Ripartenza Regioni, De Luca: “La Campania non firma nessun accordo con lo Stato”

Catiuscia Ceccarelli
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Catiuscia Ceccarelli, giornalista e imprenditrice, si occupa di personaggi, interviste, attualità e lifestyle. Segni particolari? Mamma di Matilde
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Lunedì 18 Maggio è il giorno della ripartenza di tutte le attività commerciali in Italia. Dopo un braccio di ferro, è stato raggiunto un accordo Stato-Regioni, ma De Luca in Campania dice no alla fase 2. Il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, in collegamento con Lucia Annunziata a Mezzo’ora in più, ha spiegato:

Sull’accordo raggiunto tra Regioni e Stato, la Campania non è d’accordo, non ha firmato nessun accordo. Io ritengo che su alcune norme di sicurezza generale debba pronunciarsi il Ministero della Salute. Poi è chiaro che è necessaria una flessibilità regionale, ma sulle norme fondamentali non è possibile che il Ministero della Salute e il Governo scarichino opportunisticamente le decisioni sulle Regioni, questo non è accettabile.

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La fase 2 nelle mani delle Regioni

La seconda parte della fase 2, quella che vede la riapertura di tutte le attività commerciali, tra cui bar, ristoranti, pub, parrucchieri e centri estetici e fra qualche giorno anche delle spiagge, il tutto nel pieno rispetto della sicurezza per lavoratori e clienti, sarà responsabilità delle singole regioni, figlia di una profonda conoscenza del proprio territorio. Le regioni, dalla loro dovranno monitorare costantemente la curva dei contagi per evitare un nuovo lockdown. Il Presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, Governatore dell’Emilia – Romagna ha dichiarato:

Le Regioni hanno presentato linee guida condivise al governo, che aveva chiesto un testo con regole comuni. Abbiamo dato indicazioni che permettono alle attività economiche di poter ripartire in sicurezza, avendo certezza delle regole e tutelando la salute di lavoratori e cittadini. Tutto questo per me ha un significato chiaro:collaborazione istituzionale, fra territori e con lo Stato, a vantaggio dei cittadini.

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Perché De Luca rimanda la fase 2

I motivi che spingono la Regione Campania ad aspettare ancora per dare il via libera alla fase 2 con la ripartenza delle attività economiche riguardano il clima di confusione generale che c’è in Italia. Secondo il presidente De Luca:

Noi non apriamo lunedì mattina né i ristoranti, né i pub, né altro, per serietà. Abbiamo deciso di avere un’interlocuzione con le categorie economiche per prepararli alla sanificazione, a procurarsi dei pannelli di divisione tra cliente e cliente e per agevolare l’apertura anche di piccoli ristoranti. Cercherò di ragionare il 2 giugno per sapere qual è la situazione epidemiologica.

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Le caratteristiche della Campania

La Campania è una Regione complicata, con un’alta densità abitativa. Ma, secondo quanto dichiarato da De Luca, a livello amministrativo si è organizzata per tempo, reggendo bene l’onda d’urto del coronavirus:

Questo è accaduto perché abbiamo fatto due anni di lavoro straordinario, essendoci liberati dei commissari esterni, abbiamo preparato pronto soccorsi, rete dell’emergenza che non c’era, abbiamo fatto in tempo ad assumere 800 infermieri due mesi prima che scattasse la vicenda dell’epidemia e, soprattutto, abbiamo preso all’inizio del contagio delle decisioni anticipate rispetto al Governo nazionale, in qualche caso di 15 giorni.

Dal punto di vista economico, un impegno rispettato verso imprese e cittadini con una grande operazione dall’alto valore sociale e ideale. Sempre il presidente De Luca ha fatto presente che:

Abbiamo deciso di dare a 104 mila piccole imprese 2 mila euro di contributo a fondo perduto, un Piano approvato 3 settimane fa e i soldi sono già arrivati agli imprenditori. Diamo mille euro agli autonomi e ai professionisti ed entro la prossima settimana completiamo i mandati di pagamento per altri 70 mila professioni. Diamo aiuti ai tassisti e agli autisti di Ncc e aumentiamo le pensioni minime a mille euro per i mesi di maggio e giugno.

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di Catiuscia Ceccarelli

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