Comincia oggi il processo Giulio Regeni: il Governo si costituisce parte civile

Nell'aula bunker di Rebibbia comincia oggi il processo Giulio Regeni che vede imputati i quattro agenti dell'intelligence egiziana accusati dell'omicidio. Lo Stato italiano si costituirà parte civile.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Al via il processo Giulio Regeni. Dopo 5 anni dall’omicidio del giovane ricercatore italiano, finalmente in Italia verranno processati i 4 agenti dei servizi egiziani accusati del brutale omicidio. Gli imputati saranno processati in contumacia giacché l’Egitto, per chiari motivi, non ha autorizzato in alcun modo a procedere contro di loro tra i confini egiziani.

Una grande novità del processo sarà la testimonianza, come parte civile, di tutti i presidenti del consiglio che si sono susseguiti negli ultimi cinque anni e otto mesi da quel 25 gennaio 2016, data della scomparsa di Giulio. Verrà poi ritrovato senza vita il 3 febbraio successivo.

Processo Giulio Regeni: la famiglia spera di ottenere la verità a lungo inseguita

Ci è voluto un po’ perché venisse fissata la prima udienza preliminare con l’obiettivo di rinviare a giudizio i quattro 007 egiziani accusate dell’assassinio di Giulio Regeni. Cinque anni, quasi sei, per costituire un processo che servirà finalmente a svelare la verità riguardo la morte del giovane Giulio.

La prima udienza preliminare era stata fissata lo scorso 29 aprile, posticipata poi al 26 maggio causa covid, uno degli avvocati d’ufficio della difesa aveva infatti contratto il virus. Alla fine l’udienza preliminare ha portato un verdetto: rinviati a giudizio i quattro militari della National security membri della polizia de Il Cairo.

  • GENERALE TARIQ SABIR,
  • COLONNELLO ATHAR KAMEL,
  • COLONNELLO USHAM HELMI,
  • MAGGIORE MAGDI IBRAHIM SHARIF.

Come già annunciato i quattro però non compariranno davanti alla Corte d’assise per la prima udienza che darà oggi il via al processo nell’aula bunker di Rebibbia. Su questo l’Egitto ha posto un grande muro rifiutando ogni forma di collaborazione con l’Italia, prima scegliendo di non procedere in nessuno modo contro gli imputati e addirittura non comunicando nemmeno gli indirizzi di residenza degli agenti indagati per notificare loro gli atti.

Le parti del processo Giulio Regeni nell’aula bunker di Rebibbia

Il gup (giudice udienza preliminare) riguardo il via al processo Giulio Regeni aveva scritto: “La copertura mediatica capillare è straordinaria, fa assurgere la notizia della pendenza del processo a fatto notorio”.

Un processo non facile, la cui importanza ovviamente non è data solo dagli ormai tesissimi rapporti diplomatici tra Italia ed Egitto (vedi Patrick Zaki), ma soprattutto dai testimoni che le parti si apprestano a chiamare a processo. L’avvocato Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni, è già “sul piede di guerra” e come potrebbe essere altrimenti. La Ballerini ha infatti chiesto di sentire il presidente al-Sisi e suo figlio, Mahmood e l’allora ministro degli interni Magdi Abdel Ghaffar.

I genitori di Giulio avevano fatto appello più volte affinché nessuna associazione o ente si costituissero parte civile per non rischiare di complicare e prolungare un processo di non facile risolutezza.

La presenza dello Stato nel processo Giulio Regeni come parte civile è chiaramente diversa, è obbligatoria, considerando che si parla di uno stato che in sostanza ne processa un altro. Fino a oggi nessun paese straniero aveva mai processato il regime autoritario del despota al-Sisi.

Alla luce di questa verranno dunque chiamati a testimoniare tutti i presidenti del consiglio italiani che si sono alternati in questi cinque anni: Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi. Poi ancora i ministri degli Esteri, i sottosegretari con delega ai Servizi, quindi i vertici della nostra intelligence.

Durante il processo Giulio Regeni inoltre la Procura ha chiesto di interrogare tutti coloro attorno a cui si basa la lunga e precisa ricostruzione effettuata dai carabinieri del Ros e dello Sco (Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato): e dunque i testimoni, la cui identità resta ancora preservata, che hanno raccontato di aver visto Giulio nei nove giorni di prigionia, prima che fosse ucciso.

Verrà fatta richiesta di ascoltare anche chi ha tradito il giovane ricercatore italiano (l’ambulante che lo ha venduto agli egiziani, Mohammed Abdallah, nonché suo vicino di casa) insieme a tutti coloro che hanno avuto un ruolo nel suo lavoro, e nel suo assassinio, in Egitto.

Il processo Giulio Regeni prende dunque il via, con la speranza che porti alla verità su chi ha voluto la morte di Giulio, il perché e quello che successe in quei tragici giorni dal 25 gennaio al 3 febbraio 2016.

Leggi anche: Lecce inaugura una panchina gialla in memoria di Regeni: slitta intanto al 25 maggio la prima udienza

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Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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