Omicidio Luigi Ilardo, la figlia all’Antimafia: “Mio padre tradito dallo Stato”

La figlia del pentito Luigi Ilardo è stata sentita per la prima volta in Commissione Antimafia a quasi 20 anni dall'omicidio del padre, il 10 maggio 1996.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Luigi Ilardo, pentito di mafia ed ex collaboratore di giustizia il quale all’epoca aveva indicato ai Ros del colonnello Mori dove si nascondeva Bernardo Provenzano, ma la cosa non portò a nessun arresto come ben sappiamo. Luigi Ilardo è stato ammazzato il 10 maggio del 1996.

Luigi Ilardo: la figlia Luana ascoltata in Commissione Antimafia trattiene a stento le lacrime

Luigi Ilardo: la figlia Luana ascoltata in Commissione Antimafia trattiene a stento le lacrime


Luana Ilardo, figlia di Luigi Ilardo, il pentito di mafia vittima di omicidio nel ’96 inizia così il suo intervento in Commissione Antimafia, leggendo alcune delle più intime confessioni del padre.

Durante la sua audizione dinnanzi alla Commissione Parlamentare Antimafia, la figlia di Luigi Ilardo è stata accompagnata dal suo avvocato Felice Centineo.

Una giornata unica quella in cui la figlia di Luigi Ilardo, cugino di Giuseppe Madonia, ex capo del mandamento di Caltanissetta, il quale era stato infiltrato per i carabinieri in Cosa nostra e ucciso dall’organizzazione a cui era appartenuto tutta la vita il 10 maggio 1996.

Luana in mano regge e legge una piccola parte della trascrizione dei nastri resi dal padre al colonnello Michele Riccio che hanno rappresentato il suo inizio di collaborazione con la giustizia. Luana si fa coraggio e legge quelle trascrizione, con la voce rotta dalla commozione e trattenendo a stendo le lacrime durante i vari passaggi:

Ho deciso formalmente di collaborare con la giustizia dopo essermi reso conto di quanto effettivamente ho perduto durante questi anni passati lontano dai miei familiari e dalle mie figlie, nella speranza che il mio esempio possa essere di monito e d’aiuto ai ragazzi che, come me, si sentono di raggiungere l’apice della loro vita entrando in determinate organizzazioni.

Ho deciso di collaborare dando la mia disponibilità anche perché voglio chiudere definitivamente con il mio passato e avere la fortuna di passare ciò che mi rimane da vivere vicino ai miei figli.

L’unica cosa che mi ha spinto a fare questa scelta è stata la ricerca di normalità nella mia vita e in quella dei miei figli che tanto amo.

Le pagine che Luana Ilardo sfoglia sono solo l’incipit di un documento preziosissimo redatto da lei e dal suo legale riassunto in 38 pagine che ripercorrono la storia del padre, nonché la sua determinazione e sventura.

Accanto a Luana siede il presidente della Commissione Nicola Morra, riuscito a portare in Commissione Antimafia vicenda quasi impossibile su cui fare luce come quella di Luigi Ilardo.

Durante l’udienza Morra ha sostenuto la figlia di Luigi Ilardo, Luana, meglio che ha potuto ascoltandola e aiutandola a sfogliare le pagine del documento che Luana Ilardo è riuscita a portare all’attenzione dei parlamentari della commissione.

Un documento preziosissimo, ha ribadito la donna, “prodotto da atti giudiziari, relazioni di servizio, audizioni di collaboratori di giustizia e deposizioni di addetti ai lavori”, che Luana Ilardo ha voluto far porre all’attenzione della commissione con la speranza che “possa essere l’inizio di un qualcosa”.

Eppure la politica è riuscita a non essere tutta presenta anche in un caso delicato come queste. In aula c’erano parecchie sedie vuote di alcuni membri della commissione appartenenti ai gruppi Pd, FdI, Fi, inclusa quella del leader di LeU Pietro Grasso, ex magistrato.

Ai presenti, in particolare, viene chiesto di focalizzarsi su tutte quelle attività che non sono andate a buon fine nella gestione della collaborazione dell’ex boss per evidenti imperizie, responsabilità e omissioni da parte degli uomini del Ros e di tutte le altre istituzioni che rimarranno verosimilmente causa della morte di mio padre. Ragioni per le quali “questo Paese – afferma con forza Luana – è in debito con lui”.

Cosa portò all’omicidio di Luigi Ilardo

Secondo Luana Ilardo suo padre è stato ucciso perché rappresentava “una bomba ad orologeria che doveva essere immediatamente disinnescata”. Mio padre, ha precisato, era quel personaggio che, se gli fosse stato consentito, avrebbe permesso di svelare tutte quelle zone d’ombra che da sempre hanno reso buia la nostra Repubblica perché era conoscenza di tutti quegli eventi e soggetti che collegavano gli ambienti mafiosi e criminali alle istituzioni deviate, alla politica, alla massoneria, alle eversioni di destra e ai servizi segreti”.

Questo, afferma Luana Ilardo rispondendo alle domande dei parlamentari Piera Aiello (Misto), Antonella Ascari (M5S) e Mario Michele Giarrusso (Misto).

Leggi anche: Trattativa Stato Mafia: cadono in appello quasi tutte le condanne, non per Leoluca Bagarella e Antonino Cinà

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