A far l’amore da Trieste in giù, il Guardian: “Raffaella Carrà ha insegnato la gioia del sesso”

Il quotidiano britannico celebra l'artista italiana in occasione della presentazione del musical spagnolo 'Explota Explota', commedia musicale sulle note dei suoi più grandi successi.

Silvia Aldi
Silvia Aldi
Classe 1990, laureata in Scienze Politiche con una specializzazione in Comunicazione pubblica Internazionale. Amante della storia sin da piccola e appassionata di grandi classici della letteratura italiana. Si auto definisce una sognatrice che tende a considerare sempre il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni più critiche. Altri segni particolari? Appassionata di calcio e tifosissima!
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In occasione del musical “Explota Explota!” il quotidiano britannico celebra Raffaella Carrà e la ventata rivoluzionaria dei suoi inni pop sessuali nell’Italia cattolica del XX secolo.

Il musical spagnolo “Explota Explota” omaggia Raffaella Carrà

La commedia musicale spagnola diretta dall’uruguaiano Nacho Alvarez, Explota Explota, racconta la storia di María , una ragazza che nei primi anni Settanta cerca di realizzare il suo sogno: entrare a far parte del corpo di ballo del più importante show televisivo di Spagna. Maria riuscirà a farsi strada nonostante la rigidità della censura. Non è autobiografico ma in molti tratti sembra prendere spunto dalla storia della carriera di Raffaella Carrà. Inoltre, le canzoni di Raffaella Carrà compongono la colonna sonora. Il Guardian riempie di elogi l’artista italiana:

Oltre a diventare una delle personalità più conosciute nella sua nativa Italia, ha fatto scalpore nel mondo di lingua spagnola del XX secolo. Dove la Svezia aveva gli Abba, l’Italia aveva la Carrà, che ha venduto milioni di dischi in tutta Europa

“Dagli anni Cinquanta in poi, Carrà, che sapeva cantare, ballare e recitare altrettanto bene, ha avuto un’influenza impareggiabile nella musica italiana e nella cultura pop”, sottolinea ancora il quotidiano britannico.

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Raffaella Carrà, icona sexy per l’Europa

Raffaella Carrà nella sigla di apertura di Canzonissima, 1971.

Il quotidiano inglese ripercorre tutta la carriera della Carrà. Dal soggiorno in America al successo delle sigle, dalla censura sul Tuca Tuca al caschetto biondo “che rende il look di Anna Wintour scialbo“. Nella sigla di apertura di Canzonissima nel 1971, Raffaella cantava e ballava con l’ombelico scoperto:

Era la prima volta che qualcuno osava esporre l’ombelico nella Tv nazionale. Il Vaticano e la direzione conservatrice della Rai, la tv nazionale italiana che trasmetteva Canzonissima, ne rimasero scandalizzati

Raffaella Carrà, la “combinazione di sex appeal e accessibilità”

Il caschetto biondo sexy di Raffaella Carrà.

Per il quotidiano inglese Raffaella Carrà:

Ha insegnato alle donne che avere il libero arbitrio in camera da letto non era scandaloso, che va bene innamorarsi di un uomo gay e che non tutte le relazioni sono esattamente sane

Infatti, il quotidiano britannico sottolinea il successo del brano ‘Luca’ che per la prima volta parlava di omosessualità in modo diretto e leggero. Il Guardian sottolinea come fosse una cosa “inaudita nell’Italia cattolica” di quegli anni, e che “non sorprende che la Carrà sia diventata un’icona gay internazionale“. Dopo aver rivoluzionato la televisione italiana Raffaella Carrà ripete il successo anche nella Spagna appena uscita dal Franchismo con il programma La Hora de Raffaella. Continua il Guardian:

il suo impatto sulla cultura pop spagnola è stato così grande che, nel 2018, il re di Spagna l’ha nominata dama, “al orden del mérito civil”, per essere “un’icona di libertà”

A far l’amore da Trieste in giù, ‘Tanti Auguri’ è un inno al sesso

Raffaella Carrà, inno al sesso e alla sessualità per il Guardian.

La canzone ‘Tanti Auguri‘ “è diventata un inno al sesso e alla sessualità” sottolinea il Guardian che cita alcuni dei pezzi più celebri dell’artista italiana. Raffaella Carrà per il Guardian è stata una pioniera:

ha aiutato le persone a vivere vite più appaganti, usando ritmi a cui nessuno che abbia sangue nelle vene può resistere.”La maggior parte dei suoi inni pop sessuali sono un prodotto della TV italiana degli anni ’70, ma non sono reliquie del passato: gli italiani conoscono ancora i testi a memoria e li cantano non appena si presenta l’occasione.

Mina, Patty Pravo, Milva… per il Guardian “la Carrà le ha superate tutte”

Raffaella Carrà, miglior cantante in assoluto per il Guardian.

Il Guardian sottolinea che la Carrà non era la miglior cantante in senso assoluto: “tecnicamente parlando, l’Italia aveva cantanti vocalmente più forti“. Mina era “un mezzo soprano virtuoso” e Milva “la rossa per le sue tendenze politiche e la criniera”, per finire Patty Pravo “un contralto androgino” e Giuni Russo “che ha sublimato la tecnica operistica in pop”. Ma Carrà le ha superate tutte in un modo completamente diverso.

Raffaella Carrà fu l’unica a capire che la televisione italiana aveva bisogno di un intrattenimento diverso. E tra scandali, crop top, caschetto biondo, Tuca Tuca, divenne l’icona pop che piaceva a tutti. E che piace ancora adesso. Perché è davvero impossibile non intonare “A far l’amore da Trieste in giù“.

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