Sciopero giornalisti Rai: “Preferiamo perdere uno o più giorni di paga che la libertà”. Qual è la risposta dell’azienda?

Nella giornata di oggi i giornalisti Rai hanno deciso di scioperare in seguito agli ultimi avvenimenti, come ad esempio la vicenda Scurati. Quale è stato il commento dell'azienda?

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Oggi i giornalisti Rai hanno deciso di scioperare alla luce degli ultimi avvenimenti tra cui il tanto discusso caso Scurati. Tale decisione è stata comunicata e diffusa tramite un videomessaggio ieri trasmesso in tutti i TG, a nome di USiGRai.

Ecco cosa si legge: I giornalisti e le giornaliste della Rai, per la prima volta dopo molti anni, si asterranno totalmente dal lavoroper “protestare contro le scelte del vertice aziendale che accorpa testate senza discuterne col sindacato, non sostituisce coloro che vanno in pensione e in maternità, facendo ricadere i carichi di lavoro su chi resta, senza una selezione pubblica e senza stabilizzare i precari, taglia la retribuzione cancellando unilateralmente il premio di risultato”.

Si cita, anche, il caso del monologo di Scurati: “In questi giorni è diventato di dominio pubblico il tentativo della Rai di censurare un monologo sul 25 Aprile, salvo poi, in evidente difficoltà, cercare di trasformarla in una questione economica”.

USiGRai non ha mancato di sottolineare:Preferiamo perdere uno o più giorni di paga, che perdere la nostra libertà, convinti che la libertà e l’autonomia del servizio pubblico siano un valore di tutti. E la Rai è di tutti”

La risposta della Rai

La Rai ha voluto chiarire la sua posizione e in un videomessaggio commenta quanto affermato da USiGRai: La decisione del sindacato Usigrai di scioperare su motivazioni, che nulla hanno a che vedere con i diritti dei lavoratori, si inquadra in motivazioni ideologiche e politiche” e che il vero intento della Rai è un altro: “L’attuale governance della Rai sta lavorando per trasformare il servizio pubblico in una moderna Digital Media Company”.

Inoltre: “I giornalisti che lavorano nelle testate della Rai rappresentano una risorsa fondamentale nell’espletamento del lavoro di informazione e approfondimento che è alla base dell’esistenza del Servizio Pubblico”. Proprio per tali ragioni l’azienda sta lavorando ad un nuovo modello in linea con le nuove sfide del giornalismo e che non mette in discussione diritti acquisiti, né posti di lavoro“. L’azienda nomina tutte le contestazioni che vengono avanzate da UsiGRai:

Alcuna censura o bavaglio è stato messo sull’informazione e si invita l’Usigrai a cessare di promuovere fake news che generano danno all’immagine dell’azienda.

L’azienda ha proceduto all’adeguamento del sistema premiante dei giornalisti a quello di tutti gli altri dipendenti.

L’impossibilità nell’attuale quadro economico di aprire nuovi concorsi pubblici per nuove assunzioni giornalistiche a fronte di un organico di oltre 2.000 unità mentre si rendono invece necessari processi di ottimizzazione che consentano di valorizzare l’organico esistente. […]

Lo sciopero del sindacato Usigrai a un mese dalle elezioni europee oltre a impoverire l’offerta informativa, espone il servizio pubblico a strumentalizzazioni politiche, privando i cittadini del fondamentale diritto all’informazione, caposaldo della democrazia.

Il commento di USiGRai

Non si è fatta attendere la risposta del sindacato dei giornalisti Rai che, dopo la diffusione del videomessaggio dell’azienda ha così dichiarato in una nota ufficiale: “Quando non si hanno contenuti, la si butta sull’accusa stantia di fare politica e di far circolare fake news, un’accusa gravissima nei confronti di tutti i giornalisti e le giornaliste della Rai, che punta a screditare un’intera categoria”.

Inoltre, il sindacato ha fornito un commento in merito alle risposte della Rai a proposito delle contestazioni:

Il sindacato mette in fila un elenco di contestazioni.

1 – L’azienda sta già riducendo gli organici non sostituendo le uscite per pensionamento.

2 – Alle selezioni pubbliche preferisce le chiamate dirette per le prime utilizzazioni in rete.

3 – Intanto però nega il riconoscimento del giusto contratto a decine di precari della cosiddetta fase 2.

4 – La proposta aziendale sul premio di risultato sottrae ai giornalisti una parte economica riconosciuta invece agli altri dipendenti.

5 – Su censure e bavagli, basta leggere i giornali italiani e internazionali delle ultime settimane.

A proposito, che fine hanno fatto i “provvedimenti drastici” annunciati dall’Ad dopo il caso Scurati?.

L’intervento della Federazione Nazionale Stampa Italiana sullo sciopero dei giornalisti Rai

Anche la FNSI, Federazione Nazionale Stampa Italiana, è intervenuta a seguito della notizia dello sciopero dei giornalisti, più precisamente Alessandra Costante e Vittorio di Trapani, segretaria generale e presidente del sindacato, come riporta il sito ufficiale di quest’ultimo:

Cento anni fa i giornalisti non potevano dare notizia dei furti di bicicletta.

Oggi le notizie non allineate diventano fake news.

La Fnsi ritiene offensivo il contenuto del videocomunicato che il vertice della Rai ha voluto diffondere in risposta al documento, letto dai colleghi, con cui l’Usigrai accompagna lo sciopero indetto per domani […]

La Fnsi è al fianco dei colleghi della Rai e appoggia le rivendicazioni di Usigrai che hanno portato allo sciopero di lunedì 6 maggio.

Leggi anche: I giornalisti Rai vogliono scioperare: il comunicato, i motivi e cosa succede ora

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