Puglia, avviata la prima fabbrica pubblica di mascherine: “Ospedali mai più sprovvisti”

La regione Puglia sarà in grado di produrre 60 milioni di dispositivi di protezione individuale all’anno. L'obiettivo è quello di garantire al Paese uno stock di materiale strategico in caso di necessità.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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La regione Puglia, per prima in Italia, sarà in grado di produrre 30 milioni di dispositivi di protezione individuale all’anno. È questo l’annuncio del presidente della Regione Michele Emiliano all’inaugurazione della prima fabbrica pubblica di mascherine del Paese. Il nuovo impianto ha iniziato a funzionare agli inizi di agosto ed è stato costruito con la volontà di creare canali di approvvigionamento propri, senza passare dalla Protezione civile nazionale. Ha detto Emiliano:

Da questo momento in poi la Puglia sarà in grado, in caso di necessità, di produrre i Dpi, incluse le mascherine FFP3 con valvola, a prescindere dai ponti aerei che abbiamo dovuto attivare con la Cina.

A inizio pandemia non c’erano mascherine

All’inizio dell’emergenza sanitaria, lo scorso febbraio, l’Italia ha dovuto fare i conti con una gravissima carenza di dispositivi di protezione di ogni tipo, dalle mascherine ai camici. Negli ospedali la situazione era critica al punto che i medici del 118 minacciavano di interrompere il servizio. La Protezione civile nazionale non era in grado di rispondere alle richieste dell’intera penisola e molte aziende locali, hanno denunciato i dirigenti Asl di Bari alla procura di Bari, hanno speculato sulla vendita dei pochi dispositivi in circolazione. Nel periodo più buoi dell’emergenza dunque, il dipartimento regionale della Protezione civile propone un progetto ambizioso, quello di cercare un canale di approvvigionamento proprio, indipendente, che tuteli gli ospedali della regione Puglia da future critiche situazioni.

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Il progetto della Protezione civile

La Protezione civile ha riqualificato un vecchio capannone abbandonato, un tempo centro di formazione professionale, negli anni utilizzato al massimo per contenere materiale di scarto. Il 30 marzo scorso sono iniziate le opere di bonifica e l’edificio è stato completamente ristrutturato con l’installazione di impianti energetici ad alto risparmio. Sono stati posizionati i macchinari per la produzione di dispositivi di sicurezza e prontamente, nella prima settimana di agosto, la produzione è stata avviata. Il primo stock di mascherine ora dovrà superare i controlli di qualità. Spiega il presidente Emiliano:

Il senso è consentire alla sanità pugliese e, perché no, alla sanità di tutto il Mezzogiorno e dell’Italia, di avere sempre la certezza di poter produrre il materiale strategico, cioè quello stock di dispositivi di protezione individuale che l’Italia non ha mai avuto.

60 milioni di mascherine all’anno

La fabbrica è in grado di produrre, a regime, 30 milioni all’anno di mascherine chirurgiche, 15 milioni di FFP2 e 15 milioni di FFP3. Un numero che sarà in grado di soddisfare la richiesta delle strutture sanitarie pugliesi e non solo.

Nello stabilimento, grazie all’allestimento di stazioni di taglio e cucito e postazioni per l’assemblaggio, sarà possibile anche confezionare camici, calzari e lenzuoli. Le linee di produzione sono di fabbricazione cinese, da cui gli uffici regionali hanno appreso il metodo di produzione. Sempre dalla Cina arriverà il materiale che sarà utilizzato per il confezionamento. Un laboratorio di prova garantirà la verifica della qualità dei prodotti. La fabbrica comprende anche magazzini e uffici gestionali. L’acquisto e l’allestimento dei macchinari ha avuto un costo di un milione e duecentomila euro.

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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