Papa Francesco, l’annuncio improvviso: “Non sto bene di salute, non leggerò il discorso”

L'allarme è scattato stamane, quando il Pontefice ha spiegato di non poter leggere il discorso che aveva preparato a causa della sua salute.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Preoccupano le condizioni di salute di Papa Francesco. L’allarme è scattato stamane, quando il Pontefice – nella prima udienza della mattina, forse quella con i rabbini europei – ha spiegato di non poter leggere il discorso che aveva preparato a causa della sua salute.

Buongiorno, vi do il benvenuto. Grazie di questa visita che a me piace tanto ma succede che io non sto bene di salute e per questo preferisco non leggere il discorso ma darlo a voi e che voi lo portiate”, le parole di Bergoglio riportate dall’Ansa.

Papa Francesco: c’è preoccupazione per le sue condizioni di salute

Papa Francesco ha annunciato che non avrebbe letto il suo discorso con voce affaticata e con l’aria piuttosto stanca. Il che ha contribuito ad acuire la preoccupazione dei più in merito alle sue condizioni di salute. Tra l’altro, oggi ad attendere il Pontefice c’è una fitta serie di incontri personali e udienze pubbliche.

Nel pomeriggio, ad esempio, Bergoglio avrebbe dovuto incontrare, nell’Aula Paolo VI, circa settemila bambini provenienti da ogni parte del mondo. Ma, visto quanto accaduto, non si esclude che l’appuntamento potrebbe saltare.

Papa Francesco nel discorso ai rabbini: “Compassione, giustizia e dialogo per edificare la pace”

All’interno del discorso che Papa Francesco non è riuscito a leggere e che ha consegnato ai rabbini europei si legge che la Parola di Dio “orienta i nostri passi proprio alla ricerca del prossimo, all’accoglienza, alla pazienza; non certo al brusco impeto della vendetta e alla follia dell’odio bellico. Quanto è dunque importante, per noi credenti, essere testimoni di dialogo”.

L’appello del Pontefice – che è un evidente riferimento a quanto sta accadendo tra Israele e Palestina – è chiaro: “Non le armi, non il terrorismo, non la guerra, ma la compassione, la giustizia e il dialogo sono i mezzi adeguati per edificare la pace”. Papa Francesco ha parlato anche dell’importanza del dialogo ebraico-cristiano: “Per diventare edificatori di pace, siamo chiamati a essere costruttori di dialogo”, ha affermato.

Ma c’è stato pure spazio per condannare le manifestazioni antisemite riesplose dopo l’acuirsi della guerra in Medio Oriente: “Ancora una volta la violenza e la guerra sono divampate in quella Terra che, benedetta dall’Altissimo, sembra continuamente avversata dalle bassezze dell’odio e dal rumore funesto delle armi. E preoccupa il diffondersi di manifestazioni antisemite, che fermamente condanno”.

Papa Francesco e i problemi di salute: “Ma sono ancora vivo”

Papa Francesco, l'annuncio improvviso: "Non sto bene"

Papa Francesco aveva parlato delle sue condizioni di salute proprio il 2 novembre scorso, in un’intervista rilasciata al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci. Negli ultimi mesi, infatti, il Pontefice ha dovuto affrontare diversi ricoveri in ospedale. E, nel corso dell’intervista al Tg1, aveva scherzato sull’argomento: “Sono ancora vivo”, aveva detto.

Poi aveva anche parlato dei suoi acciacchi e dei malanni: “Ho il problema del ginocchio che sta migliorando. Adesso posso camminare bene e poi ho avuto due interventi alla pancia: il primo per una diverticolite nel colon trasversale, mi hanno tolto un pezzo e poi succede quello che succede quando ti aprono la pancia. Adesso sto benissimo. Posso mangiare di tutto”, aveva spiegato Bergoglio.

Pure in quell’occasione, Papa Francesco aveva speso parole di ferma condanna alla guerra. Nello specifico, sulla possibilità che i conflitti in corso si trasformino in una vera e propria guerra mondiale, Bergoglio aveva sottolineato come si tratterebbe della “fine di tante cose e di tante vite”.

Poi, il commento su quanto sta succedendo tra ebrei e palestinesi: “Nella guerra uno schiaffo provoca l’altro, uno forte e l’altro più forte ancora e così si va avanti”. La soluzione sarebbe invece “due popoli che devono vivere insieme, due popoli due Stati. L’accordo di Oslo: due Stati ben limitati e Gerusalemme con uno status speciale”.

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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