Recovery Plan: la Camera approva il Piano ripresa di Draghi, ma FdI si astiene

Recovery Plan: la Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza presentata ieri in aula, ma FdI si astiene. Ecco le 6 missioni del Pnrr italiano.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Con 442 voti a favore, 19 contrari e 51 astenuti, la Camera dei Deputati ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del Premier Mario Draghi riguardo il Recovery Plan presentato ieri in aula.

Oggi il Presidente del Consiglio è atteso alle 15 a Palazzo Madama, dove rileggerà ai Senatori il testo pronunciato ieri a Montecitorio. Giovedì 29 aprile si riunirà invece il Cdm per l’approvazione definitiva e la trasmissione del testo alla Commissione europea.

Il Piano per il Next Generation con cui l’Italia si candida a ricevere i fondi europei per la ripartenza post-Covid è molto sostanzioso, “nel complesso potremo disporre di circa 248 miliardi di euro” ha precisato Draghi.

Il Presidente del Consiglio ha poi chiarito i tre obiettivi principali del nuovo piano: riparare i danni economici dovuti alla pandemia (anche con investimenti e riforme sul lungo periodo), migliorare la condizione di donne e giovani (specie nel Mezzogiorno) e dare impulso ad una compiuta transizione ecologica. Durante la replica di questa mattina a Montecitorio, Draghi è tornato ad elencare gli innumerevoli interventi normativi presenti nel Pnrr. Ma non senza polemiche.

Recovery Plan: la Camera approva la risoluzione di maggioranza, ma FdI si astiene

Recovery Plan: la Camera approva la risoluzione di maggioranza, ma FdI si astiene

In particolare, voci di protesta sono state avanzate da FdI. Ciò che si recrimina sono i tempi stretti entro i quali il Parlamento ha dovuto approvare il Pnrr. Il via libera, infatti, doveva essere dato necessariamente entro il 30 aprile, data in cui il Piano verrà inviato a Bruxelles. Draghi ha riconosciuto questo limite, ammettendo i tempi proibitivi lasciati al Parlamento per l’approvazione, ma ha pure sottolineato che “la scadenza del 30 aprile non è mediatica, è che se si arriva prima si avranno i fondi prima“, semplicemente.

Ma le motivazioni del Premier non hanno convinto la leader di FdI Giorgia Meloni che, nel corso delle dichiarazioni di voto, ha annunciato l’astensione di FdI, che non ha quindi approvato la risoluzione di maggioranza proposta dal Premier. Meloni ha detto:

Un partito serio non vota un piano così in assenza di risposte e non accetta il metodo di un piano chiuso per mesi nel cassetto, poi sottoposto al voto con un ‘prendere o lasciare’.

Recovery Plan: una visione d’insieme sul Pnrr

Recovery Plan: una visione d'insieme sul Pnrr

Il Pnrr presentato da Draghi si articola attorno a 6 missioni principali, come spiega l’Huffpost:

  • Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura;
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica;
  • Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  • Istruzione e ricerca;
  • Inclusione e coesione;
  • Salute.

Recovery Plan: le prime due “missioni” del Pnrr

La prima missione, “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”, stanzia complessivamente 49.2 miliardi di euro. Tra gli obiettivi principali c’è quello di promuovere la digitalizzazione del Paese: si prevede la fornitura di banda extra-larga e connessioni veloci in tutta Italia e il via libera al Piano Italia 5G, per potenziare la connettività mobile in aree a fallimento di mercato. Il piano, oltre a rafforzare le infrastrutture digitali della Pubblica Amministrazione, punta a valorizzare anche turismo e cultura, con interventi in siti storici e miglioramento delle strutture di ricezione turistica.

La seconda missione, “Rivoluzione verde e Transizione ecologica”, può contare su 68,5 miliardi di euro. L’obiettivo è quello di migliorare la sotenibilità del sistema economico, assicurando l’impegno verso una transizione ecologica equa: si punta al riciclo del 65% dei rifiuti plastici e il 100% di recupero nel settore tessile. Ampie risorse sono state stanziate per il rinnovo del trasporto pubblico, con l’acquisto di bus a bassa emissione e una nuova flotta di treni regionali con mezzi a propulsione alternativa. Sono previsti anche importanti investimenti nelle fonti di energia rinnovabile, sostenendo la filiera dell’idrogeno.

Leggi anche: Italia, con la pandemia persi 1.9 milioni di posti di lavoro: le previsioni per il 2021

Recovery Plan: la terza e quarta missione del Pnrr

La terza missione, “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, stanzia 31,4 miliardi di euro. L’obiettivo principale è quello di sviluppare un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile ed estesa a tutte le aree del Paese, con un importante investimento nell’alta velocità, soprattutto nel centro-sud.

La quarta missione del Pnrr, “Istruzione e ricerca”, stanzia invece 31,9 miliardi. L’obiettivo è rafforzare il sistema educativo, incoraggiando competenze digitali e la ricerca. Il Piano investe in particolar modo negli asili nido e nelle scuole materne: crea 152.000 posti per bambini fino a 3 anni e 76.000 per i bambini tra 3 e 6 anni. Si è prestata particolare attenzione anche al risanamento strutturale degli edifici scolastici e ad una riforma dell’orientamento, dei programmi di dottorato e dei corsi di laurea. Si incoraggia l’idea dell’istruzione professionalizzante.

Recovery Plan: le ultime due missioni del Pnrr

La quinta missione, “Inclusione e Coesione”, stanzia 22,4 miliardi di euro ed ha l’obiettivo di agevolare l’entrata nel mondo del lavoro, anche attraverso la formazione, favorendo così l’inclusione sociale. Il Piano investe sui centri per l’impego e l’imprenditorialità femminile, con la creazione di un nuovo Fondo Impresa Donna. Previsti investimenti per il miglioramento delle condizioni delle periferie delle metropoli e per aumentare la qualità della vita dei disabili.

L’ultima missione, “Salute”, stanzia 18.5 miliardi di euro. L’obiettivo è quello di rafforzare i servizi sanitari sul territorio, oltre che puntare alla modernizzazione e digitalizzazione del sistema sanitario, garantendo un accesso equo alle cure. Si investe sull’assistenza di prossimità diffusa, dando particolare rilievo al ruolo delle strutture locali. Si potenzia l’assistenza domiciliare per raggiungere il 10% della popolazione over-65. Finanziamenti a telemedicina e all’assistenza remota.

Leggi anche: Recovery Plan, addio a Quota 100: quale sarà il futuro del sistema pensionistico italiano?

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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