Le Nazioni Unite prima della Cop26: “Sprecata l’opportunità di ricostruire meglio dopo il Covid”

Nel "Rapporto sul divario di emissioni 2021" pubblicato nella giornata di ieri, a pochi giorni dall'inizio della conferenza mondiale sul clima di Glasgow, l'ONU avverte che l'umanità sta esaurendo il tempo per limitare l'aumento del riscaldamento globale di 1,5°C entro la fine di questo secolo.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Le Nazioni Unite pubblicano il “Rapporto emissioni 2021” e avvertono i paesi della terra. L’aumento della temperatura globale è ormai un fenomeno che ha raggiunto, a causa dell’inquinamento dell’aria, proporzioni che potrebbero rivelarsi pericolosamente irreversibili. Questo sarà infatti il tema di dibattito centrale durante la Cop26 di Glasgow, cioè la conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP26) che si terrà dal 1 al 12 novembre 2021 in Scozia.

Il Rapporto emissioni 2021 delle Nazioni Unite prima della Cop26

Il Rapporto emissioni 2021 delle Nazioni Unite prima della Cop26

Il Rapporto sulle emissioni 2021 delle Nazioni Unite dal titolo “The Heat Is On” quest’anno era circondato da particolare attesa e attenzione. Innanzitutto perché arriva in un periodo particolare, pian piano infatti l’umanità sta venendo fuori dalla pandemia da Covid-19, seppur con molta cautela (anche se presto per abbassare l’attenzione).

Ma più di tutto per due motivi, le Nazioni Unite hanno pubblicato questo rapporto prima della Cop26 di Glasgow, evento attesissimo per decidere le sorti del pianeta e soprattutto dopo le insistenti accuse degli ultimi giorni da parte di Greenpeace che parlavano di alcuni paesi, tra cui i membri dell’OPEC (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio), che avevano esercitato delle pressioni per modificare a loro favore i dati sulle emissioni all’interno rapporto (riguardo l’inquinamento dell’aria e dell’aumento della temperatura globale).

Le Nazioni Unite nel nuovo Rapporto sulle emissioni 2021, ammoniscono i paesi facenti dell’organizzazione e avvertono:

Il mondo ha sprecato l’opportunità di ricostruire meglio dalla pandemia di Covid-19 e deve affrontare un disastroso aumento della temperatura di almeno 2,7 ° C se i paesi non riescono a rafforzare i loro impegni climatici.

La Cop26 è importante perché rappresenta il prosieguo degli Accordi di Parigi 2020.

Gli accordi di Parigi stabiliscono un quadro globale per evitare pericolosi cambiamenti climatici limitando l’aumento della temperatura globale ben al di sotto dei 2ºC e proseguendo con gli sforzi per limitarlo a 1,5ºC. Puntando ovviamente a rafforzare la capacità dei paesi di affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici e a sostenerli nei loro sforzi.

L’accordo di Parigi è il primo accordo universale e giuridicamente vincolante sui cambiamenti climatici, adottato per la prima volta alla conferenza di Parigi sul clima (Cop21) nel dicembre 2015.

L’UE e i suoi Stati membri sono tra le 190 parti dell’accordo di Parigi. L’UE ha formalmente ratificato l’accordo il 5 ottobre 2016, consentendo in tal modo la sua entrata in vigore il 4 novembre 2016. Affinché l’accordo entrasse in vigore, almeno 55 paesi che rappresentano almeno il 55% delle emissioni globali hanno dovuto ratificarlo.

Le Nazioni Unite avvertono il resto del mondo: “Il tempo potrebbe non bastarci”

Le Nazioni Unite avvertono il resto del mondo: "Il tempo potrebbe non bastarci"

La pubblicazione del Rapporto sulle emissioni 2021 di ieri avverte che gli attuali impegni dei paesi ridurrebbero il carbonio solo del 7,5% circa entro il 2030, molto meno del taglio del 45% che gli scienziati dicono sia necessario per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C , che come detto è poi essere l’obiettivo del vertice Cop26 che si apre a Glasgow questo Domenica.

Sebbene più di 100 paesi abbiano promesso di raggiungere emissioni nette pari a zero intorno alla metà del secolo, questo non sarebbe sufficiente per evitare il disastro climatico, secondo il rapporto sulle emissioni delle Nazioni Unite, che esamina il divario tra le intenzioni dei paesi e le azioni necessarie sul clima

Molti degli impegni per lo zero netto sono risultati vaghi e, a meno che non siano accompagnati da rigorosi tagli alle emissioni, questo decennio consentirebbe un riscaldamento globale di portata potenzialmente catastrofica.

Inger Andersen, direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), che ha prodotto il rapporto, ha dichiarato:

Il cambiamento climatico non è più un problema futuro. È un problema ora. Per avere una possibilità di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, abbiamo otto anni per dimezzare quasi le emissioni di gas serra: otto anni per fare i piani, mettere in atto le politiche, implementarle e infine realizzare i tagli. L’orologio ticchetta forte.

Leggi anche: Patto Stati Uniti e UE sulle emissioni di metano: nell’accordo rientrano altri 20 paesi

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