Dietro il rave organizzatori francesi: “Qui non puniti”. “Ketamina 5 euro, Lsd 10”: il mercatino nel rave di Viterbo

Dietro i rave organizzati in Italia ci sarebbe un gruppo di francesi, attirati nel nostro Paese da controlli più blandi e minore severità. La testimonianza di un partecipante: "Sulle auto listini prezzi della droga".

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Rave di Viterbo: ora che il “Teknival Space Travel”, il party illegale da 10.000 partecipanti iniziato il 13 agosto e che si è protratto per più di cinque giorni nel Viterbese, vicino al lago di Mezzano, si è finalmente concluso, emergono nuovi elementi a chiarire quanto accaduto negli ultimi giorni. Il bilancio era già piuttosto raccapricciante: carcasse di cani sparse qua e là, due denunce per violenza sessuale, un parto, dispersi, persone in coma etilico e, infine, una vittima. L’intervento delle forze dell’ordine è arrivato ieri all’alba: sono state richiamate unità cinofile, Polizia, Guardia di finanza, Carabinieri, venti mezzi blindati e un elicottero a sorvolare la zona. Ma la maggior parte dei partecipanti, oramai, si era allontanata dalla zona durante la notte.

L’intervento di sgombero è ritardato per volontà del questore di Viterbo, Giancarlo Sant’Elia, consapevole che operazioni troppo violente avrebbero potuto mettere in serio pericolo l’incolumità dei partecipanti. Ma, nei giorni scorsi, il questore aveva comunque fatto sapere di aver aperto con gli organizzatori dell’evento, un gruppo di francesi, “una trattativa per chiudere questa storia nel modo più indolore possibile”. Perché i francesi organizzerebbero gli enormi party abusivi proprio in Italia? A quanto pare per l’impossibilità di tenere in Francia eventi di questo tipo.

Rave di Viterbo: in Italia la Cassazione ha definito “non perseguibili” i party illegali

Rave di Viterbo: in Italia la Cassazione ha definito "non perseguibili" i party illegali

In Italia la possibilità di essere puniti è molto più bassa rispetto a quella che c’è in Francia, dove i controlli sono serratissimi: stando a quanto riportato da La Repubblica, molti partecipanti sono stati respinti a Nizza dalla gendarmeria francese, così lo sguardo si è spostato su Valentano. Inoltre, in Italia la Cassazione ha sentenziato che i party illegali non sono perseguibili, mentre in Francia si finisce in tribunale. Anche se è difficile trovare gli organizzatori, in Provenza un procuratore ha condannato alcuni partecipanti perché, anche se non si poteva dimostrare che fossero gli organizzatori, avevano comunque “contribuito alla riuscita dell’evento”.

Nel nostro Paese, invece, gli organizzatori di rave possono agire come fantasmi attraverso Telegram: si sceglie un luogo, una data, si comincia a far circolare la voce all’interno di gruppi chiusi, ovvero canali a cui si accede dopo essere stati aggiunti dal creatore o con un link di invito, e il gioco è fatto. Poi, rimane solo da festeggiare, ma non è detto che gli organizzatori siano presenti al rave: in breve, trovarli risulta quasi impossibile. Tanto che i francesi del rave di Valentano già in passato avevano provato a organizzare altri party illegali in Italia.

Leggi anche: Viterbo: continua il rave tra morti, contagi, stupri, parti e cadaveri di cani. Ma nessuno riesce a fermarlo

Rave di Viterbo: tutte le feste abusive dell’organizzazione francese

Rave di Viterbo: tutte le feste abusive dell'organizzazione francese

La riuscita o il fallimento del rave non dipende tanto dall’essere “beccati” o meno dalle forze dell’ordine, che raramente riescono a impedire l’organizzazione di questi party, ma dal numero di persone che si riesce a radunare. I francesi dell’evento di Valentano, che costituiscono quasi un’ “Internazionale dei rave”, sono gli stessi che hanno organizzato il party vicino Pisa un mese fa, a cui hanno partecipato ben 5.000 persone, anche se non sempre è andata bene per loro: la festa di Brescia, ad esempio, è stata un flop. Ad Alessandria, invece, tre giorni fa le forze dell’ordine sono riuscute a bloccare un camion che trasportava amplificatori e un palco da montare: il rave è stato così sventato. Così come sono stati sventati i tentativi in Germania, Belgio e Bretagna, a Redon, dove “la polizia ha caricato quasi subito”.

Oltre al fascicolo aperto dalla procura di Viterbo per la morte del 24enne Gianluca Santiago, adesso un’altra indagine potrebbe scattare per individuare gli organizzatori dell’evento. Ma non sarà semplice identificarli tra le migliaia di partecipanti. L’unica cosa certa è che sarebbero alcuni gruppi stranieri ad aver fatto partire la festa illegale: nel momento della trattativa, le forze dell’ordine hanno dialogato con 8 gruppi diversi a maggioranza francese, ma c’erano anche italiani. Per paura di guai con la legge, nessuno si presenta però come “organizzatore”, ma al massimo come “portavoce”. L’indagine non sarà semplice per la Questura.

Rave di Viterbo, un partecipante: “Listini prezzi delle sostanze sulle auto: Ketamina 5 euro, Lsd 10”

Rave di Viterbo, un partecipante: "Listini prezzi delle sostanze sulle auto: Ketamina 5 euro, Lsd 10"

Nel frattempo, sono emersi ulteriori dettagli sul rave party di Valentano. Al Corriere è arrivata la testimonianza di Andrei, 24enne italo-romeno che ha partecipato al raduno, e che ha affermato come al rave fosse presente una vera e propria organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti, una sorta di “mercatino della droga” a cielo aperto. Tanto che il 18 agosto, un albanese residente a Novara era stato arrestato al casello di Chiusi (Siena) per aver trasposrtato 7 etti di droghe (cocaina, hashish, marijuana), dirette proprio al rave di Viterbo. Andrei ha raccontato:

Sulle auto erano stati allestiti cartelli con i prezzi delle sostanze. Chetamina: 5 euro. Lsd: 10 euro. E via così. Poi c’erano i “laboratori” della riduzione del danno, dove le sostanze venivano preventivamente analizzate per non correre rischi inutili.

Poi, Andrei ha dichiarato le intenzioni future degli organizzatori: il prossimo raduno musicale abusivo si svolgerà l’1 settembre in Albania, ma il luogo preciso ancora non si conosce. I partecipanti vengono contattati tramite Telegram, Whatsapp o volantini cartacei. Per l’ultimo rave, quello di Valentano, Andrei spiega di essere stato contattato il giorno prima: “Il giorno prima di Valentano mi è stato detto di trovarmi a Chiusi a mezzanotte e avrei avuto l’indirizzo preciso”. Il bilancio, oggi, non è dei migliori: il luogo che ha ospitato il rave, 30 ettari di territorio immersi nella natura, è stato quasi distrutto. Il campo, dopo la falciatura di fine giugno, era a riposo in attesa della nuova semina: ora è una discarica a cielo aperto, con rifiuti, escrementi, tende e sacchi a pelo abbandonati. Il proprietario, Camilli, è ragionevolmente arrabbiato: “Hanno fatto uno schifo per divertirsi alle nostre spalle, distruggendo il lavoro di decine di persone”. E nessuno, forse, pagherà.

Leggi anche: Finito il rave di Viterbo: blitz delle forze dell’ordine con 20 blindati. Il sindaco: “Non c’è più nessuno”

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