venerdì, 25 Luglio 2025
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La fragilità è un superpotere, nasce così la rivoluzione Tech4Fem

L'intervista a Valeria Leuti: “Con Tech4Fem costruiamo un ecosistema per la salute femminile, tra dati, tecnologia e diritti”.

Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.

È proprio dalle fragilità e debolezze che può generarsi la nostra forza, quasi dei superpoteri, della abilità, le idee creative, le più brillanti soluzioni ai nostri problemi. Vogliamo testimoniarlo con una storia ispirazionale, quella di Valeria Leuti, comunicatrice digitale e attivista, oggi presidente di Tech4Fem.

Il suo mondo è quello del female technology che sta finalmente avendo la giusta attenzione anche in Italia, unendo ricerca scientifica, dati, tecnologia e consapevolezza sociale. Valeria, partendo dalla sua storia, ha dato vita al primo network italiano dedicato all’innovazione nella salute femminile.

Dopo il successo dell’evento “Tech4Fem Advance”, tenutosi a maggio nell’ambito dei Sanidays, il 12 settembre 2025 a Roma andrà in scena Tech4Fem Future Health che vedrà ancora Il Digitale come media partner: una giornata di networking, formazione e co-creazione pensata per mettere al centro il benessere delle donne come leva concreta di innovazione sociale, economica e culturale, da non perdere per chi volesse scoprire per la prima volta una rete così rivoluzionaria.

L’evento, ospitato dalla Casa delle Tecnologie Emergenti di Roma Tiburtina, accoglierà startup FemTech italiane, investitori, istituzioni, università e attori del mondo medico-sanitario.

Tra i momenti clou ci sarà la presentazione della prima Mappa FemTech italiana, elaborata dall’Osservatorio FemTech in collaborazione con il Minerva Lab della Sapienza, e l’avvio del FemTech Exchange Program, un progetto internazionale di scambio per startup guidate da donne. La keynote finale sarà affidata a Ida Tin, pioniera del settore, che condividerà la sua visione sul futuro della tecnologia applicata alla salute delle donne.

Abbiamo intervistato Valeria Leuti per ripercorrere le sue tappe di vita personale e professionale, dalle esperienze vissute in prima persona con la cronicità e l’endometriosi fino alla nascita di una realtà oggi centrale nel dibattito sull’equità sanitaria come Tech4Fem. Con uno sguardo lucido e determinato, Leuti ci racconta perché parlare di salute femminile significa oggi parlare di dati, diritti, innovazione e giustizia sociale — e perché l’Italia non può più permettersi di rimanere indietro.

Leggi anche: Al Tech4Fem il corpo delle donne tra scienza, potere e autodeterminazione

L’intervista a Valeria Leuti

tech4fem

1. Ci racconti il tuo personale percorso di vita e professionale che ti ha portato sino a Tech4Fem?


Il progetto Tech4Fem nasce da una storia personale di dolore, invisibilità e normalizzazione. 
Per anni ho convissuto con sintomi cronici, legati all’endometriosi e ad altre patologie croniche, senza ottenere risposte, ascolto né una diagnosi tempestiva. 


Come accade a moltissime donne, mi sono scontrata con un sistema che troppo spesso minimizza, medicalizza in modo approssimativo o ignora completamente ciò che non rientra nei modelli clinici “standardizzati”, ovvero maschili. Questo percorso, seppur difficile, mi ha acceso dentro qualcosa: la volontà di trasformare la mia esperienza individuale in consapevolezza collettiva.

La complessità che ho dovuto gestire mi ha resa da un lato più preparata (io lo chiamo il Superpotere della Fragilità) e dall’altro più consapevole di quanto le donne nei momenti di difficoltà con la loro salute abbiano bisogno di informazioni chiare, di confronto, di ascolto.

Nel 2023 ho avviato su Instagram La Pelvifera, un profilo di divulgazione sulla salute femminile e sull’endometriosi, per rompere il silenzio e condividere informazioni chiare e accessibili. Ho iniziato a studiare i limiti della medicina di genere, a raccontare i dati mancanti, le barriere sistemiche, le disuguaglianze.

Parallelamente, il mio lavoro nell’innovazione digitale mi ha portato a incrociare il mondo del FemTech, ovvero la tecnologia applicata alla salute delle donne: un settore in forte crescita a livello globale, ma ancora invisibile in Italia.

A settembre 2024, grazie alla Rome Future Week, ho organizzato il primo evento italiano dedicato al FemTech. È stato un successo sorprendente, che ha confermato un bisogno profondo e trasversale: creare un ecosistema che connetta startup, ricerca, mondo medico-sanitario, investimenti, aziende e persone che credono nel diritto alla salute come leva di innovazione. Da quel giorno è nato Tech4Fem, oggi un’associazione no-profit che lavora per dare visibilità, strumenti e opportunità a chi vuole cambiare davvero il modo in cui pensiamo, curiamo e innoviamo la salute femminile.

2. Questa realtà dinamica e proattiva sta mettendo insieme una vera e propria rete di persone, professionisti e aziende: quale supporto vorresti dare loro?

