Rave party, arriva la stretta del governo: multe e carcere da 3 a 6 anni

Il decreto è arrivato dopo il raduno illegale di Modena. Il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato: “Confidiamo che la norma possa costituire un deterrente”.

Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.
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Il rave party di Modena ha notevolmente accelerato la questione sui raduni illegali organizzati dai giovani.

Il governo infatti ha varato una stretta, introducendo una nuova fattispecie di reato e inserendo nel codice penale l’Art. 434-bis: “Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica.”

Il reato diventa quindi punibile con multe, sanzioni e il carcere fino a 6 anni.

Rave party: la stretta contro i raduni

Durante il Primo consiglio dei Ministri, il governo Meloni ha dato subito il via libera ad una serie di norme penali contro chi organizza dei raduni con più di 50 persone.

Secondo il nuovo decreto si rischia la confisca dei veicoli, degli strumenti e delle apparecchiature musicali utilizzate per intrattenere i frequentatori dei rave party. Potrebbero arrivare delle regole ancora più rigide come la reclusione dai 3 ai 6 anni per gli organizzatori e multe da 1.000 a 10.000 euro.

Anche il precedente ministero, formato da Luciana Lamorgese, si era occupato di contrastare i rave.

Il Ministro dell’Interno Piantedosi ha dichiarato in merito:

Si tratta di eventi non solo pericolosi per le stesse persone che partecipano, ma molto dispendiosi per l’impiego di forze dell’ordine che ne consegue.

Sono ora previste sanzioni significative e confidiamo che la norma possa costituire un deterrente.

Cos’è successo durante il rave party di Modena

In un capannone di Modena sono state evacuate più di 600 persone che si erano radunate illegalmente per partecipare all’evento.

Il sindaco della città, Gian Carlo Muzzarelli aveva spiegato: “L’evacuazione ordinata della struttura, senza la necessità di alcuna prova di forza, è stato il risultato della positiva collaborazione tra istituzioni e forze dell’ordine sviluppata nell’ambito del Cposp all’insegna del senso di responsabilità e della scelta del dialogo e della mediazione”.

Secondo la polizia, l’edificio era pericolante e instabile. Le forze dell’ordine hanno dovuto trattare con i partecipanti del rave party.

Non entriamo, siamo qui perché l’edificio è pericolante e va posto sotto sequestro.

Non siamo qui per voi, ma per la struttura che è pericolosa. Non entriamo.

Non ci interessa cosa fate, noi siamo a presidio della struttura.

Rave party: che cos’è

Il termine rave party deriva dall’inglese “rave up” cioè festa scatenata e dal verbo “to rave” che significata delirare o farneticare, vista la presenza di stupefacenti che permettono alle persone di rimanere in piedi a ballare per più giorni consecutivi.

Questi raduni si svolgono per lo più all’aperto o in grandi capannoni, utilizzati ovviamente in modo illegale.

Molto spesso, l’esatta posizione del luogo viene scoperta dai partecipanti il giorno stesso. Questo accade per mantenere le forze di polizia lontane dal punto preciso del raduno e per impedirgli, a causa del numero elevato di persone, l’interruzione della festa.

Probabilmente la moda dei rave party ci è stata tramandata dalla Gran Bretagna, quando i giovani si radunavano per ascoltare la musica techno.

Leggi anche: Reddito di Cittadinanza, Meloni cambia tutto: chi sono i 660mila che rischiano di non percepirlo più

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