Riforma fiscale, le novità da Irpef a Flat Tax: tutte le proposte dei partiti

In attesa del documento della Bicamerale in arrivo a giugno, i partiti hanno depositato le loro proposte in ambito fiscale. Entro luglio l'approvazione della riforma dell'Irpef.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Arrivano novità in tema di riforma fiscale. Maggio, giugno e luglio saranno mesi decisivi per il Governo Draghi, che dovrà lavorare su tre riforme fondamentali per dare attuazione al Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e garantire all’Italia l’erogazione dei fondi europei del Recovery Plan.

In particolare, nella road map governativa è prevista l’approvazione entro maggio del decreto semplificazioni, entro giugno del decreto concorrenza, mentre luglio sarà il mese della legge delega sul fisco, il cui punto principale è rappresentato dalla riforma dell’Irpef. L’obiettivo è varare la riforma entro dicembre per poterla applicare dal 2022 sui redditi di quest’anno.

Anche se rimane un nodo da sciogliere: quello degli scontri interni alla maggioranza, scatenati ancora una volta dalle dichiarazioni del leader leghista Matteo Salvini, che nei giorni scorsi ha afferamato che “non sarà questa maggioranza a riformare giustizia e fisco”. Ma il cronoprogramma delle riforme resiste e sono arrivate le proposte dei partiti in vista del decollo della riforma fiscale. Ecco le novità principali.

Riforma fiscale: no alle ipotesi più estreme

La Commissione Bicamerale per l’indagine conoscitiva sulle tasse è al lavoro da circa quattro mesi e il ministro del Tesoro Daniele Franco ha fatto sapere che si baserà sulle analisi elaborate da tale organismo per scrivere il disegno di legge delega sul fisco: il documento di sintesi della Bicamerale, dopo 61 audizioni, è quasi terminato ed è atteso per fine giugno.

Ciò che è sicuro è che le ipotesi più estreme di una flat tax radicale o un sistema progressivo teso a riportare molte imposte nell’Irpef sono escluse, soprattutto a causa della scarsità di risorse disponibili per ridurre drasticamente la pressione fiscale. Tutti i partiti hanno avanzato le proprie richieste e la parola d’ordine è la stessa: semplificazione, con un occhio di riguardo alla famiglia, soprattutto attraverso l’assegno unico.

Leggi anche: Via libera del Senato al Recovery Plan, Draghi: “Se l’Italia fallisce, l’Ue non farà più politica fiscale comune

Riforma fiscale: Lega, FdI e FI puntano a ridurre le tasse sugli aumenti di reddito da un anno all’altro

Riforma fiscale: Lega, FdI e FI puntano a ridurre le tasse sugli aumenti di reddito da un anno all'altro

La Lega sembra veder sfumare il sogno di una flat tax “pura”, ovvero di un’aliquota uguale per tutti: più realistica l’ipotesi di una “flat tax incrementale”, comparsa nel documento depositato dal Carroccio in Commissione Bicamerale. La nuova misura fiscale consisterebbe nell’introduzione di un’aliquota piatta solo oltre una certa soglia di progressività. Il partito di Salvini vuole poi un ampliamento della mini flat tax, ovvero di quel meccanismo che prevede un forfait al 15% per le partite Iva. Oltre alla semplificazione dei meccanismi tributari, i leghisti chiedono anche lo stop all’aumento dell’Iva, a tasse sulla prima casa o patrimoniali, a microtasse, a Irap e Imu sui fabbricati occupati o inagibili. Sì ad una “no tax area-opzionale” per redditi bassi, esentati da imposte e adempimenti.

Fratelli d’Italia ha richieste decise in tema fiscale: Giorgia Meloni vorrebbe una flat tax incrementale al 15% rispetto a quanto guadagnato nell’anno precedente e l’abolizione dei termini stranieri dal linguaggio fiscale. FdI chiede pure lo stop degli studi di settore e dello “splitting payment” per i soggetti Iva, oltre che l’introduzione di un concordato generale e dell’obbligo di preavviso di almeno due anni prima dell’introduzione di una nuova tassa.

Nel documento consegnato in Commissione Bicamerale da Forza Italia si parla di “rimodulazione degli scaglioni con una riduzione delle aliquote”, ma il sistema della flat tax non verrà abbandonato: lo scaglione centrale dovrà modularsi come una flat tax del ceto medio. La flat tax sarà “incrementale” rispetto ai redditi dell’anno precedente e si richiede la riduzione delle aliquote Iva a due, oltre che semplificazione e pace fiscale per “sanare i debiti pregressi”.

Riforma Fiscale: PD, M5S E Italia Viva vogliono favorire i contribuenti medio-bassi

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Come si apprende da “La Repubblica”, il Partito Democratico continua a puntare sulla progressività: la richiesta avanzata in Commissione Bicamerale dai dem è quella di ridurre il numero delle aliquote e di intervenire sul secondo e terzo scaglione, dove le aliquote marginali schizzano verso l’alto penalizzando i lavoratori del ceto medio-basso. Contrario alla mini flat tax, il Pd è disposto al compromesso sui sistemi sostitutivi dell’Irpef, ma mantenendo elementi di equità nella parte non prgressiva (ad esempio sulle rendite finanziarie).

Italia Viva vuole lo stop delle tax expenditures (detrazioni e deduzioni), tranne per quelle relative a spese sanitarie, prima casa e contributi. Il partito di Renzi ha proposto un minimo esente di 8.000 euro a coinuge, somma che non verrà tassata, e tre aliquote, da fissare in base alle risorse disponibili. Da parte sua, il Movimento 5 Stelle punta all’Irpef su tre scaglioni, assieme ad una “no tax area” fino a 10 mila euro e ad una riduzione dell’Iva per i pagamenti non in contanti.

Leggi anche: Covid-19, arrivano i vaccini per i lavoratori essenziali: ecco le tre fasce prioritarie

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