“Dio salvi la Repubblica”, stallo tra i partiti: Draghi sullo sfondo, Mattarella bis l’uscita d’emergenza

Lo stallo tra i partiti è totale, bruciati oltre 10 nomi in quattro giorni, spaccature fratricide all'interno delle aree di maggioranza. Salvini ha provato a dare un colpo di reni con l'ultima candidatura di Franco Frattini, Presidente aggiunto del Consiglio di Stato, ma il PD minaccia la crisi di governo, Draghi riprende quota e Mattarella osserva preoccupato.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Per il Presidente della Repubblica ancora fumata nera al quarto spoglio. Per accelerare per domani sono state proposte due votazioni. Domani la capigruppo, riunita alle 10.15 valuterà l’ipotesi di due votazioni al giorno. 

Il Pd ha convocato alle 9 l’Assemblea dei grandi elettori, nella sala del Mappamondo di palazzo Montecitorio.

Fase di stallo tra i partiti per il Quirinale: per la presidenza della Repubblica l’ombra del Mattarella bis ora non appare più così remota

Fase di stallo tra i partiti per il Quirinale: per la presidenza della Repubblica l'ombra del Mattarella bis ora non appare più così remota non si dovesse trovare l'accordo su Draghi

Fase di stallo tra i partiti, il centrodestra batte in ritirata in trincea e si astiene, il centrosinistra che aveva annunciato scheda bianca si schianta contro i 166 voti a Mattarella. Servirà una nuova votazione, la quinta, prevista per oggi a partire dalle 11.

Nel quarto scrutinio gli astenuti sono stati 441 dal centrodestra (su 453) mentre le schede bianche sono scese a 261. L’attuale Capo dello Stato Sergio Mattarella sale invece dai 125 voti di ieri a quota 166. Nino di Matteo, candidato da Alternativa c’è e dagli ex M5s al posto del giurista Maddalena, ottiene 56 voti. Otto voti per Luigi Manconi, 6 vanno alla ministra Cartabia, 5 al premier Mario Draghi, 4 ad Amato, 3 a Casini e 2 a Belloni. Le nulle sono state 5, i voti dispersi 20. In tutto i presenti sono stati 981, 540 i votanti.

Il quorum da ieri è sceso a quota 505. Le trattative sono arenate, adesso si attendono mosse da entrambi gli schieramenti. I 166 voti andati a Mattarella su 540 votanti rappresentano non solo il 30% dei voti del quarto scrutinio, ma un segnale di sfiducia nei confronti dei leader del centrosinistra, essendosi tutta l’area del centrodestra astenuta dal voto.

Nessun passo in avanti dunque, almeno ufficialmente, anche se ieri nell’ipotetica rosa delle candidature pareva ritornato prepotentemente il nome di Elisabetta Belloni, capo dell’intelligence italiana.

Draghi resta sullo sfondo, Casini appare bruciato, ma lo spettro di un Mattarella bis mette in crisi le correnti all’interno del centrosinistra.

E i renziani? Ettore Rosato vicepresidente della Camera, membro di Italia Viva ha dichiarato:

Non ci sono voti nostri tra quelli andati a Mattarella, posso assicurare che abbiamo votato tutti scheda bianca.

Riguardo il nome di Elisabetta Belloni come Presidente della Repubblica l’idea pareva non dispiacere a Giorgia Meloni e in via ufficiosa, sia nel centrodestra che nello schieramento avversario, il suo nome riscontra molti consensi. Un no secco all’idea che il capo del Dis sia il nuovo presidente della Repubblica arriva da Matteo Renzi: “Sono nomi tirati lì senza discussione politica”.

Dei 166 voti andati a Mattarella circa 120 sarebbero riscontrabili tra quelli del Movimento 5 Stelle, la pancia del partito adesso sembra continuare a essere scombussolata, inevitabile l’onda d’urto all’interno dell’area del centrosinistra.

In prima serata da registrare il tentativo di colpo di reni di Salvini (senza il consenso del centrodestra) che avrebbe tentato un’alleanza clamorosa con Conte per trovare l’accordo su Franco Frattini, Presidente aggiunto del Consiglio di Stato, riscontrando subito l’ira del segretario dem Enrico Letta, apparso scuro in volto mentre lasciava Monte Citorio nel tardo pomeriggio di ieri.

“Franco Frattini? Basta provocazioni”. Sarebbe stata questa la reazione, riferiscono fonti del Nazareno, alla notizia che il segretario della Lega, Matteo Salvini, starebbe pensando all’ex ministro degli Esteri del governo Berlusconi come candidato alla presidenza della Repubblica:

Il Pd è un partito serio che non si presta a improvvisazioni raffazzonate, tanto più dopo giornate di giravolte e mancanza di chiarezza”, spiegano ancora le stesse fonti. 

Cerchiamo, tutti, di adempiere al compito di grandi elettori e di dimostrare di fronte alla nazione di esserne degni.

Il Paese ci guarda, l’Europa e il mondo si chiedono cosa stia succedendo, dobbiamo essere all’altezza della gravità e della complessità del momento storico che viviamo.

Ancora nessun accordo sul Presidente della Repubblica: il ruolo di Draghi e Mattarella

Ancora nessun accordo sul Presidente della Repubblica: il ruolo di Draghi e Mattarella

Nel caso remoto, nemmeno tanto, di rielezione a Presidente della Repubblica di Sergio Mattarella le cose resterebbero esattamente come sono, e ci sarebbero volute cinque votazioni e crepe insanabili tra e dentro i partiti.

Draghi continuerebbe a traghettare un governo di responsabilità nazionale e la legislatura attuale, come in tanti si augurano arriverebbe alla fine, fino alle politiche del 2023.

L’attuale Capo dello Stato ha respinto infinite volte un secondo mandato alla presidenza della Repubblica, ma si fa sempre più strada la convinzione che qualora si arrivasse a tanto, Mattarella non si potrebbe tirare indietro.

Leggi anche: Romanzo Quirinale, salgono le quotazioni di Casini, Enrico Letta: “Venerdì il nuovo Presidente della Repubblica”

Elezioni Presidente della Repubblica: la mossa del centrodestra

Elezioni Presidente della Repubblica: la mossa del centrodestra

Il vertice del centrodestra riunitosi ieri sera ha deciso che nella votazione di questa mattina indicherà uno dei nomi di alto livello proposto nei giorni scorsi (Moratti, Nordio, Pera) dando mandato a Matteo Salvini “previa ogni opportuna interlocuzione” , onde evitare i Frattini di turno, di definirlo entro il nuovo vertice delle ore 9 di questa mattina. Questo è quanto si è letto in una nota congiunta diffusa al termine del vertice di ieri sera.

Dopo i sali scendi delle prime quattro votazioni, astenutasi dalla quarta chiama tutta l’area del centrodestra, non certo per compattezza ma per strategia, ora Salvini e Meloni provano a riemergere.

Torna in auge il nome di Maria Casellati come candidato da votare oggi, probabilmente un nome da sacrificare per una conta dei voti all’interno del centrodestra. Prima delle 11, i leader Lega, FI e FdI hanno convocato una riunione dei grandi elettori per decidere un nome comune da portare al voto tra quelli elencati.

Leggi anche: Quirinale, cosa accade se non viene eletto un nuovo presidente entro il 3 febbraio

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