Ombre russe: infiltrati e hackers dietro a disordini e rivolte

Le trame di una rete internazionale sulle rivolte di questi giorni. Uno sguardo alla Russia.

Aldo Torchiaro
Aldo Torchiaro
Aldo Torchiaro, giornalista da quando si usavano le macchine da scrivere, si occupa oggi di innovazione digitale, nuovi media, e-democracy.
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La locandina che da due giorni gira in rete e che ha prodotto scontri e rivolte a Torino risveglia in me passioni filologiche. Dal font alla scelta lessicale, dalle curiose sviste alla semantica delle immagini, dalla ridondanza al color code, tutto sembra assemblato in laboratorio, irrealisticamente nostrano. L’errore di traduzione “contro la possibilità del lavoro” si deve alla sinonimia che hanno nelle lingue slave “possibilità” e “incertezza”.

rivolte

Rivolte sì ma pilotate dalla Russia

Ad esempio, se quel testo fosse stato elaborato in Russia, sarebbe stato tradotto con quello scivolamento. Quello che in linguistica si chiama variabile marker. Anche Leggi improvvisate è diventato “Leggi improvvise”, confondendo il concetto di qualità della norma con quello di imposizione tempistica. Chi ha scritto o tradotto non sa che le leggi in Italia sono lentissime. Un decreto per essere convertito richiede 60 giorni. Ed è la legge più veloce. Alla faccia dell’improvviso.

Leggi anche: Mini lockdown, proteste e scontri in tutta Italia: Napoli, Milano e Torino sotto assedio

Rivolte pilotate, ecco le prove

Due fonti da noi consultate confermano la verosimiglianza di questa ipotesi. E c’è un analista a cui, parlando di Russia e di mafie, viene subito in mente Malofeev, l’oligarca di Dio, che è tanto amico di Steve Bannon (l’ex collaboratore di Trump), che è tanto amico di Savoini. E qui ci fermiamo, perché come è noto, in Italia Savoini non lo conosce nessuno, non è vicino a nessun leader di partito. 

Leggi anche: Da giovedì, la Francia chiude tutto. Sarà lockdown nazionale per un mese

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