Mosca, tv di Stato censura le proteste in Russia: forte opposizione civile

L'opposizione alla guerra di Putin è viva nelle strade di Mosca. Ma nessuna traccia di queste è coperta dalla TV russa.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
spot_img

Proteste in Russia represse dal governo. Più di 6.400 russi sono stati arrestati durante proteste contro la guerra da quando le truppe del presidente Vladimir Putin hanno invaso l’Ucraina, ma nessuna detenzione, quasi tutte con uso della violenza da parte della polizia è stata trasmessa dalla TV di stato.

Essere protagonisti, proprio malgrado, della repressione attuata dal governo autoritario di Putin su cittadini e dissidenti e ordinaria routine. I media mainstream russi da sempre alimentano le bugie del Cremlino, che cerca di restituire al mondo un’immagine che dipinga i cittadini russi protagonisti di una vita agiata e serena. 

Proteste in Russia: la repressione voluta da Putin sull’opposizione civile

Proteste in Russia: la repressione voluta da Putin sull'opposizione civile

Quello che sta accadendo in seguito all’invasione dell’Ucraina è qualcosa che probabilmente sfugge al controllo dello “zar” russo. Una resistenza quasi epica del popolo ucraino, un isolamento globale che non fosse per le forniture di gas sarebbe quasi totale, e una resistenza interna non indifferente. Le proteste in Russia, oltre al malcontento che umanamente era logico serpeggiasse tra molti oligarchi russi dopo l’esclusione da Swift ha di fatto messo il Capo del Cremlino tra due fuochi.

Il veder mettere in discussione la propria autorità, che storicamente ha rafforzato la presa di Putin sul potere, attraverso le decine di proteste in Russia figlie di un’opposizione civile, ha generato delle crepe tra Vladimir Putin e il paese che ha sempre tenuto ben saldo sotto il suo “tallone di ferro”.

Ieri mattina da Mosca, sono state registrate più di 1 milione di firme aggiunte a una petizione in lingua russa su Change.org contro la guerra in Ucraina. Per le strade di Mosca i furgoni della polizia stazionano nella maggior parte degli incroci principali, i poliziotti, pronti a reprimere nella violenza qualunque opposizione civile del popolo russo, minacciano i marciapiedi e la leggendaria piazza Pushkin a Mosca, un tempo ritrovo popolare dei manifestanti, è circondata da una vasta barricata di metallo.

L’interesse del Cremlino per la censura delle proteste in Russia

Quello che le proteste in Russia ci dicono è che l’invasione dell’Ucraina, che molti russi considerano uno stato fratello e di cui tanti sono originari, ha creato un’opposizione civile fin troppo ovvia e palese al governo di Putin. Il costo dell’adesione alle proteste – ammonisce il governo – potrebbe essere “l’arresto” e una “macchia” sulla fedina penale che comprometterebbe il futuro della persona in questione.

Le proteste in Russia vengono prese in considerazione per l’approvazione solo se richieste con non più di 15 giorni di anticipo e non meno di 10, e anche in questo caso non vi è alcuna garanzia di ottenere l’approvazione. Putin non ha nessun motivo al mondo per voler pubblicizzare la rabbia che serpeggia tra il popolo per le azioni governo e per le stesse ragioni ha invece interesse nell’applicare una censuare su vasta scala tramite la TV di Stato e nello stesso tempo tentare di reprimere nel silenzio le proteste, quasi impossibile nell’era degli smartphone.

Invece delle proteste contro l’invasione dell’Ucraina e la politica imperialista del Cremlino, la vasta gamma di giornali, riviste, siti web e stazioni televisive facenti capo a Mosca mantengono costante la propaganda anti-ucraina che cerca di far razionalizzare al popolo russo le ragioni per cui i loro fratelli, figli e mariti sono stati mandati in guerra, con scarse possibilità di ritorno, a centinaia di chilometri di distanza.

Il Cremlino ha quasi del tutto annientato i media indipendenti russi e sta imbavagliando ciò che resta di loroDieci testate indipendenti hanno ricevuto una lettera alla fine della scorsa settimana dall’organismo di controllo delle comunicazioni del paese che li avvertiva chiaramente di non usare le parole “invasione”, “attacco” e “dichiarazione di guerra”. La stessa lettera diceva che le informazioni corrette sulla “Operazione militare speciale” , così il Cremlino appella la guerra, erano “liberamente” disponibili sui siti web del governo. Ma Putin è un soldato figlio del vecchio secolo e non può controllare sempre (o quasi) tutte le narrazioni. 

Le proteste in Russia sono figlie di una generazione che ha sete di libertà

Le generazioni più giovani sono cresciute deliberatamente ignorando la disinformazione statale essendosi svezzate mediaticamente sui social, quindi è totalmente insensibile se non indifferente a quella stessa campagna comunicativa che hanno intimidito i loro genitori eliminando sul nascere tutte le possibili proteste in Russia post muro di Berlino.

In breve, pensano da soli e vogliono le libertà che deriva loro da quella consapevolezza maturata dalla finestra sul mondo rappresentata di internet, ma sono vincolati dalla brutalità che incontrano quando protestano. C’è una vera frustrazione in quella generazione, ma sono una minoranza, meno del 10% della nazione secondo alcune stime.​

In effetti, l’ultimo sondaggio del Russian Public Opinion Research Center (VCIOM), un’organizzazione statale ma comunque ritenuta attendibile a livello internazionale, ha rilevato che il 68% delle persone afferma di sostenere la decisione di condurre l’ “Operazione militare speciale”, il 22% di opporsi e il 10% ha avuto difficoltà a rispondere. Vero anche che qualunque sondaggio che attesti l’efficienza della politica russa, anche tra i più recenti presenta percentuali a maggioranza positiva, anche se le proteste in Russia pare proprio ci dicano altro. E’ una valutazione che fa riflettere sul fatto che quando Putin fa pressione nel vento dell’opinione pubblica può essere ragionevolmente sicuro che stia soffiando nella direzione in cui ha incaricato i suoi organi statali di impostarlo.

Leggi anche: Il dramma dei bambini ucraini vittime della guerra: Alisa, Polina, Sara, Ivan e gli altri

spot_img

Correlati

Mostrate due mummie aliene al Parlamento del Messico. Ma cosa c’è di vero?

Mummie aliene in Messico? Una rivelazione sorprendente che avrebbe dovuto sconvolgere il mondo. La...

Russia, gruppo Wagner scatena la guerra civile: “Mosca si prepara all’assedio”

La guerra tra Russia e Ucraina potrebbe essere vicina ad una svolta. Ieri il...

Trovati vivi 4 bambini nella giungla dopo 40 giorni: come hanno fatto a sopravvivere?

Quattro bambini dell'etnia huitoto, o meglio quattro fratelli, sono stati incredibilmente messi in salvo...
Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
spot_img