Rapimento Eitan: nonno indagato per sequestro di persona. La nonna: “Siamo noi la sua vera famiglia”

Due giorni fa il nonno materno di Eitan, Shmuel Peleg, ha rapito il piccolo sopravvissuto alla tragedia della Stresa Mottarone e lo ha portato in Israele: ora è accusato di sequestro di persona aggravato. I legali della zia Aya Biran, la tutrice legale, si appellano alla convenzione dell'Aja.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Novità sul rapimento di Eitan. Quando lo scorso maggio si è consumata la terribile tragedia della funivia Stresa Mottarone, l’unica buona notizia, che di certo non aveva ridotto la gravità dell’incidente, era che almeno uno dei passeggeri a bordo della cabina caduta nel vuoto si fosse salvato: si trattava del piccolo Eitan, 5 anni, che nel disastro ha perso i genitori, papà Amit Biran (30 anni) e mamma Tal Peleg (26 anni), oltre che il fratellino Tom (2 anni) e i bisnonni Itshak Cohen (82 anni) e Barbara Cohen Konisky (70 anni). Dopo la tragedia, il piccolo si è trovato al centro di una disputa familiare, quella tra il nonno materno Smhuel Peleg e la zia Aya Biran.

Nello specifico, il nonno materno, un ex militare, ha rapito il bambino e, due giorni fa, l’11 settembre, lo ha portato in Israele con un volo privato partito da Lugano in Svizzera, dopo averlo prelevato nella casa della zia Aya Biran, tutrice legale del piccolo. Per questo motivo, adesso Smhuel Peleg è stato iscritto al registro degli indagati a Pavia per sequestro di persona aggravato dal fatto che la vittima è un minorenne. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Mario Venditti: il dubbio, su cui si cercano riscontri, è che al blitz che ha portato al rapimento di Eitan abbiano partecipato anche altre persone.

Rapimento di Eitan, l’avvocato della zia si appella alla Convenzione dell’Aja

Rapimento di Eitan, l'avvocato della zia si appella alla Convenzione dell'Aja

Cristina Pagni, avvocato di Aya Biran, zia e tutrice di Eitan, dopo aver incontrato in tribunale a Pavia i magistrati che si occupano del sequestro del bambino, ha detto: “Stiamo studiando, stiamo lavorando, ma in questo momento non siamo in grado di fare dichiarazioni, serve tempo”. Prima del colloquio coi magistrati, però, Pagni aveva spiegato come l’intenzione fosse quella di appellarsi alla convenzione dell’Aja, per far valere la nomina di Aya Biran come tutrice legale di Eitan, confermata dal Tribunale di Pavia nei mesi scorsi. La convenzione, risalente al 1980, prevede di assicurare il rientro del minore presso l’affidatario e il Paese di residenza nei casi di sottrazione internazionale. Insomma: si è aperta una vera e propria disputa tra l’ala materna della famiglia, quella del nonno, e l’ala paterna, quella della zia.

Il Tribunale di Pavia, tra le altre cose, aveva disposto la riconsegna del passaporto israeliano di Eitan (conservato dal nonno) e, l’11 agosto, il diveto di espatrio del piccolo, che sarebbe potuto avvenire solo con l’accompagnamento o l’autorizzazione della tutrice.

Rapimento di Eitan, parla la nonna materna: “Siamo noi la sua vera famiglia, abbiamo agito per il suo bene”

La versione del nonno Smhuel Peleg è semplice: il piccolo Eitan non è stato rapito, è semplicemente tornato a casa. Come ribadito dalla nonna materna Etti al Jerusalem Post: “Voleva tornare in Israele da tempo, finalmente dopo quattro mesi i medici lo vedranno. Sua zia e suo zio in Italia hanno proibito a me e mio marito di incontrare i suoi medici e terapisti. Eitan ha urlato di emozione quando ci ha visto ed ha detto ‘finalmente sono in Israele’. Non ha cessato di emozionarsi e di dire che siamo noi la sua vera famiglia. Ha detto di sentirsi fra le nuvole. Finalmente gli è tornato colore sul viso”.

Rapimento di Eitan, parla la nonna materna: "Siamo noi la sua vera famiglia, abbiamo agito per il suo bene"

La donna, che secondo lo zio italiano sarebbe coinvolta nel rapimento, ha confermato che il bambino sia attualmente in cura presso lo Sheba Medical Center di Tel Aviv e ha aggiunto: “Lui è nato e cresciuto a casa mia, è il mio primo nipote, un ragazzo molto affettuoso e intelligente. Durante il Covid è stato qui per sei mesi o anche di più. A me il lato legale non interessa, abbiamo agito per il suo bene, non ci interessiamo della convenzione dell’Aja”.

Rapimento di Eitan, i legali del nonno materno: “Ha agito d’impulso”

I legali del nonno materno (Savesi, Carsaniga e Polizzi) spiegano così il comportamento avventato del loro assistito:

Dopo essere stato estromesso dagli atti e dalle udienze e preoccupato dalle condizioni di salute del nipotino, ha agito d’impulso. Ci impegneremo perché vengano riconosciuti i diritti della famiglia materna, dopodiché confidiamo che Shmuel ritorni ad avere fiducia nelle istituzioni italiane e ci impegneremo in tale senso.

Siamo stanchi di attacchi ingiustificati e vogliamo rimettere ordine in una situazione in cui non esiste nessun nonno maltrattante: si tratta di una vicenda di 20 anni fa e la stessa nonna ha ridimensionato l’accaduto.

Esiste solo un nonno stupendo e una famiglia stupenda a cui sono stati negati “rapporti significativi” come richiesto dal giudice. Shmuel è una persona splendida, non sappiamo cosa gli sia saltato in mente e attendiamo adesso i doverosi accertamenti della Magistratura.

Rapimento di Eitan: ecco come è stato organizzato. Israele: restituire bimbo alla tutrice legale

Il rapimento è stato organizzato dal nonno nei minimi dettagli, ma la le indagini della Procura di Pavia dovranno stabilire se fosse un piano organizzato da tempo oppure no. Il bimbo è stato portato in Israele con un volo privato partito da Lugano in direzione Tel Aviv e, in tre ore e mezza, l’aereo ha sorvolato l’Italia, l’Albania e la Grecia. Per un costo totale di circa 9mila euro. All’indomani della tragedia della funivia, Shmuel Peleg si era trasferito immediatamente in Italia.

Due giorni fa, in occasione di una visita autorizzata dal giudice tutelare di Pavia, il nonno ha prelevato il nipote a casa della zia paterna e l’ha portato via in macchina verso la Svizzera: “Ti porto a comprare tanti giocattoli” avrebbe detto caricando in auto il nipote in carrozzina. “Secondo lui Eitan era in pessime condizioni mentali e fisiche”, riportano i legali di Shmuel. I parenti di Eitan che vivono in Israele affermano:

I genitori avevano deciso di tornare a vivere qui l’anno prossimo. Eitan deve essere educato come un ebreo senza dimenticare la tradizione del popolo a cui appartiene.

Stando alle ultime indiscrezioni, il Governo israeliano si sarebbe espresso sul rapimento del piccolo Eitan attraverso un documento riportato da Channel 12 e firmato dai ministeri degli Esteri e della Giustizia. Tale documento afferma che le autorità israeliane dovranno restituire il bambino al suo tutore legale in Italia, dato che portarlo in Israele contro la volontà della tutrice, violando la convenzione dell’Aja, costituisce a tutti gli effetti un rapimento.

Leggi anche: Funivia Stresa-Mottarone, parla il direttore Tadini: “È tutta colpa mia, ho un peso enorme sulla coscienza”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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