Rave, Meloni: “Rivendico la norma, ma non si negherà il dissenso”

La bufera rave party non si ferma, ma il nuovo esecutivo sembra pronto a fare un passo indietro.

Rosarianna Romano
Rosarianna Romano
Rosarianna Romano, classe 1997. Formazione umanistica e interessi eclettici, sedotta dall'arte e dalla storia contemporanea, ama leggere i libri e la realtà. Nata in Puglia e bolognese d'adozione.
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È il tema degli ultimi giorni, quello dei rave, che ha scatenato una bufera tra il nuovo esecutivo e l’opposizione. Nonostante le proteste di quest’ultima, Meloni ha dichiarato:

È una norma che rivendico e di cui vado fiera perché l’Italia – dopo anni di governi che hanno chinato la testa di fronte all’illegalità – non sarà più maglia nera in tema di sicurezza.

La vicenda del rave di Modena

  • A fine ottobre, a Modena, 3500 persone hanno partecipato a un rave party illegale.
  • Le forze dell’ordine sono subito intervenute per lo sgombero.
  • Il Governo ha varato un decreto anti raduni, che prevede multe, carcere e una sorveglianza speciale.
  • Le polemiche non sono mancate perché si teme che la norma venisse estesa ad altre manifestazioni di dissenso.

Le parole di Meloni sui rave

È giusto perseguire coloro che spesso arrivati da tutta Europa partecipano ai rave illegali nei quali si occupano abusivamente aree private o pubbliche, senza rispettare nessuna norma di sicurezza e, per di più, favorendo spaccio e uso di droghe. Le strumentalizzazioni sul diritto a manifestare lasciano il tempo che trovano, ma vorrei rassicurare i cittadini che non negheremo a nessuno di esprimere il dissenso.

Così la premier Giorgia Meloni si è espressa sulla sua pagina Facebook, in riferimento a quanti hanno temuto per la propria libertà di espressione del dissenso. Lo specifica anche Carlo Nordio, ministro della Giustizia, precisando che la formulazione della norma passerà al vaglio del Parlamento:

 La norma tutela i beni giuridici dell’incolumità e della salute pubblica, nel momento in cui questi beni sono esposti ad un pericolo. Essa non incide, né potrebbe incidere minimamente sui sacrosanti diritti della libera espressione del pensiero e della libera riunione, quale che sia il numero dei partecipanti. La sua formulazione complessa è sottoposta al vaglio del Parlamento, al quale è devoluta la funzione di approvarla o modificarla secondo le sue intenzioni sovrane.

Il parere del ministro dell’interno

Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, considerando che sia nell’interesse di tutti bloccare i rave illegali e allineare l’Italia alla legislazione degli altri Paesi europei, in una intervista al Corriere della Sera, afferma di trovare “offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti, in cui si esercitano diritti costituzionalmente garantiti a cui la norma chiaramente non fa alcun riferimento”. Piantedosi fa riferimento anche alla garanzia di sicurezza, in primis dei partecipanti ai rave:

Ricordo che a Modena si ballava in un capannone pericolante e si rischiava una strage – e finiscono per tenere in scacco intere zone, pregiudicando attività commerciali e viabilità.

Successivamente, ha specificato che “la conversione dei decreti si fa in Parlamento, non sui social. In quella sede ogni proposta sarà esaminata dal Governo”.

Leggi anche: Rave party, arriva la stretta del governo: multe e carcere da 3 a 6 anni

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