Naufragio al largo della Libia, 130 morti, le ONG: “Li hanno lasciati morire consapevolmente”

Alcune fonti umanitarie hanno riferito di un naufragio al largo delle coste libiche che potrebbe aver causato la morte di quasi 130 persone, l'allarme era stato lanciato già da mercoledì.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Naufragio di migranti a largo della Libia, l’ennesima tragedia di vite spezzate nel Mediterraneo. Sarebbero circa 130 le persone che avrebbero perso la vita.

Alarm Phone (la linea telefonica diretta di supporto per persone che attraversano il Mar Mediterraneo verso l’Unione Europea) nelle ultime ore ha segnalato l’ennesimo massacro causato da un naufragio di migranti al largo della Libia.

Naufragio di migranti al largo della Libia: ancora una tragedia

naufragio di migranti al largo della Libia

Il naufragio di migranti al largo delle coste della Libia rappresenta una situazione di crisi umanitaria per cui ormai le morti nel Mediterraneo non si contano più.

Sono forti e fanno venire i brividi le parole lanciate da Alarm Phone, un vero e proprio urlo di dolore:

Temiamo che fino a 130 persone abbiano perso la vita. 

Le persone avrebbero potuto essere salvate, ma tutte le autorità le hanno consapevolmente lasciate morire in mare

Alarm Phone è stata in contatto con questa barca in pericolo per un periodo di dieci ore, il 21 aprile, e ha ripetutamente comunicato la sua posizione GPS e la terribile situazione a bordo alle autorità europee e libiche e al pubblico in generale. 

L’unica azione intrapresa è stata il lancio di un aereo di sorveglianza di Frontex, sette ore dopo il primo allarme, che ha trovato l’imbarcazione e informato tutte le autorità e le navi mercantili della zona sulla situazione critica di emergenza.

Secondo le azioni di coordinamento pare infatti che nonostante Frontex (Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) abbia individuato la barca in pericolo dal cielo, solo le ONG abbiano realmente avviato le attività di ricerche dell’imbarcazione in pericolo, poi diventata triste protagonista del naufragio di migranti al largo della Libia. 

Secondo Alarm Phone inoltre le autorità europee si sarebbero rifiutate di coordinare l’operazione di salvataggio svincolandosi da qualsivoglia responsabilità. Le autorità europee hanno poi indicato le autorità libiche come le autorità competenti a risolvere l’emergenza. 

La guardia costiera libica a sua volta si è rifiutata di lanciare o coordinare un’operazione di soccorso, lasciando le 130 persone in balia del mare agitato per un’intera notte andare incontro a morte certa.

Il nostro ultimo contatto con le persone disperate in difficoltà è stato alle 20:15 del 21 aprile. 

Nonostante i loro incessanti sforzi per cercare la barca, la nave di ricerca e salvataggio dell’ONG OCEAN VIKING di SOS Méditerranée e tre navi mercantili sono arrivate troppo tardi. 

Il 22 aprile sono riusciti a trovare solo resti della barca e corpi senza vita.

Alarm Phone ha tenuto ha fornire pubblicamente una sequenza cronologica dei fatti tragici di questi giorni per dimostrate come la morte di 130 persone dovute al naufragio di migranti al largo delle coste della Libia sia stata bellamente ignorata da tutte le autorità competenti.

Naufragio di migranti al largo della Libia: che cosa è successo?

Nella giornata di ieri l’Imbarcazione Ocean Viking di Sos Mediteranee ha condotto ricerche senza sosta per individuare i poveri disgraziati che ora dopo ora sono diventati le vittime dell’ennesimo naufragio di migranti al largo della Libia.

Eppure si era riuscito a stabilire un contatto il primo giorno, cioè mercoledì. Il naufragio di migranti al largo della Libia si poteva evitare.

