Omicidio Teresa e Trifone, oggi ultimo atto in Cassazione per Giosuè Ruotolo

Ultimo atto del processo a carico di Giosuè Ruotolo. Accusato di avere assassinato a colpi di pistola Teresa e Trifone, l'ex militare rischia di vedersi confermare l'ergastolo anche in Corte di Cassazione.

Silvia Aldi
Silvia Aldi
Classe 1990, laureata in Scienze Politiche con una specializzazione in Comunicazione pubblica Internazionale. Amante della storia sin da piccola e appassionata di grandi classici della letteratura italiana. Si auto definisce una sognatrice che tende a considerare sempre il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni più critiche. Altri segni particolari? Appassionata di calcio e tifosissima!
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Oggi, mercoledì 13 gennaio, l’ultimo atto in Corte di Cassazione del processo a carico di Giosuè Ruotolo per l’omicidio di Teresa e Trifone.

L’ex militare 31enne di Somma Vesuviana, condannato all’ergastolo in primo grado e poi in Corte d’assise d’appello di Trieste, è accusato di avere assassinato a colpi di pistola i fidanzati Teresa Costanza e Trifone Ragone la sera del 17 marzo 2015, nel parcheggio del Palazzetto dello Sport Crisafulli di Pordenone.

Giosuè Ruotolo, che si professa innocente, oggi rischia oggi di vedersi confermata la condanna all’ergastolo anche dalla Corte di Cassazione.

Omicidio Teresa e Trifone, processo Giosuè Ruotolo

Giosuè Ruotolo è stato condannato all’ergastolo per il duplice delitto di Pordenone, l’omicidio di Teresa e Trifone, avvenuto nel 2015. Ergastolo confermato dalla Corte d’Assise d’Appello nel processo di appello del 2019. Ruotolo, allora, era intervenuto per dichiarazioni spontanee davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Trieste:

Tra me e Trifone c’era un rapporto cordiale. Sono stato condannato all’ergastolo, ma di mio in questo processo non c’è nulla, come confermato anche dai Ris di Parma.

Non ho mai litigato né verbalmente né fisicamente con Trifone e in questo senso sono le testimonianze dei commilitoni.

Giosuè Ruotolo si è sempre professato innocente. Ma, oggi, mercoledì 13 gennaio 2021, rischia di vedere confermata la sua condanna all’ergastolo anche dalla Corte di Cassazione.

In aula gli avvocati Giuseppe Esposito e Roberto Rigoni Stern, affiancati dall’avvocato cassazionista Franco Carlo Coppi, proveranno a scongiurare la conferma del carcere a vita per Ruotolo.

I familiari di Teresa e Trifone sono rappresentati dagli avvocati Antonio Cozza, Daniele Fabrizi, Serena Gasperini, Nicodemo Gentile, Carla Sgarito e Giacomo Triolo.

Leggi anche: Omicidio Vannini, Ciontoli condannato a 14 anni. La mamma di Marco: “La giustizia esiste, mai mollare”

Omicidio Teresa e Trifone, i fatti

Omicidio Teresa e Trifone.

Il 17 marzo 2015 i corpi senza vita del militare pugliese Trifone Ragone di 28 anni e della sua fidanzata Teresa Costanza, 30 anni originaria di Agrigento, sono stati ritrovati all’interno della macchina di lei, nel parcheggio del Palasport di Pordenone.

Sei colpi di pistola di una vecchia Beretta calibro 7.65.

Le indagini hanno dimostrato che in quegli istanti anche Giosuè Ruotolo si trovava in quel parcheggio. L’ex militare disse di trovarsi a casa in quei minuti. In realtà era lì e lo rivelò solo dopo essere stato smascherato dalle telecamere di videosorveglianza:

Ero andato in palestra per allenarmi ma sono andato via perché non ho trovato un parcheggio. 

pOI, Sono andato al parco di San Valentino per fare un po’ di corsa ma sono andato via subito perché faceva troppo freddo. 

Proprio nel laghetto del Parco di San Valentino, mesi dopo, venne trovata la vecchia Beretta con cui i fidanzati furono assassinati. 

Omicidio Teresa e Trifone, il movente di Giosuè Ruotolo

Omicidio Teresa e Trifone.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Giosuè Ruotolo avrebbe ucciso Trifone per gelosia e rancore, sentimenti covati da tempo nei suoi confronti.

Trifone aveva scoperto, nelle settimane precedenti il duplice omicidio, che Ruotolo aveva creato un falso profilo Facebook ‘Anonimo Anonimo’, attraverso cui fingeva di essere una donna, amante di Trifone. Ruotolo, da quel profilo falso, contattava Teresa raccontando informazioni false per indurla a lasciare Trifone, spingendola a credere di essere stata tradita.

Trifone dopo aver scoperto l’account falso minacciò Ruotolo di denuncia dopo un violento confronto.

Ruotolo temeva che una denuncia avrebbe compromesso per sempre la sua carriera nella Guardia di Finanza. Sarebbe nata così in Giosuè Ruotolo l’idea di uccidere Trifone e Teresa, testimone dei fatti accaduti.

La Corte d’assise d’appello ritiene che il movente non sia unico, ma che vada inserito in un’escalation di condotte:

Un sentimento preesistente, più profondo e pressante, che aveva a che fare con la sfera affettiva e personale di Ruotolo.

Omicidio Teresa e Trifone, Ruotolo attenderà il verdetto della Cassazione in carcere

Omicidio Teresa e Trifone Ruotolo.

Ultimo atto dunque per Giosuè Ruotolo. Oggi non sarà presente in aula, attenderà il verdetto in carcere, a Belluno.

La sentenza potrebbe confermare le precedenti condanne, rendendole così definitive, annullarle con rinvio, aprendo la strada per un ricorso in appello, o le potrebbe annullare, garantendo la libertà al militare.

Leggi anche: Omicidio Lecce, perché Antonio De Marco ha ucciso Daniele e Eleonora?

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Classe 1990, laureata in Scienze Politiche con una specializzazione in Comunicazione pubblica Internazionale. Amante della storia sin da piccola e appassionata di grandi classici della letteratura italiana. Si auto definisce una sognatrice che tende a considerare sempre il bicchiere mezzo pieno anche nelle situazioni più critiche. Altri segni particolari? Appassionata di calcio e tifosissima!
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