Pensione giovani, Governo pensa a un assegno di garanzia per i precari: cos’è e come funziona

Il Governo, insieme ai sindacati, stanno pensando a una soluzione per i giovani precari: la pensione giovani con assegno di garanzia. Vediamo di cosa si tratta.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Pensione giovani. Per risolvere il problema in cui i precari di oggi potrebbero andare incontro in un prossimo futuro, l’11 luglio, il Ministero del Lavoro insieme ai sindacati, CGIL, CISL e UIL, ha discusso la proposta di pensione per i giovani con assegno di garanzia, in vista della prossima Legge di Bilancio. Si tratta di una pensione contributiva di garanzia che fornirebbe un aiuto a chi con la legge attuale avrebbe diritto a una pensione troppo bassa.

Questa opzione tiene conto del numero di anni di lavoro e dei contributi versati, considerando anche i periodi di sospensione tra un contratto di lavoro precario e un altro.

Pensione giovani o pensione di garanzia: a chi spetta

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La pensione giovani con assegno di garanzia, chiamata anche pensione di garanzia, è una misura ideata per prevenire pensioni insufficienti in chi, occupato in contratti precari, ha iniziato a versare i contributi dopo il 31 dicembre 1995. È rivolto, quindi, principalmente a uomini e donne di circa 40 anni d’età. Questi rischiano, una volta giunto il momento di ricevere la pensione, un contributo molto basso e inadeguato, proprio a causa del minimo montante contributivo accumulato negli anni di impiego, precari e discontinui.

Questa possibilità è reale, confermata anche dal Rapporto 2023 sul coordinamento della finanza pubblica, della Corte dei Conti. Per i quarantenni precari di oggi, con una carriera professionale discontinua, applicando il calcolo contributivo introdotto con la riforma Dini, questo sarebbe attualmente lo scenario che si prospetta in futuro. Ricordiamo che, con la suddetta riforma, varata nel 1995 ed entrata in vigore nel 1996, si è passati da un sistema retributivo ad uno contributivo. Nella prima opzione la pensione è commisurata alle retribuzioni percepite negli ultimi anni di attività mentre la seconda, quella attualmente in vigore, pone in diretta correlazione quanto versato con quanto il soggetto verrà a percepire.

Alle esigenze degli ANNI ’90, quando il numero crescente dei pensionati aumentava rispetto a quello dei lavoratori, ora ne subentrano delle nuove. Il vecchio calcolo pensionistico dipendeva sostanzialmente dall’equilibrio tra la popolazione attiva e quella in pensione. Venuto meno questo, sono state necessarie delle rivisitazioni. Ora però si aggiunge un pesante precariato che riguarda i giovani fino ai 40 anni.

Pensione giovani: come si calcola

La pensione giovani si rivolge a tutti i lavoratori precari, che hanno pochi contributi versati perché hanno iniziato a lavorare in maniera discontinua dopo il 31 dicembre 1995.

Sono stati i sindacati a proporla come trattamento pensionistico contributivo erogato con assegno di garanzia, ossi prevedendo per le categorie di giovani precari una sorta di “integrazione al minimo”. La pensione dovrebbe essere graduata tenendo conto del numero degli anni di lavoro e di contributi versati, andando a considerare e valorizzare anche i periodi di disoccupazione, di formazione, di stage e di basse retribuzioni, in modo tale da assicurare un assegno pensionistico dignitoso.

Tale sistema si avvicina più al vecchio sistema, quello antecedente alla riforma Dini, in cui era prevista un’integrazione al minimo. Per coloro che avevano un montante leggero lo Stato interveniva integrando l’importo della pensione fino a un livello minimo. L’unico nodo da sciogliere saranno i costi che lo Stato dovrebbe sostenere, le risorse effettivamente disponibili e utilizzabili per la pensione giovani. I dubbi saranno comunque sciolti entro settembre, quando è prevista l’approvazione della NADEF, la nota di aggiornamento al DEF, ossia il documento che aggiorna le previsioni economiche di finanza pubblica che costituiscono lo scheletro della Legge di Bilancio.

Leggi anche: Pensioni, a luglio maxi assegno: aumenti fino a 922 euro. Ecco perché e a chi spettano

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