Covid-19, arrivano i vaccini per i lavoratori essenziali: ecco le tre fasce prioritarie

Il ministro del Lavoro, assieme all'Inail, al dicastero della Salute e delle Regioni, ha messo a punto un documento che apre alla vaccinazione in azienda dei lavoratori essenziali, divisi in tre fasce di priorità.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Arriva il piano per vaccinare i lavoratori essenziali in azienda, mentre la campagna vaccinale prosegue. Fino ad ora nel nostro Paese 18.202.836 persone, pari circa al 30,52% della popolazione totale, hanno ricevuto almeno la prima dose del siero, mentre a 8.282.336 è stata somministrata anche la seconda. Un dato, quest’ultimo, non particolarmente incoraggiante: in Italia appena il 13% della popolazione ha completato la vaccinazione. Questo ha spinto il ministro del Lavoro Andrea Orlando ad aprire ad una svolta decisiva: quella dell’inaugurazione della somministrazione del vaccino negli ambienti di lavoro.

Il ministero del Lavoro, infatti, ha concordato assieme all’Inail, al dicastero della Salute e alle Regioni, l’ordine di priorità delle categorie lavorative da vaccinare: il piano è contenuto in un documento trasmesso proprio in queste ore ai governatori. Il documento in questione apre alla somministrazione del vaccino a tutti i lavoratori che per età non hanno ancora ricevuto la loro dose: quasi 18 milioni di persone, la cui immunizzazione procederà seguendo tre fasce di rischio.

Il piano sarà attuabile utilizzando i presidi all’interno delle aziende, quindi anche i medici aziendali, per la somministrazione delle dosi, per garantire un accesso immediato alla vaccinazione ai lavoratori più esposti al contagio. Sarà il commissario Figliuolo ad occuparsi della logistica nella distribuzione del siero, mentre l’Inail sarà coinvolta attraverso la rete dei suoi ambulatori.

Arriva il Piano per vaccinare i lavoratori essenziali: una platea di 18 milioni di persone

Mentre 6 milioni di medici, infermieri, insegnanti, dipendenti pubblici, personale delle Rsa hanno ricevuto almeno la prima vaccinazione, 18 milioni di altri lavoratori, tra cui camerieri, baristi, commessi di supermercati, negozianti, addetti ai trasporti e cassieri non hanno ancora ricevuto la loro dose, nonostante abbiano contribuito al risollevamento del Paese in un periodo molto difficile, mettendo a rischio, in molti casi, anche la propria salute.

Per questo motivo la conferenza delle Regioni, l’Inail, i ministeri del Lavoro e della Salute, con il supporto del commissario straordinario per l’emergenza Covid Figliuolo, hanno firmato ieri il documento tecnico operativo che apre alla vaccinazione delle categorie lavorative non ancora vaccinate: si tratta di una platea di circa 18 milioni di persone. Non tutti, però, avranno gli stessi tempi di attesa. Il piano contenuto nel documento individua infatti tre fasce di rischio, pensate in base al “pericolo” di contagio a cui espone l’ambiente lavorativo: la precedenza andrà ovviamente a chi lavora a stretto contatto col pubblico, poi ci saranno gli altri. Finisce in coda chi lavora in smart-working.

Piano per vaccinare i lavoratori essenziali: la prima fascia di priorità

Piano per vaccinare i lavoratori essenziali: la prima fascia di priorità

La prima fascia, ovvero quella di massima priorità, è composta da circa 6 milioni e 840mila lavoratori, quelli più a rischio, in quanto maggiormente esposti al contatto col pubblico. Si tratta di persone che operano nelle industrie alimentari, nella fabbricazione di articoli in pelle, attività di raccolta e smaltimento rifiuti, trasporto merittimo e aereo, servizi postali, ristorazione, operatori turistici, attività di produzione cinematografica, commercio al detteglio e supermercati.

Di questi, però, circa 4,7 milioni hanno ricevuto almeno la prima dose di vaccino, perché rientranti nei criteri di fasce d’età o esposizione al contagio. In quest’ultimo caso, si tratta di insegnanti, sanitari, commercianti al dettaglio o persone che operano in attività di ristorazione.

Leggi anche: Covid-19, il “nuovo” fenomeno di chi contrae il virus dopo la prima dose di vaccino: ecco cosa fare

Piano per vaccinare i lavoratori essenziali: la seconda e terza fascia di priorità

Piano per vaccinare i lavoratori essenziali: la seconda e terza fascia di priorità

In seconda battuta saranno immunizzate le categorie a rischio inferiore, ovvero le persone con mansioni che nella maggior parte dei casi si svolgono all’aperto. Si tratta di circa 5,9 milioni di individui, di cui 733mila (tra cui le badanti) sono stati già vaccinati. Nella seconda fascia di rischio rientrano i soggetti che operano nel settore dei lavori di costruzione specializzati e di edifici, gli agricoltori, gli allevatori, i pescatori, chi commercia all’ingrosso o vende auto e moto, i direttori di azienda, i giornalisti, chi lavora nei musei, le parrocchie, gli oratori, i monasteri e i luoghi di culto in generale.

Sulla scala delle priorità, troviamo al terzo ed ultimo posto una platea di 5 milioni di persone da vaccinare, composta da addetti delle fabbriche metallurgiche, appartenenti ad esempio all’industria automobilistica, e di mobili.

Piano per vaccinare i lavoratori essenziali: arriva il sì di Confindustria, ma mancano le dosi

Sarà attraverso queste liste che il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Figliuolo organizzerà la distribuzione delle dosi, seguendo il principio espresso dai ministri di Sanità e Lavoro, Speranza e Orlando, ovvero che “ogni presidio ed ogni luogo dove può esserci un medico messo nelle condizioni, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza, di accelerare le vaccinazioni, è un fatto positivo per il Paese, sì alle risorse, anche intere, alle aziende per agevolare la vaccinazione dei dipendenti”.

All’incontro di ieri era presente anche il direttore generale di Confindustria Francesca Mariotti, che ha ribadito la disponibilità delle aziende a collaborare: ha garantito la possibilità di coinvolgere nel Piano vaccinale 12 milioni di soggetti: circa 5.500.000 dipendenti, compresi i familiari.

Il nodo da sciogliere rimane quello della disponibilità delle dosi. Come sottolineato dal generale Figliuolo riguardo alla vaccinazione dei quarantenni a partire dal 17 maggio “non vuol dire che lunedì inizieremo, dovrei avere una fornitura nascosta di fiale. Per ora si può programmare, non inoculare”. E, anche nel caso dei vaccini in azienda, vale lo stesso discorso.

Leggi anche: Vaccini: da lunedì tocca ai quarantenni, ma quando potranno vaccinarsi i più giovani?

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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