Tech4Fem non è solo un network: è un’infrastruttura sociale, culturale e tecnologica pensata per abilitare un cambiamento sistemico. Il supporto che vogliamo offrire si traduce in azioni concrete su più livelli:

  • Costruzione di comunità: creiamo spazi sicuri e attivi dove realtà FemTech e stakeholders possono conoscersi, dialogare e collaborare in modo orizzontale
  • Visibilità e comunicazione: raccontiamo progetti, storie e bisogni in modo etico e accessibile, aiutando le realtà emergenti a farsi conoscere, costruire fiducia e trovare alleanze
  • Formazione e capacity building: organizziamo eventi, workshop e percorsi di aggiornamento su temi fondamentali come innovazione nella salute femminile, accesso al mercato, ricerca clinica, gender data gap e privacy
  • Advocacy e policy: dialoghiamo con istituzioni, media e opinion leader per portare al centro dell’agenda politica e sanitaria i diritti legati alla salute femminile e l’urgenza di colmare le disuguaglianze
  • Internazionalizzazione e scambio: con il Femtech Exchange Program supportiamo le startup italiane nell’accesso ad altri ecosistemi e nella valorizzazione delle competenze locali. Facciamo inoltre parte della community global Femtech Across Borders, un faro nella salute delle donne che sta dando un boost importante e necessario all’evoluzione del settore FemTech nel mondo, dai Paesi più evoluti a quelli emergenti
  • Ricerca e mappatura: grazie all’Osservatorio Femtech forniamo dati, trend e analisi per orientare scelte strategiche, investimenti e politiche pubbliche.
    Tech4Fem vuole essere uno spazio che genera valore condiviso: non solo per chi lavora nel FemTech, ma per tutte le persone che credono in un’innovazione più inclusiva, giusta e sostenibile.

3. Hai messo al centro la salute delle donne, lo hai legato a quello dei diritti per cui lottare contro il gender gap, e creato la prima mappa FemTech: qual è la mission?


L’Osservatorio FemTech è nato con l’intento di colmare un vuoto: in Italia mancava una visione d’insieme sullo stato dell’arte dell’innovazione nella salute femminile. Chi sono le startup che stanno sviluppando soluzioni per la salute mestruale, per la fertilità, per la menopausa o per il benessere mentale? Quali modelli di business esistono? Quali barriere regolatorie o di mercato affrontano? E soprattutto: quali dati mancano?

La nostra mappa è uno strumento vivo, aggiornabile, costruito per offrire:

  • una fotografia dettagliata dell’ecosistema FemTech italiano
  • un punto di accesso per investors, enti di ricerca, media e policy maker
  • una base dati per evidenziare criticità e opportunità, soprattutto in termini di imprenditoria femminile, gender gap, accesso alle cure, trasparenza e sostenibilità.

È una leva per attivare collaborazioni internazionali e rendere il FemTech italiano più competitivo e visibile nel panorama europeo e globale. La missione dell’Osservatorio è chiara: trasformare la frammentazione in rete, la mancanza di dati in strumenti di azione, e l’innovazione in diritto. Perché parlare di FemTech significa parlare di salute ma anche di equità, tecnologia, cultura e giustizia sociale, business.

Non si tratta solo di diritti e salute: esiste un forte potenziale economico. Secondo il World Economic Forum e il McKinsey Health Institute, colmare il divario nella salute femminile potrebbe incrementare il PIL globale di almeno 1 trilione di dollari ogni anno entro il 2040.

Questo straordinario valore non è solo una stima, ma un monito: investire in FemTech significa non solo una scelta di equità, ma una strategia di crescita, più partecipazione al lavoro e più vite in salute. E l’Osservatorio nasce per sostenere tutto questo con dati, analisi e una rete operativa.


4. Come sarà l’evento di settembre, ospiti speciali e traguardi del tuo network?

Il 12 settembre 2025 a Roma ospiteremo Tech4Fem Future Health, una giornata intensa di confronto, formazione e connessioni. Sarà un evento pensato per chi vuole portare l’innovazione nella salute delle donne oltre le parole e costruire nuove soluzioni, policy e alleanze. Tra le ospiti ci sarà Ida Tin, fondatrice di Clue e colei che ha coniato il termine FemTech: una voce guida a livello globale che ci parlerà di impatto, responsabilità e futuro.

Presenteremo i risultati della prima indagine dell’Osservatorio FemTech, con la prima mappa del settore in Italia e lanceremo nuove collaborazioni internazionali come il FemTech Exchange Program. Grazie a momenti a loro riservati, aziende, stakeholders e realtà FemTech lavoreranno insieme per rispondere a bisogni reali, co-progettando soluzioni concrete.

5. Cosa ti rende davvero orgogliosa della rivoluzione Tech4Fem che stai mettendo in atto?

Sono orgogliosa perché, in meno di un anno, Tech4Fem è riuscita a trasformare una testimonianza personale in una piattaforma nazionale già proiettata globalmente, creando impatti tangibili: una community viva, una narrazione culturale finalmente diversa, un dialogo aperto con media, aziende, istituzioni. E tutto questo, senza mai perdere di vista la cosa più importante: la salute delle donne non è un “tema di nicchia”, è una questione pubblica, economica e democratica. Ed è tempo che venga trattata come tale.
Nessuno ci sta facendo un favore.

Leggi qui: Cos’è il Tech4Fem: “Investire sulla salute delle donne è crescita economica”

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Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.

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