogni ragionevole dubbio e renderle pubbliche perché questo è il dovere di ogni giornalista.

Leggi anche: Omicidio Luigi Ilardo, la figlia all’Antimafia: “Mio padre tradito dallo Stato”

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