Mai sentito parlare di serendipity? Viene definita talvolta come un’arte, che si può apprendere ma che spesso è innata e che porta chi la possiede a beneficiare creativamente degli eventi della vita quotidiana.
Significato di serendipity
Il termine serendipity indica l’attitudine o la capacità di fare piacevoli scoperte per caso. Venne coniato dal collezionista e scrittore Horace Walpole intorno alla metà del Settecento, a partire da una favola persiana, I tre principi di Serendip, nome dello Sri Lanka. Nel racconto i tre protagonisti facevano continuamente scoperte positive, senza volerlo, ma con una predisposizione d’animo solerte e attivo.
Diffusione del termine
Poco a poco, dall’ambito prettamente letterario, il termine ha preso piede anche nel campo delle scienze e della tecnologia, così come nel diritto e in politica, per poi entrare a far parte del linguaggio collettivo.
Cinema e social media
Il film del 2001, Serendipity, tradotto in italiano in Quando l’amore è magia, ha infine consacrato la parola al successo dei social, diventando una vera e propria filosofia di vita. La “serendipità” è diventata, infatti, una caratteristica anelata, da ricercare e perseguire, per poter raggiungere la vera felicità.
La struggente storia d’amore tra i due protagonisti, nata per caso in un centro commerciale, rimane in sospeso, affidata a un caso non troppo casuale, ma anzi, inseguito, cercato e infine lasciato correre.
La svolta arriva solo quando, per coincidenze del tutto inattese, tutti i nodi stretti nell’arco della trama si sciolgono uno dietro l’altro, tra lo stupore e la felicità dei due amanti.
Sinonimi in italiano…
Cosa significa serendipity in italiano esattamente? L’italianizzazione del termine, entrata ormai nei dizionari, è serendipità che però non esaurisce tutte le sfumature di quello inglese.
Si potrebbe dunque tradurlo meglio con una perifrasi, come un “inatteso colpo di fortuna”, anche se il concetto è meno legato al fato e più a una condizione, a un modo di essere e di porsi rispetto ai casi della vita. Chi ha molta serendipità è una persona che sa, a un certo punto, trarre un profitto dalle circostanze impreviste, non lasciandosi dominare dal caso.
Potremmo dire che si tratta della versione riattualizzata della sensazione che si prova quando si cerca qualcosa a lungo senza trovarla. Poi casualmente, quando ormai abbiamo perso le speranze di ritrovarla, spunta fuori nei posti più impensati, con nostra grande gioia.
…e contrari
Esiste anche il contrario di questa parola, zemblanity, ovvero la capacità di fare scoperte sfortunate e spiacevoli senza averne l’intenzione.
Esempi storici del concetto di serendipity
Cristoforo Colombo è l’emblema della serendipità: cercava il passaggio a ovest per raggiungere le indie nel 1492 e scoprì l’America!
Ma la storia è piena di serendipity. Un esempio eclatante lo fornisce la celeberrima mela di Isaac Newton, che illuminò il suo pensiero e lo condusse a elaborare le leggi sulla gravitazione universale.
O il sogno di August Kekulé che nel 1865 avanzò per primo forma della struttura molecolare del benzene. Addormentatosi davanti al fuoco, mentre studiava come dovessero essere disposti gli atomi di carbonio e idrogeno, sognò un serpente che si mordeva la coda. Svegliatosi di soprassalto capì che il segreto del benzene era proprio nella sua ciclicità.
Serendipità e scienza
In generale, la ricerca scientifica si basa da sempre sulla serendipità. La curiosità e la creatività in questo campo sono suoi sinonimi: lo scienziato se ne serve in modo strategico per elaborare nuovi concetti e nuovi percorsi di analisi.
Sin da Archimede e i suoi eureka! le innovazioni tecnologiche e le scoperte scientifiche sono una manifestazione di quanto un atteggiamento aperto e pronto a recepire e canalizzare informazioni diverse in ambiti apparentemente lontani tra di loro, sia una condizione vincente.
La serendipità in questo caso va a braccetto con il lateral thinking, o pensiero trasversale, il saper applicare metodologie e strumenti di una certa disciplina in un campo completamente diverso.
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