60 miliardi rubati al Sud Italia dal Nord ogni anno. Ecco come

Questo il dato emerso dal rapporto Svimez, l'associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, che fotografa annualmente l’economia del Mezzogiorno.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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La pandemia ha messo in evidenza un quadro molto cupo del nostro Paese. Il divario di risorse tra nord e sud d’Italia azzoppa l’economia e impedisce una reale ripartenza. Dati alla mano, il sud Italia da almeno un decennio paga gli egoismi del Nord. A sostenerlo è Adriano Giannola, economista e presidente della Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, che annualmente fotografa l’andamento dell’economia del Sud. In un’intervista al Messaggero ha dichiarato:

Il Sud potrebbe recriminare per l’eccessivo danno subìto a causa delle scelte del Nord: sono stati sottratti 60 miliardi ogni anno da 10 anni. E vale anche per il periodo della pandemia.

La ripartenza “dimezzata” del sud Italia

Il Rapporto sull’economia del Mezzogiorno viene pubblicato annualmente dal 1974. Raccoglie i principali indicatori e gli andamenti dell’economia meridionale in diversi settori chiave, concentrandosi di volta in volta su specifici focus. Nell’ultimo rapporto la Svimez ha posto l’attenzione sulle ricadute sociali connesse alla pandemia e alla ripartenza “dimezzata” del sud Italia: +2,3% rispetto al +5,4% del Centro-Nord. Per anni il Nord ha sottratto risorse al sud Italia per investire nel mercato europeo, ha spiegato l’economista Giannola. Questo modus operandi non poteva che creare un divario che oggi, alla luce di una crisi economica mondiale, indebolisce ulteriormente il Paese.

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Quanto perde l’Italia senza coesione

Adriano Giannola, economista e presidente della Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno.

Nell’anno del Covid, il primato negativo nel declino del Pil spetta ad una regione solo marginalmente interessata dalla pandemia: la Basilicata, -12,6%. Seguono Campania e Puglia, che insieme concentrano circa il 47% del Pil dell’intero Mezzogiorno, che perdono rispettivamente l’8 e il 9%. Più contenute, ma sempre di segno negativo, le perdite in Calabria -6,4%, Sardegna -5,7% e Sicilia -5,1%. Sono economie meno coinvolte negli scambi commerciali interni ed esteri, spiega Giannola, perciò al riparo dalle turbolenze legate alle crisi, ma escluse dalle ripartenze. “Anche il Nord non sta per niente bene”, segue il presidente Svimez:

Se guardiamo i dati di Lombardia o Emilia-Romagna rispetto alle dinamiche europee, fanno ridere. Hanno perso il 30 per cento di Pil pro-capite rispetto alla media europea. Hanno sottratto 60 miliardi l’anno al Sud Italia distruggendo il loro mercato interno. Se cercassero qualcuno con cui recriminare, dovrebbero prendersela con loro stessi.

L’interesse è l’economia nazionale

Secondo Giannola, attenuare il divario tra nord e sud Italia è il vero nodo da cui ripartire. Si tratta di premesse indispensabili per la ripartenza dell’economia nazionale. Spiega nell’intervista:

Se solo l’obiettivo della crescita venisse perseguito congiuntamente a quello della riduzione dei nostri divari territoriali, tante problematiche italiane verrebbero risolte. È tempo di compattare l’interesse nazionale.

Una faccenda da sbrigare non solo a parole, ma nei fatti. Secondo il presidente Svimez, il 34% dei 209 miliardi del Recovery fund che il Governo ha promesso al Sud non bastano, vanno aggiunte altre risorse. Ha detto:

I conti pubblici territoriali, se osserviamo l’ultimo dato disponibile del 2018, ci dicono che per quell’anno i miliardi sono già saliti a 64. Insomma, vanno recuperati quei criteri per fare in modo che al Sud arrivino i 64 miliardi in più che gli spettano.

Leggi anche: Crollo delle immatricolazioni universitarie. Al Sud situazione drammatica

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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