Parla la prof assenteista: “Mai destituita o sanzionata. Assenze? Non andavano considerate”

Cinza De Lio, che non è comparsa in classe per 20 anni su 24 di servizio, ha finalmente rotto il silenzio e si è difesa dalle accuse.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Cinzia Paolina De Lio, la professoressa assenteista destituita con una sentenza della Cassazione, ha rotto il suo lungo silenzio con due comunicati stampa. La docente di Chioggia, che non è comparsa in classe per 20 anni su 24 di servizio, ha sottolineato: “Non sono mai stata destituita e non ho ricevuto sanzioni”.

Quanto si legge nella sentenza di Cassazione è totalmente non rispondente a verità fondata su diritto – ha aggiunto De Lio – non vi è alcun cenno della parola ‘destituzione’ nella sentenza di primo grado, ma appare per la prima volta dal nulla nella sentenza d’Appello, poi pedissequamente riportata in quella di Cassazione: ne deriva l’assenza di qualsivoglia fondamento giuridico procedurale”.

La professoressa assenteista: “Sono stata dispensata dall’incarico, non destituita”

Cinzia Paolina De Lio, la professoressa assenteista, ha riferito che nel verdetto 17897 della Sezione Lavoro della Corte di Cassazione viene menzionato l’articolo 512 del Decreto legge 297/1994, che prevede che un insegnante venga dispensato dal servizio per incapacità didattica e non destituito. La sua, quindi, non sarebbe una destituzione.

La destituzione costituisce la più grave delle sanzioni disciplinari a carico degli impiegati civili dello Stato, e nel corso della mia carriera non ho mai ricevuto una sanzione disciplinare” ha chiarito De Lio. Che poi ha proseguito sottolineando che, stando alla dicitura del decreto firmato dal dirigente scolastico, è stata dispensata dall’incarico “per incapacità didattica” e non “destituita”.

La professoressa assenteista sulle assenze: “Cassazione avrebbe dovuto rigettare ricorso”

Sulla questione assenze, Cinzia Paolina De Lio ha accusato la Corte di Cassazione di aver accolto il ricorso della Corte d’Appello che ha introdotto un elemento nuovo tra le accuse. All’inizio, infatti, il Miur aveva semplicemente richiesto la sospensione dell’incarico della docente per “incapacità didattica”.

Quando poi il Ministero aveva presentato il ricorso alla Corte d’Appello aveva chiesto pure di dispensare l’insegnante per le sue numerose assenze. Sul punto, De Lio ha detto: “Quella delle assenze è una tesi infondata nella realtà, non credibile anche a prima vista e senza conoscere i fatti e gli atti da parte di chiunque sia dotato di pur minimo discernimento ma, soprattutto, è una tesi ‘nuova’ che come tale non avrebbe potuto essere proposta nel ricorso d’Appello”.

Insomma: a detta della professoressa assenteista, la Corte di Cassazione avrebbe dovuto rigettare il ricorso, come accaduto in passato in altri casi in cui in sede di Corte d’Appello veniva citato un “nuovo” elemento non presente nel processo di primo grado.

De Lio ha concluso: “Mentre, dunque, pacificamente la Corte di Cassazione in tutte le sue sentenze in materia di ‘nuova’ introduzione nel giudizio di Appello si esprime per l’inammissibilità del ricorso, per la prima volta nella storia della Repubblica la stessa Suprema Corte condanna la professoressa De Lio che è stata la vittima dell’introduzione di un tema nuovo in Appello”.

Chi è Cinzia Paolina De Lio, la professoressa assenteista

Cinzia Paolina De Lio, 66 anni, docente di Storia e filosofia di Chioggia (ma originaria di Reggio Calabria), è stata destituita dopo essersi assentata per oltre 20 anni attraverso intricati escamotage. Anche quando andava a scuola, non avrebbe svolto in maniera corretta il mestiere di insegnante. “Inettitudine permanente e assoluta”, riporta la Cassazione.

Nello specifico, la professoressa assenteista è stata condannata per il “concorde giudizio sull’assenza di criteri sostenibili nell’attribuire voti, la non chiarezza e confusione nelle spiegazioni, l’improvvisazione, la lettura pedissequa del libro di testo preso in prestito dall’alunno, l’assenza di filo logico nella sequenza delle lezioni, l’attribuzione di voti in modo estemporaneo e umorale, la pessima modalità di organizzazione e predisposizione delle verifiche”.

Leggi anche: Due prof a confronto: in 20 anni lei non si presenta mai a scuola, lui si assenta solo 2 giorni

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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