Danni da vaccino, accertato nesso tra la dose e la trombocitemia: risarcito 16enne

Nesso tra vaccino e trombocitemia: l'evidenza è emersa in riferimento alla vicenda di un ragazzo di Pisa di 16 anni. Ecco cosa è successo.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Nesso tra vaccino e trombocitemia: ecco di che si tratta. L’evidenza è emersa in riferimento alla vicenda di un ragazzo di Pisa di 16 anni, che ha contratto la trombocitemia dopo essersi immunizzato con una dose di siero anti-Covid Moderna. Il fatto è stato riportato dall’associazione Codacons, che assiste legalmente il giovane sportivo.

Gli accertamenti sono stati compiuti dal Dipartimento di Medicina legale di La Spezia, che ha classificato la reazione avversa come “menomazione permanente dell’integrità psicofisica”. Si precisa nella relazione che il 16enne ha riportato “una reazione avversa grave potenzialmente innescata dalla procedura stessa anche se come fattore concausale in soggetto fino ad allora perfettamente sano”.

Trombocitemia e vaccino: “Definitivo accertamento della correlazione”

Trombocitemia e vaccino: "Definitivo accertamento della correlazione"

In riferimento al caso di trombocitemia, Codacons ha sottolineato di essersi sempre mostrata a favore della campagna vaccinale, ma di aver allo stesso tempo promosso iniziative legali affinché i cittadini danneggiati dai vaccini potessero ottenere gli indenizzi che spettavano loro in base alla legge 210/92.

L’associazione dei consumatori ha scritto in merito alla vicenda del giovane di Pisa: “Un ragazzo di 16 anni residente a Pisa riceverà un risarcimento per i danni da vaccinazione anti-Covid, dopo il definitivo accertamento della correlazione tra la somministrazione del vaccino e i gravi danni alla salute riportati dallo stesso”.

La relazione tecnica del Dipartimento di Medicina Legale di La Spezia ha quindi riconosciuto il nesso tra il vaccino Moderna e la trombocitemia autoimmune comparsa nel ragazzo a poche settimane dalla somministrazione del siero.

Trombocitemia e vaccino: il caso del 16enne di Pisa

Nesso tra vaccino e trombocitemia. Il Codacons ha ricostruito la vicenda all’Adnkronos e ha spiegato:

Uno sportivo nato a Rieti nel 2006 ma residente da tempo a Pisa, e che ha sempre goduto di ottima salute, si sottoponeva a luglio 2021 alla somministrazione in unica dose del vaccino Moderna. Il mese successivo si manifestavano i primi sintomi, con puntini rossi su braccia e gambe del ragazzo.

A settembre la sintomatologia peggiorava, con un ematoma esteso sul braccio destro e sul collo, ‘bolle’ di sangue sul palato, sulla lingua e nelle guance interne. A questo punto il ragazzo si recava al pronto Soccorso di Pisa, dove veniva immediatamente ricoverato sulla base di un valore piastrinico nel sangue pari a 1000/mm3 (su un valore minimo di 150mila).

A quel punto, il 16enne riceve la diagnosi di piastrinopenia autoimmune e i medici del reparto di Oncoematologia pediatrica dell’Aoup Santa Chiara di Pisa segnalano all’Aifa il numero del lotto del vaccino effettuato, sospettando una correlazione tra il siero e la patologia. Il risarcimento sarà quantificato in separata sede per danni da vaccinazione sulla base della legge 210/92.

Cos’è la trombocitemia: incidenza e decorso

La trombocitemia essenziale rientra nelle neoplasie mieloproliferative croniche ed è caratterizzata da un corposo aumento delle piastrine e, dunque, degli eventi trombotici. L’Ail riferisce che “la malattia ha un decorso molto lento, che di solito non incide in modo rilevante sull’aspettativa di vita del paziente”.

L’incidenza della patologia in questione è stimata attorno a circa 1.5-2.4 casi ogni 100.000 persone ed è diffusa soprattutto tra le donne e tra persone con età media di 60 anni. Per la diagnosi l’indicatore da considerare è il valore molto elevato di piastrine (che deve essere costante e non dipendere da altri fattori). Per la conferma diagnostica vengono ricercate le mutazioni di JAK2 e, in sua assenza, di CALR o di MPL.

Leggi anche: Il virus West Nile arriva in Italia: di cosa si tratta, sintomi, contagio e rischi

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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