Presentato in Cassazione nuovo referendum sull’eutanasia: “I malati chiedono ancora la propria libertà”

Depositato il referendum sull’eutanasia: raccolta di firme per abrogare parzialmente l’ART 579 sull’omicidio consenziente.

Mara Bruni
Mara Bruni
Ama scrivere di tutto ciò che riguarda l'analisi economica, anche in un'ottica green. Nel tempo libero produce cosmetici ecosostenibili.
spot_img

Referendum eutanasia: il 20 Aprile è stato depositato in Corte di Cassazione la proposta per la legalizzazione del suicidio assistito.

L’iniziativa è promossa dall’Associazione Luca Coscioni e ha avuto il sostegno di Mina Welby, i genitori di Luca Coscioni, e la compagna di Dj Fabo, tetraplegico morto per suicidio assistito in Svizzera aiutato dal presente Marco Cappato.

Il sostegno è arrivato anche da alcune rappresentanze politiche, associazioni, parlamentari e consiglieri regionali (di Abruzzo, Lazio, Lombardia, Marche) nonché medici e giuristi.

Referendum eutanasia: cosa prevede la proposta dell’Associazione Coscioni

La proposta prevede l’abrogazione parziale dell’Articolo 579 del Codice penale, che riguarda l’omicidio del consenziente. Parziale è l’abrogazione poiché si chiede che rimangano intatte le aggravanti nel caso in cui vengano coinvolte persone fragili.

La proposta referendaria era in stallo in Parlamento dal 2013: Filomena Gallo dell’Associazione Luca Coscioni chiede che le persone malate abbiano la propria libertà:

Sono passati 15 anni e non si è fatto nulla nonostante una proposta di legge di iniziativa popolare che giace in Parlamento dal 2013.

I malati chiedono di veder affermata la priorità libertà, non c’è più tempo.

Oggi interveniamo con questo deposito per la legalizzazione dell’eutanasia.

Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni ha affermato fortemente l’importanza di questo referendum per l’Italia.

Referendum eutanasia: le iniziative per la legge

Prevista dall’Associazione Luca Coscioni una raccolta di firme per il referendum tra luglio e settembre (le firme possono essere depositate entro il 30 settembre del 2021). Ne occorrono 500mila da raccogliere per far sì che il referendum per l’eutanasia possa avvenire nell’autunno prossimo. Il referendum vede la partecipazione anche di forze politiche, che sono anche diventate parte del comitato promotore: Radicali Italiani, Più Europa, Partito socialista italiano, Eumans, Volt.

Simona Violo, presidente di  Più Europa, dichiara come l’arma referendaria è l’unico mezzo, data la mancata calendarizzazione della proposta di legge di iniziativa popolare sulla eutanasia che aveva raccolto 67.000 firme.

Commenti positivi anche dal Movimento 5 Stelle, i quali pur non essendo parte del comitato promotore, considerano l’iniziativa come una proposta utile a sbloccare la situazione sull’eutanasia.

L’Articolo 580 del Codice penale disciplina le scelte riguardanti la vita dell’individuo, senza mai menzionare il termine eutanasia. Per questo motivo in Italia, differentemente da paesi come Belgio, Olanda e Svizzera, l’eutanasia non è permessa.

Ad essere proibita è sia l’eutanasia diretta che indiretta:

  • Diretta: il medico a somministra il farmaco alla persona che ne fa richiesta (articolo 579 codice penale, omicidio del consenziente);
  • Indiretta: la persona che ne fa richiesta assume il farmaco preparato in modo autonomo (580 codice penale, aiuto ed istigazione al suicidio).

Referendum eutanasia: cosa è cambiano dopo la sentenza Cappato del 2019

referendum eutanasia cappato

Passi avanti sono stati fatti nel 2019 con la sentenza Cappato (Corte costituzionale sentenza n° 242). Marco Cappato avrebbe rischiato dai 5 ai 12 anni di carcere, con un processo aperto l’8 novembre 2017, per l’aiuto prestato a Dj Fabo, accompagnandolo in Svizzera per ottenere il suicidio assistito.

Dj Fabo, ossia Fabiano Antoniani, è stato reso paraplegico e cieco a causa di un incidente d’auto nel 2014. Il suicidio assistito è legale in Svizzera ed è una procedura regolamentata nei minimi dettagli e sotto controllo medico, in cui la persona che fa richiesta di suicidio assistito, si somministra autonomamente il farmaco.

La sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito la non punibilità, a determinate condizioni, per chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio “autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”.

Quindi la sentenza n°242 della Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 580 del Codice penale “nella parte in cui non esclude la punibilità di chi, agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente”.

Leggi anche: La Spagna legalizza l’eutanasia, Carcedo: “Una legge a beneficio di tutta la società”

spot_img

Correlati

Caso Balocco, il Codacons: “Il Tribunale ha accolto il ricorso, è stata pratica commerciale scorretta”

Il Codacons annuncia in una nota che la giudice della prima sezione del Tribunale...

Pierfrancesco Veronesi vince l’oro ai Campionati di Fisica: “Ha battuto 34.000 studenti”

Pierfrancesco Veronesi è il giovane studente del Liceo Scientifico Francesco Severi di Frosinone che...

L’8 maggio i vertici Rai attesi in commissione di Vigilanza: cosa succederà dopo il caso Scurati?

Barbara Floridia, Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, ha dichiarato, come riporta "Ansa"...
Mara Bruni
Mara Bruni
Ama scrivere di tutto ciò che riguarda l'analisi economica, anche in un'ottica green. Nel tempo libero produce cosmetici ecosostenibili.
spot_img