La mattina del 21 aprile 2021, Alarm Phone viene infatti avvisata da un pescatore locale, che riferisce di un’imbarcazione in pericolo al largo delle coste libiche

Alarm Phone riesce a ricevere un numero di telefono satellitare per mettersi in contatto con l’imbarcazione e l’informazione che viene data è che a bordo ci sono circa 120 persone che erano partite da Al-Khoms (Libia) intorno alle 22:00 del 20 aprile 2021.

Erano partiti insieme a una seconda imbarcazione di migranti, la quale però è stata subito intercettata dalle autorità libiche.

Date le cattive condizioni meteorologiche nella zona, Alarm Phone ha allertato le autorità competenti via e-mail alle 09:51. 

Ciò significa che da quel momento in poi, i seguenti attori erano a conoscenza di questa barca in pericolo: MRCC Italia, RCC Malta, la cosiddetta Guardia costiera libica, UNHCR (l’alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) nonché soccorritori di ONG.

Loro sono stati i responsabili del naufragio di migranti al largo della Libia.

Le navi mercantili Vs Lisbeth, Alk e My Rose insieme alla nave ONG Ocean Viking, per tutta la giornata del 22 aprile hanno cercato incessantemente l’imbarcazione che poi è diventata raccapricciante teatro del naufragio di migranti al largo della Libia.

La giornata di giovedì 22 aprile

Alle 10:42 le autorità libiche comunicano ad Alarm Phone che “non sono a conoscenza di alcuna barca in pericolo”. Fatto che nonostante i sollecitamenti hanno ribadito alle 11:31.

Hanno anche affermato che l’Italia aveva chiesto loro di dare il permesso alle navi mercantili di condurre un’operazione di salvataggio, che avevano dato loro. Hanno ripetuto che non erano usciti e non sarebbero usciti a causa del maltempo.

Alle 17:08, Alarm Phone ha ricevuto un’e-mail da Ocean Viking, diretta anche alle autorità. Come riportato, nella mail si legge che avevano cercato la barca in pericolo insieme agli altri tre mercantili ma che avevano trovato soltanto resti di un naufragio e diversi corpi, senza alcun segno di sopravvissuti

L’Osprey (un aereo) di Frontex era sulla scena. Vs Lisbeth poco dopo ha lasciato il luogo del naufragio, comunicando che la nave pattuglia libica Ubari avrebbe fatto da coordinatore. 

Tuttavia, UBARI non era sulla scena e le restanti navi mercantili e la OCEAN VIKING sono rimaste in attesa, in attesa del nulla.

Naufragio di migranti al largo della Libia: il comunicato di “Sos Mediteranee”

Abbiamo il cuore spezzato. Pensiamo alle vite perse e alle famiglie che potrebbero non avere mai la certezza di quello che è successo ai loro cari“. Questo è quello che scrive Sos Meditaranee.

La tragedia della morte di 120 persone causata dal naufragio di migranti al largo della Libia, arriva subito dopo una tragica notizia condivisa dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni.

Alcuni giorni fa una donna e un bambino sono morti su un gommone sovraffollato intercettato dalla Guardia costiera libica in acque internazionali. Restituito alle coste libiche le persone a bordo sono state condotte nei campi di detenzione libici dove molti subiscono violenze e abusi indicibili. 

Il comunicato si conclude con parole eloquenti:

Questa è la realtà nel Mediterraneo centrale: più di 350 persone hanno già perso la vita in questo tratto di mare quest’anno, senza contare le decine di morti nel naufragio a cui abbiamo assistito oggi. 

Gli Stati abbandonano la loro responsabilità di coordinare le operazioni di ricerca e salvataggio, lasciando gli attori privati ​​e la società civile a riempire il vuoto mortale che si lasciano alle spalle. Possiamo vedere il risultato di questa deliberata inazione nel mare intorno alla nostra nave.

Leggi anche: Draghi in visita a Tripoli apre alla nuova Libia, ma sbaglia sul tema migranti

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