Premierato, cosa cambia per il presidente della Repubblica? I commenti di La Russa e delle opposizioni

La riforma sul premierato, voluta dal Governo Meloni, apre un dibattito: cosa cambierebbe per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella?

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Riforma sul premierato, cosa cambierebbe per il presidente della Repubblica se venisse approvata? È questa la questione che ha dato vita a un dibattito in Parlamento, dopo le parole del presidente del Senato, Ignazio La Russa secondo cui: “Presso il Quirinale ci sono poteri più ampi di quelli previsti dalla Costituzione” e che con il premierato verrebbero molto ridotti.

La Russa, però, è intervenuto ieri sera sui social per chiarire la sua posizione in merito, affermando che la sua affermazione sia stata travisata, ma alcuni membri dell’opposizione non si mostrano d’accordo con le sue opinioni.

Quale decisione non avrebbe più il presidente della Repubblica con il premierato?

Se la riforma sul premierato dovesse essere accolta, il capo del Governo sarà indicato sulla scheda elettorale e avrà un premio di maggioranza. Il presidente della Repubblica, successivamente a questo passaggio, non avrebbe più il potere di nomina, come previsto dalla Costituzione: dovrà solo conferire l’incarico a chi prenderà il posto dell’attuale premier Meloni.

Potrà, però, continuare a nominare i ministri e perderebbe invece il potere per decidere i senatori a vita. La nomina, sempre se la riforma sul premierato venisse approvata, rimarrebbe solo per coloro che hanno ricevuto tale carica.

Cosa ha affermato Ignazio La Russa riguardo al limitare il potere del presidente Mattarella?

Ignazio La Russa ha voluto sottolineare che le sue parole, durante la Cerimonia dello Scaldino, siano state mal interpretate. Il presidente Sergio Mattarella non sarebbe deprivato dei suoi poteri:

Il totale rispetto verso il Presidente Mattarella è tanto ovvio quanto conclamato e credo che i poteri costituzionali non siano minimamente intaccati.

Cioè nessuno degli articoli sui poteri del Presidente viene modificato.

Questo si può dire: c’è una Costituzione materiale ormai che attribuisce al Presidente poteri più ampi di quella che la Costituzione in origine prevedeva.

E un’elezione diretta del presidente del Consiglio potrebbe ridimensionare l’utilizzo costante di questi ulteriori poteri. Non ho mai detto che saranno eliminati, ma ridimensionati. Può darsi.

Ma sarebbe un atto di salute della nostra Costituzione, non un atto di debolezza.

Perché lascerebbe al Presidente della Repubblica quei compiti che i padri costituenti vollero in larga parte e che ha dovuto meritoriamente allargare nel tempo, per supplire a carenze della politica, tra i quali quelle della necessità della politica di difendersi dalla durata troppo breve dei governi.

Alcuni membri dell’opposizione non sono d’accordo con La Russa

Il chiarimento di Ignazio La Russa non ha convinto alcuni membri dell’opposizione, secondo cui il premierato andrebbe a intaccare fortemente i poteri del presidente della Repubblica.

Secondo Francesco Boccia del Pd: “La Russa conferma che l’obiettivo della riforma costituzionale voluta dal governo Meloni e dalla destra è depotenziare il ruolo del Capo dello Stato”. Anche per Luana Zanella, presidente di Avs, il premierato “mirerebbe a ridimensionare le prerogative della Presidenza della Repubblica in quanto garante di un equilibrio tra i poteri”.

Daniela Ruffino di Azione afferma: “Credo che dobbiamo tutti un po’ di gratitudine al nostro presidente della Repubblica”. Angelo Bonelli, di Alleanza Verdi e Sinistra, ha chiesto, invece, le dimissioni di La Russa.

Leggi anche: Cos’è il premierato voluto da Meloni: come funziona e le differenze col presidenzialismo

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