Il virus West Nile arriva in Italia: di cosa si tratta, sintomi, contagio e rischi

Il virus West Nile è arrivato in Italia: lo ha annunciato l'Istituto Superiore di Sanità attraverso l'ultimo bollettino. Ecco cosa c'è da sapere.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Virus West Nile in Italia: la malattia del Nilo occidentale è arrivata nel nostro Paese. Lo ha annunciato l’Istituto Superiore di Sanità attraverso l’ultimo bollettino, chiarendo che da inizio giugno (ovvero da quando è iniziata la sorveglianza), è stato segnalato un caso confermato di infezione da West Nile Virus (WNV) nell’uomo.

Il contagio, verificatosi in Veneto, nella provincia di Padova, si è presentato nella forma neuro-invasiva ed è il primo caso confermato di infezione da WNV nell’uomo. Si tratta di un 75enne attualmente ricoverato in Neurologia all’ospedale civile di Baggiovara: la prognosi resta riservata ma l’uomo sta rispondendo in modo adeguato alle terapie.

Al 6 luglio 2022 – ha fatto sapere l’Iss – negli Stati membri dell’Unione Europea non sono stati segnalati casi umani di West Nile Virus, neanche dai Paesi limitrofi. La sorveglianza veterinaria su cavalli, zanzare, uccelli stanziali e selvatici ha confermato la circolazione del virus in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Sardegna”.

Virus West Nile: non è la prima volta che arriva in Italia

Virus West Nile: non è la prima volta che arriva in Italia

Febbre del Nilo Occidentale: si tratta di una malattia provocata dal virus West Nile, che fa parte della famiglia dei Flaviviridae ed è diffuso in Africa, Asia Occidentale, Europa, Australia e America. Nello specifico, nell’Europa meridionale il virus è stabilmente presente negli uccelli.

A inizio 2000, alcuni cavalli infetti sono stati segnalati in Toscana e così, dal 2008 in poi, sono state registrate alcune infezioni nell’uomo in varie Regioni italiane.

Il virus West Nile si era diffuso nella nostra penisola pure nel 2018: i casi confermati allora erano 365, di cui 148 di tipo neuro invasivo (19 decessi), 169 casi di febbre e 48 casi di donatori di sangue asintomatici. Va chiarito che il virus non si trasmette di persona in persona, ma attraverso la puntura della zanzara Culex, oppure attraverso gli uccelli selvatici e alcuni tipi di mammiferi (come equini, cani, gatti, conigli e altri).

Virus West Nile: sintomi e periodo di incubazione

Quali sono i sintomi del virus West Nile? Spesso la malattia non mostra segnali particolari, ma in 2 casi su 10 possono manifestarsi febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei. Sintomi, questi, che durano pochi giorni (al massimo qualche settimana) e variano a seconda dell’età di chi viene infettato.

Ad esempio, nei bambini si presenta spesso una febbre leggera, che diviene molto più alta nei giovani, nei quali spesso è accompagnata da arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Per quel che riguarda i più fragili, quindi i bambini molto piccoli, gli anziani e le persone debilitate, la sintomatologia potrebbe farsi ancor più seria, con febbre alta, mal di testa, debolezza muscolare, tremori, disorientamento, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino allo scenario più grave della paralisi e del coma (1 persona su 150).

Non solo: in 1 caso su 1000 il virus può scatenare pure meningiti o un’encefalite letale. Il periodo di incubazione del virus va dai 2 ai 14 giorni doopo il morso della zanzara infetta, periodo che potrebbe dilatarsi a 21 giorni nei soggetti con deficit immunitari.

Virus West Nile: nessuna terapia o vaccino disponibili

Per il virus West Nile non esiste una vera e propria terapia e, nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno. Qualora si presentasse invece una situazione più grave, conviene optare per il ricovero in ospedale. Al momento non è disponibile nessun vaccino per poter prevenire l’insorgere della malattia.

L’unica strategia di prevenzione resta quella di ridurre l’esposizione alle punture di zanzare con l’utilizzo di appositi repellenti o con l’applicazione di zanzariere in casa. I Comuni a rischio devono obbligatoriamente provvedere con disinfestazioni generali.

Leggi anche: Covid, perché la sottovariante Centaurus preoccupa i virologi

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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