Dal 1°gennaio non ci saranno più latte e formaggi italiani: “Un passo indietro pericolosissimo”

Alla fine dell'anno scadrà il decreto che impone l'obbligo di inserire sulle etichette dei prodotti lattiero-caseari il loro luogo di origine. Tale deregulation finanzierebbe ancora di più il mercato dei prodotti italiani "fake" e preoccupa non poco la Coldiretti.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Non ci saranno più latte e formaggi italiani sulle nostre tavole. Qualcuno, di fronte ad un’affermazione simile, potrebbe già trasalire e sudare freddo. Questo rischio potrebbe esserci davvero. Alla fine dell’anno, infatti, scade l’obbligo di etichettatura sull’origine dei prodotti lattiero-caseari, imposto dal decreto che potrebbe non essere prorogato. Con un risultato piuttosto immediato: dal prossimo anno, gli italiani convinti di acquistare un prodotto 100% made in Italy potrebbero invece portare a casa formaggi, yogurt o simili di qualità scadente, realizzati con latte proveniente dall’estero.

Tale deregulation sull’etichettatura dei prodotti proccupa, e non poco, la Coldiretti. Se infatti si confermasse la mancata proroga del decreto sull’obbligo di etichettatura, si lascerebbe campo libero ai “furbetti” che spacciano per italiani prodotti di bassa qualità, scadenti perché fatti di materie prime provenienti da Paesi che non devono rispettare le stringenti regole a cui gli agricoltori italiani sono invece sottoposti.

Ci siamo sempre battuti per garantire la trasparenza dei prodotti e continueremo a farlo. Non prorogare i decreti in scadenza significa cancellare quanto è stato fatto fino ad ora, per difendere i diritti dei consumatori ad essere informati sulla provenienza dei prodotti”, queste le parole pronunciate ai microfoni dell’Adnkronos da David Granieri, produttore di olio extravergine di Sabina e presidente di Coldiretti Lazio.

Scade l’obbligo di etichettatura sull’origine dei prodotti, Coldiretti: “Un passo indietro pericolosissimo sul lato della trasparenza”

Scade l'obbligo di etichettatura sull'origine dei prodotti, Coldiretti: "Un passo indietro pericolosissimo sul lato della trasparenza"

Il prossimo anno scade l’obbligo di etichettatura sull’origine dei prodotti: su tale deregulation, Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, intervenendo assieme al ministro dell’Agricoltura Patuanelli all’inaugurazione della Mostra Nazionale del Bovino da latte organizzata da Anafibij a Montechiari, ha detto: “Si tratta di un passo indietro pericolosissimo rispetto a un percorso di trasparenza che nel corso degli anni ha portato indiscussi benefici ai cittadini consumatori e alle imprese della filiera agroalimentare che hanno puntato sul 100 per cento Made in Italy”.

Dello stesso parere anche Gianluca Barbacovi, presidente Coldiretti in Trentino Alto Adige: “L’etichetta con l’indicazione di origine degli alimenti risponde alle aspettative della stragrande maggioranza dei consumatori europei che ritiene necessario superare le attuali politiche comunitarie sull’origine del cibo per contrastare con tutte le forze la piaga dei falsi e dei tarocchi”.

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Scade l’obbligo di etichettatura sull’origine: quanto costa al nostro Paese il mercato dei prodotti “fake”

Scade l'obbligo di etichettatura sull'origine: quanto costa al nostro Paese il mercato dei prodotti "fake"

Scade l’obbligo di etichettatura sull’origine dei prodotti. Quello delle specialità gastronomiche italiane “fake” è un problema che continua a pesare come un macigno sull’economia italiana. Non prorogare l’obbligo di etichettatura sull’origine dei prodotti sarebbe un ulteriore incentivo per il mercato del Made in Italy taroccato. Tale fenomeno, definito “italian sounding”, ovvero prodotti che “suonano” italiani ma non lo sono, ruba al nostro paese almeno 100 miliardi di euro l’anno: più di due prodotti tricolori su tre sono falsi. Tutto ciò, secondo una stima, toglierebbe all’Italia circa 300mila posti di lavoro.

Quali sono i prodotti made in Italypiù “taroccati”? Coldiretti ha stilato una top ten:

  1. Mozzarella
  2. Parmigiano Reggiano e Grana Padano
  3. Provolone
  4. Pecorino Romano
  5. Salame
  6. Mortadella
  7. Sughi di vario tipo
  8. Prosecco
  9. Chianti
  10. Pesto

Il Presidente Coldiretti Pradini ha chiesto al Governo di intervenire immediatamente per proteggere aziende e cittadini ed assicurare la provenienza dei prodotti. Ha concluso: “L’Italia, che è leader europeo nella qualità, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche alimentari comunitarie, poiché in un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della tracciabilità con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti, venendo incontro alle richieste dei consumatori italiani ed europei”.

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Asia Buconi
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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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