Padova, parrucchieri si incatenano davanti al loro negozio

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Le misure di sicurezza previste dal governo Conte per la Fase2 dispongono la riapertura di esercizi quali tatuatori, centri estetici, barbieri e parrucchieri a partire dal 1’giugno. Monta la protesta degli addetti del settore che non trovano appropriate le misure straordinarie. E sono Agostino Da Villi e Stefano Torresin, soci del salone La dolce vita in Corso Milano a Padova, a dare voce alla categoria, incatenandosi davanti alla loro attività. Un gesto simbolico ma efficace a riscuotere, nel giro di poche ore, la solidarietà di molti altri imprenditori. Dice Agostino Da Villi:

Noi parrucchieri siamo abituati a lavorare secondo le norme di igiene e abbiamo tutto il materiale per riprendere: visiere, camici, guanti, gel igienizzante. Veramente un locale di cento metri quadri con due lavoratori e due clienti è meno sicuro di un autobus con 20 persone?”

Il video degli imprenditori: “Dateci un futuro!”

https://youtu.be/CFlNWK7mnd4 La protesta dei due soci padovani ha motivato altri imprenditori della città di Padova e provincia. Con un video chiedono a gran voce: Dateci un futuro!”. Solo a Padova e provincia sono 2.236 i salon di acconciatura ed estetica, con 4.500 addetti. L’Ufficio studi di Confartigianato Imprese Padova ha stimato che, durante i 60 giorni di lockdown, queste stesse imprese hanno già perso oltre 16 milioni di euro. Stare chiusi per altri 30 giorni segnerebbe la fine di molte di queste attività. Afferma Ennio Mazzon, Presidente del Sistema di Categoria Acconciatura ed Estetica di Confartigianato Imprese Padova:

Non è più possibile questa situazione. Servono misure fondamentali e urgenti: avremo bisogno di deroghe per permettere di aprire i nostri saloni anche nel fine settimana, dal momento che dovremo procedere con aperture contingentate. Molti di noi, nonostante abbiano inoltrato la richiesta dei 600 euro, non hanno ancora visto un euro.

Leggi anche: Crisi economica per Covid: stampiamo moneta?

L’eco della protesta: i selfie di Viterbo

L’eco della protesta partita in via Corso Milano arriva fino al centro Italia. Anche moltissimi titolari di attività estetiche viterbesi hanno deciso di protestare in maniera pacifica per mantenere alta l’attenzione sul tema. Ognuno ha scattato un selfie, davanti alla propria attività chiusa, con in mano un cartello con su scritto: Abbiamo imparato l’arte e non vogliamo metterla da parte”. Non è solo uno slogan. Molte di queste attività rischiano di chiudere. Ormai da anni in tutti i centri estetici e in tutti gli studi di tatuaggi si osservano precauzioni sanitarie come l’uso della mascherina, dei guanti e la disinfezione delle brandine. Sono assolutamente in grado di affrontare una riapertura in sicurezza. Per questo le scelte del governo non sono sembrate ragionevoli. Leggi anche: Covid, la corsa verso il vaccino da Oxford agli Stati Uniti: in vendita dal 2021

Uno spiraglio

A partire dal 18 maggio il governo consentirà ad alcune Regioni di riaprire le attività di acconciatura ed estetica, come anche bar e ristoranti, sulla base delle curve di contagio. Più basse saranno, più sarà possibile concedere deroghe rispetto al calendario nazionale della «fase2». Al contrario, se l’indice R0 dovesse tornare a salire e negli ospedali non ci fossero abbastanza posti di terapia intensiva, potrebbero scattare nuove zone rosse. Si legge su Repubblica:

Sarà la settimana dal 4 all’11 maggio quella decisiva per capire se l’Italia è davvero entrata nella Fase 2. Per le Regioni tutto dipenderà dall’esito del monitoraggio che inizierà lunedì. Se a distanza di una settimana il fattore R0 sarà sotto controllo, sarà possibile progettare una ripartenza differenziata già dal 18 maggio.

di Elza Coculo

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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